Caffe' Europa
 
Editoriale

Il fondamentalismo guardone

Giancarlo Bosetti

 

Continua il continuativo

Non vi spieghero' piu' chi siamo e che cosa vogliamo, noi di caffeeuropa.it. Ai nuovi arrivati semplicemente dico, cliccate qui per leggere la puntata precedente se ve la siete persa. Spero che abbiate capito bene che questa rivista non e' un "periodico" che va in edicola di tanto in tanto, ma un "continuativo" che offre delle novita' quasi tutti i giorni (e che poi di tanto in tanto si rinnova completamente, offrendovi i pezzi del passato da consultare).

Le novita' saranno tanto piu' numerose e ricche, quanto piu' intense e numerose saranno le visite degli avventori. Spero anche che vi sia chiaro in che cosa consiste il servizio "a domicilio" con consegna quotidiana della rassegna stampa. Provatelo e vedrete che funziona. Tutte le mattine una sintesi molto chiara e professionale dei giornali italiani. E poi c'e' la rassegna estera. E altro ancora.

Tra Tv generalista e Net

Dedichiamo, a modo nostro, molto spazio al caso Clinton-Starr. E' indispensabile, nel bene e nel male, per molte ragioni: la vicenda in se', la sua portata planetaria, i risvolti politici, morali, nel costume, i riflessi su tutti i media del mondo, e soprattutto sulla Rete che ha avuto una accelerazione dei flussi proprio nello scandalo sessuale del secolo. Se un anno fa i funerali di Lady Di hanno consacrato il primato indiscutibile, e a quanto pare perenne, su tutti gli altri media della televisione commerciale via etere, il rapporto Starr ha visto l'entrata in scena su una scala di massa di un medium piu' sofisticato e intimo.

Le grandi reti generaliste non si addentrano negli aspetti hard, mostrano un a' plomb piu' consono alla loro natura di elettrodomestico famigliare (ci sono i bambini in casa). La rete invece arriva a terminali piu' adatti alla consultazione solitaria e notturna. Non per niente i siti a luci rosse sono una fonte di buoni affari nella stentato business dell'editoria on line. E gia' questo ci introduce a un aspetto essenziale della questione: il triangolo Kenneth Starr-Monica Lewinski-Bill Clinton va esaminato da tutti i lati, ma e' prima di tutto una proiezione a luci rosse. Il che non toglie nulla alla politica, da cui tutto questo nasce, ma la mette per l'appunto sotto un riflettore rosso e cataloga questo scontro politico con tre X, come i siti hot-sexxx di Internet. Che vuol dire?

L'agenda impossibile

Se leggete Robert Reich, che ha lavorato per quattro anni con Clinton come ministro del Lavoro, capirete perche' non ce l'ha piu' fatta a reggere la pressione violenta e quotidiana di fattori che hanno perseguito sistematicamente lo "spostamento di agenda" dalle politiche di welfare, dalle problematiche dell'infanzia, dal sostegno alla maternita', dalla frontiera del lavoro, alla frontiera di Paula, Gennifer, del Whitewater, e poi di nuovo di Monica, della sua amica Linda, di Kathleen...

Parte dell'opera e' indubbiamente da attribuire allo stesso Clinton, ma il costruttore di questo monumentum aere perennius, di questa Piramide ineguagliabile e' il procuratore piu' famoso del mondo, uno che ha lasciato al palo i Di Pietro (Italia), i Van Ruymbeke (Francia), i Balthasar Garzo'n (Spagna) facendo molti piu' sconquassi pur avendo tra le mani molti meno reati (anzi, quasi certamente: zero reati).

Non e' da sottovalutare (e come si potrebbe?) il fatto che con questa storia un altro "broken president" si allinea ai gia' numerosi di questo secolo (Kennedy, Nixon, Carter...). Ne' che essa ci mette di fronte a una crisi mondiale di leadership o che ci costringe a meditare sulla scarsita' di talenti a disposizione per la guida degli stati. Ha scritto bene Alberto Ronchey che c'e' gia' nel marchio di origine della storia americana la vocazione dei cittadini piu' dotati a dedicarsi ad altri uffici. Insomma sono guai per tutti, se non si trova un rimedio a questo tipo di deficit americano. Ma quello che noi sentiamo oggi come la lacerazione piu' grave e pericolosa e' questo trionfo di un fondamentalismo guardone (che non vorremmo nobilitare chiamandolo puritano) che ci riporta indietro sul terreno di una conquista vitale della civilta' liberale, e cioe' la liberta' di ciascun individuo di difendere, ancora piu' che la propria privacy, la propria intimita'.

