Continua il continuativo
Non vi spieghero' piu' chi siamo e che cosa vogliamo, noi di
caffeeuropa.it. Ai nuovi arrivati semplicemente dico, cliccate
qui per leggere la puntata precedente se ve la siete persa.
Spero che abbiate capito bene che questa rivista non e' un "periodico" che va
in edicola di tanto in tanto, ma un "continuativo" che offre delle novita'
quasi tutti i giorni (e che poi di tanto in tanto si rinnova completamente,
offrendovi i pezzi del passato da consultare).
Le novita' saranno tanto piu' numerose e ricche, quanto piu' intense e numerose
saranno le visite degli avventori. Spero anche che vi sia chiaro in che cosa
consiste il servizio "a domicilio" con consegna quotidiana della rassegna
stampa. Provatelo e vedrete che funziona. Tutte le mattine una sintesi molto
chiara e professionale dei giornali italiani. E poi c'e' la rassegna estera. E
altro ancora.
Tra Tv generalista e Net
Dedichiamo, a modo nostro, molto spazio al caso Clinton-Starr. E'
indispensabile, nel bene e nel male, per molte ragioni: la vicenda in se', la
sua portata planetaria, i risvolti politici, morali, nel costume, i riflessi su
tutti i media del mondo, e soprattutto sulla Rete che ha avuto una
accelerazione dei flussi proprio nello scandalo sessuale del secolo. Se un anno
fa i funerali di Lady Di hanno consacrato il primato indiscutibile, e a quanto
pare perenne, su tutti gli altri media della televisione commerciale via etere,
il rapporto Starr ha visto l'entrata in scena su una scala di massa di un
medium piu' sofisticato e intimo.
Le grandi reti generaliste non si addentrano negli aspetti hard, mostrano un
a' plomb piu' consono alla loro natura di elettrodomestico famigliare
(ci sono i bambini in casa). La rete invece arriva a terminali piu' adatti alla
consultazione solitaria e notturna. Non per niente i siti a luci rosse sono una
fonte di buoni affari nella stentato business dell'editoria on line. E gia'
questo ci introduce a un aspetto essenziale della questione: il triangolo
Kenneth Starr-Monica Lewinski-Bill Clinton va esaminato da tutti i lati, ma e'
prima di tutto una proiezione a luci rosse. Il che non toglie nulla alla
politica, da cui tutto questo nasce, ma la mette per l'appunto sotto un
riflettore rosso e cataloga questo scontro politico con tre X, come i siti
hot-sexxx di Internet. Che vuol dire?
L'agenda impossibile
Se leggete Robert Reich, che ha lavorato per quattro anni con Clinton
come ministro del Lavoro, capirete perche' non ce l'ha piu' fatta a reggere la
pressione violenta e quotidiana di fattori che hanno perseguito
sistematicamente lo "spostamento di agenda" dalle politiche di welfare, dalle
problematiche dell'infanzia, dal sostegno alla maternita', dalla frontiera del
lavoro, alla frontiera di Paula, Gennifer, del Whitewater, e poi di nuovo di
Monica, della sua amica Linda, di Kathleen...
Parte dell'opera e' indubbiamente da attribuire allo stesso Clinton, ma il
costruttore di questo monumentum aere perennius, di questa Piramide
ineguagliabile e' il procuratore piu' famoso del mondo, uno che ha lasciato al
palo i Di Pietro (Italia), i Van Ruymbeke (Francia), i Balthasar Garzo'n
(Spagna) facendo molti piu' sconquassi pur avendo tra le mani molti meno reati
(anzi, quasi certamente: zero reati).
Non e' da sottovalutare (e come si potrebbe?) il fatto che con questa storia un
altro "broken president" si allinea ai gia' numerosi di questo secolo
(Kennedy, Nixon, Carter...). Ne' che essa ci mette di fronte a una crisi
mondiale di leadership o che ci costringe a meditare sulla scarsita' di talenti
a disposizione per la guida degli stati. Ha scritto bene Alberto Ronchey che
c'e' gia' nel marchio di origine della storia americana la vocazione dei
cittadini piu' dotati a dedicarsi ad altri uffici. Insomma sono guai per tutti,
se non si trova un rimedio a questo tipo di deficit americano. Ma quello che
noi sentiamo oggi come la lacerazione piu' grave e pericolosa e' questo trionfo
di un fondamentalismo guardone (che non vorremmo nobilitare chiamandolo
puritano) che ci riporta indietro sul terreno di una conquista vitale della
civilta' liberale, e cioe' la liberta' di ciascun individuo di difendere,
ancora piu' che la propria privacy, la propria intimita'.
