"Chi ci farà uscire da questo pasticcio?" si chiede l'Observer a pagina
20. Alla crisi globale non sembrano capaci di rispondere i leader politici,
deboli e mediocri. Dai guai di Clinton con Monica, alla staticità del
giapponese Obuchi, alle mosse disperate di Eltsin.
Un altro leader, il premier norvegese Bondevik, non sembra stare meglio.
Colpito da "depressione da stress", si è dichiarato malato alla TV e ha
preso due settimane di riposo. Una cosa purtroppo impensabile - è il
commento - in Gran Bretagna, terra di stressati repressi dalla competizione
feroce.
Abile venditore della propria immagine, camaleonte e grande navigatore.
Così viene ritratto Richard Branson, padrone della Virgin, di cui
è appena uscita l'autobiografia, dal titolo "Perdendo la mia
verginità. Branson-la nuda verità". Da travestito a ecologista,
da Tory a uomo di spettacolo a multimiliardario, Branson ne ha fatte di cotte e
di crude - e il libro non risparmia i particolari più piccanti - ma
senza di lui la Virgin non esisterebbe nemmeno.
Un reportage dal deserto del Nevada racconta la "rassegna d'arte più
pericolosa del mondo". E' il Burning Man festival, un mix di tecno-tribalismo,
anarchia, sesso e droga. Lo specchio estremo della cultura undeground
americana.