Il limite da non passare

Ha scritto nel modo piu' limpido Thomas Nagel, il filosofo americano dell'etica, sul "Times Literary Supplement", che in questo falo' purificatore (funzione che da sempre viene attribuita ai roghi) viene incenerito uno dei beni piu' preziosi della civilta': il rispetto di un limite inviolabile, quello della privacy, dentro il quale ciascun individuo e' padrone di se stesso: un dominio la cui sovranita' e' un bene supremo per la liberta' di tutti.

E' un principio fondativo, sul quale si regge una idea di convivenza dalla quale si sono allontanate la violenza, l'irruzione arbitraria di estranei, la barbarie. Da John Locke all'habeas corpus. Si', e' vero che un politico, come altri personaggi pubblici, e' esposto, per la natura stessa della sua funzione a un livello molto piu' alto di attenzione. Ma anche per un politico, anche per una star del cinema, persino per una pornostar, c'e' un limite oltre il quale capiamo perfettamente che e' disumano spingersi, che passare il segno e' negazione della dignita' umana. (Peter Singer - andate a vedere - direbbe che e' negazione della dignita' di tutti gli esseri viventi, capaci di sentire e soffrire).

La legge, lo stato, i regimi carcerari duri spesso si avvicinano purtroppo a quel limite, ma solo in presenza di chiare ragioni di pericolo per la societa', in presenza di reati e minacce accertate. E anche in quei casi una societa' liberale deve porsi delle limitazioni precise. Privare un individuo di quel nucleo psicologico e corporeo che costituisce la sua intimita', significa portarsi a un millimetro dal suo annientamento. Credo che dovremmo ringraziare Nagel, di questo richiamo a un territorio prezioso che rischiamo di mettere in gioco come bambini incoscienti che giocano con materiale esplosivo. Prendiamolo come il contributo distaccato e lucido di chi adotta sistematicamente il punto di vista "from nowhere", da nessun luogo, da quella distanza infinita dalla quale non dovremmo farci influenzare troppo dagli interessi in campo.

La lettera scarlatta, marchio d'infamia

E' un pericolo che non ha a che fare con le ragioni di destra e sinistra, che pure sono schierate in questa vicenda. Non c'e' dubbio, lo capite bene anche dal racconto di Reich, che la destra americana attacca Clinton attraverso l'inchiesta di Starr. Il caso Lewinsky e' la prosecuzione con altri mezzi della battaglia contro le politiche sociali del presidente. Ma questa non e' che una ovvieta'. Come ovvio e' anche il fatto che il punto di vista del fondamentalismo guardone, del puritanesimo a oltranza, della "lettera scarlatta" dell'ignominia, cucita sul vestito dell'adultera (vedi romanzo omonimo di Nathaniel Hawthorne) e' piu' vicino a quello dei conservatori alla Newt Gingrich e alla William Bennett, che non a quello dei permissivi liberal.

Ma se mai il gioco si dovesse ripetere a parti rovesciate, con un presidente repubblicano, l'attacco alla sfera delle sue abitudini sessuali, sarebbe non meno nefasto dal punto di vista dei danni di civilta' che esso porta con se'. Perche' nessuno pensi che questo sia un attacco alle tradizioni protestanti, calviniste della cultura americana (o che di questo si voglia fare il capro espiatorio della faccenda), forse e' il caso di ricordare che di questo fondamentalismo guardone sono piene anche la storia e la lunga pratica della Chiesa cattolica romana, la quale ha pure sulle spalle non solo il lontano abominio dell'Inquisizione ma il piu' vicino e corrente uso, e abuso, di persecuzione delle attivita' sessuali, nelle diverse varianti, come territorium diaboli, a mezzo di confessori maniacalmente dediti al tema piu' o meno come Kenneth Starr. Io ne ho memoria personale dall'epoca della fine della mia infanzia. Ma vedo, per esempio dal libro di Gianni Vattimo, Credere di credere, che quella e' praticamente una costante nella biografia di noi italiani, che protestanti non siamo.

Un pensiero di Cassiodoro

Dedichiamo allora a tutti i maniaci della repressione sessuale, cattolici e puritani, e ad alleggerire il peso terrificante che hanno messo sulle spalle di un presidente degli Stati Uniti, questa citazione dal De Anima di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro: Il corpo umano se puo' essere di ostacolo all'anima, inducendola al peccato e comunque rendendola mutevole, tuttavia possiede una grande dignita', sia perche' Cristo si e' "rivestito" di esso, sia perche' la sua struttura richiama simbolicamente quella cosmica.

Parole pronunciate all'inizio del Medioevo sul corpo, che e' il custode fisico della privacy, e della intimacy. Grazie al cielo non solo terra del diavolo.


 

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