Russia Pietro Gigli
Con questo primo fotoreportage dalla Russia, "Caffe' Europa" apre la sua sezione dedicata alle immagini in cui fotografi, pittori e artisti di ogni genere "esporranno" le loro opere.
L'autore del servizio che qui presentiamo è Pietro Gigli, bolognese, in giro da una vita lungo i sentieri meno battuti, per i posti più scomodi e remoti del pianeta, nei luoghi generalmente trascurati dalla stampa ufficiale.
Un modo per conoscere e documentare la realtà di ogni giorno in un paese così vasto come la Russia è quello di viaggiare in treno, ed oggi i russi se ne servono quasi unicamente per fare piccoli commerci spostandosi in continuità da una località allaltra; comprando merci in un luogo e rivendendole subito dopo in un altro. Anchio ho sempre preso il treno sia per spostarmi in Siberia Centrale che in Carelia trascorrendovi a volte anche la notte. Di giorno, appena sceso dal treno, la prima cosa era cercare un luogo dove fare unabbondante colazione per riscaldarmi, poi via a lavorare. Non era raro che per il freddo pungente (anche 20 gradi sotto zero) non riuscissi neppure a scattare. La sera in attesa di riprendere il viaggio in direzione di Mosca andavo al ristorante, dove poteva capitare veramente di tutto non ultimo lofferta di acquistare missili, come quella volta ad Ekaterinburg. E successo anche di finire a casa di persone conosciute casualmente, come quando un poliziotto a cui avevo chiesto informazioni mi aveva invitato a casa sua tirando fuori, a notte fonda, dal letto, la moglie, perché preparasse una buona ed abbondante cena in onore dellospite.
Erano i mercati piccoli e grandi dove, oltre alle solite cose come nei mercati di mezzo mondo, si trovavano tantissime cose da mangiare fatte in casa che rappresentavano per moltissimi russi lunico modo di sopravvivere. Man mano che il viaggio continuava mi convincevo sempre più che nessun altro popolo al mondo avrebbe mai avuto la forza di resistere in quelle condizioni continuando ad affrontare un futuro già allora così buio ed incerto. La gente si svegliava ieri come oggi, ogni mattina, cercando di capire come fare per arrivare alla sera. Una storia, riportato da Giulietto Chiesa, più di ogni altra racchiude lumore della gente: durante il coprifuoco a Mosca ad un poliziotto che aveva fermato una macchina, trovando nel portabagagli della refurtiva, il conducente aveva risposto laconico: "gli affari non possono aspettare".
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