Il limite da non passare
Ha scritto nel modo piu' limpido Thomas Nagel, il filosofo americano
dell'etica, sul "Times Literary Supplement", che in questo falo' purificatore
(funzione che da sempre viene attribuita ai roghi) viene incenerito uno dei
beni piu' preziosi della civilta': il rispetto di un limite inviolabile, quello
della privacy, dentro il quale ciascun individuo e' padrone di se stesso: un
dominio la cui sovranita' e' un bene supremo per la liberta' di tutti.
E' un principio fondativo, sul quale si regge una idea di convivenza dalla
quale si sono allontanate la violenza, l'irruzione arbitraria di estranei, la
barbarie. Da John Locke all'habeas corpus. Si', e' vero che un politico,
come altri personaggi pubblici, e' esposto, per la natura stessa della sua
funzione a un livello molto piu' alto di attenzione. Ma anche per un politico,
anche per una star del cinema, persino per una pornostar, c'e' un limite oltre
il quale capiamo perfettamente che e' disumano spingersi, che passare il segno
e' negazione della dignita' umana. (Peter Singer - andate a vedere - direbbe
che e' negazione della dignita' di tutti gli esseri viventi, capaci di sentire
e soffrire).
La legge, lo stato, i regimi carcerari duri spesso si avvicinano purtroppo a
quel limite, ma solo in presenza di chiare ragioni di pericolo per la societa',
in presenza di reati e minacce accertate. E anche in quei casi una societa'
liberale deve porsi delle limitazioni precise. Privare un individuo di quel
nucleo psicologico e corporeo che costituisce la sua intimita', significa
portarsi a un millimetro dal suo annientamento. Credo che dovremmo ringraziare
Nagel, di questo richiamo a un territorio prezioso che rischiamo di mettere in
gioco come bambini incoscienti che giocano con materiale esplosivo. Prendiamolo
come il contributo distaccato e lucido di chi adotta sistematicamente il punto
di vista "from nowhere", da nessun luogo, da quella distanza infinita dalla
quale non dovremmo farci influenzare troppo dagli interessi in campo.
La lettera scarlatta, marchio d'infamia
E' un pericolo che non ha a che fare con le ragioni di destra e
sinistra, che pure sono schierate in questa vicenda. Non c'e' dubbio, lo capite
bene anche dal racconto di Reich, che la destra americana attacca Clinton
attraverso l'inchiesta di Starr. Il caso Lewinsky e' la prosecuzione con altri
mezzi della battaglia contro le politiche sociali del presidente. Ma questa non
e' che una ovvieta'. Come ovvio e' anche il fatto che il punto di vista del
fondamentalismo guardone, del puritanesimo a oltranza, della "lettera
scarlatta" dell'ignominia, cucita sul vestito dell'adultera (vedi romanzo
omonimo di Nathaniel Hawthorne) e' piu' vicino a quello dei conservatori alla
Newt Gingrich e alla William Bennett, che non a quello dei permissivi liberal.
Ma se mai il gioco si dovesse ripetere a parti rovesciate, con un presidente
repubblicano, l'attacco alla sfera delle sue abitudini sessuali, sarebbe non
meno nefasto dal punto di vista dei danni di civilta' che esso porta con se'.
Perche' nessuno pensi che questo sia un attacco alle tradizioni protestanti,
calviniste della cultura americana (o che di questo si voglia fare il capro
espiatorio della faccenda), forse e' il caso di ricordare che di questo
fondamentalismo guardone sono piene anche la storia e la lunga pratica della
Chiesa cattolica romana, la quale ha pure sulle spalle non solo il lontano
abominio dell'Inquisizione ma il piu' vicino e corrente uso, e abuso, di
persecuzione delle attivita' sessuali, nelle diverse varianti, come
territorium diaboli, a mezzo di confessori maniacalmente dediti al tema
piu' o meno come Kenneth Starr. Io ne ho memoria personale dall'epoca della
fine della mia infanzia. Ma vedo, per esempio dal libro di Gianni Vattimo,
Credere di credere, che quella e' praticamente una costante nella
biografia di noi italiani, che protestanti non siamo.
Un pensiero di Cassiodoro
Dedichiamo allora a tutti i maniaci della repressione sessuale,
cattolici e puritani, e ad alleggerire il peso terrificante che hanno messo
sulle spalle di un presidente degli Stati Uniti, questa citazione dal De
Anima di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro: Il corpo umano se puo' essere
di ostacolo all'anima, inducendola al peccato e comunque rendendola mutevole,
tuttavia possiede una grande dignita', sia perche' Cristo si e' "rivestito" di
esso, sia perche' la sua struttura richiama simbolicamente quella cosmica.
Parole pronunciate all'inizio del Medioevo sul corpo, che e' il custode fisico
della privacy, e della intimacy. Grazie al cielo non solo terra
del diavolo.