Caffe' Europa
 
Libri

"Cool Britannia"

Antonio Polito

 

Antonio Polito
"Cool Britannia"
Donzelli 1998
pp.96, lire 20.000

Pubblichiamo questo capitolo del saggio di Antonio Polito sulla nuova Gran Bretagna per gentile concessione di autore ed editore che qui teniamo a ringraziare.

La democrazia del Tube

È vero. A sera, quando la città si ritira, la Metropolitana di Londra è sporca come una spiaggia dopo una mareggiata, un tappeto di detriti che non trovano più posto nei cestini dei rifiuti, tutti sbarrati per paura delle bombe. È vero, a volte i treni si fermano nel buio di una galleria per interminabili minuti, diffondendo sottili ansie claustrofobiche. È vero, la linea colorata di nero che spacca la città da nord a sud merita il suo nomignolo di "Misery Line " per i ritardi e i disagi con cui tormenta i pendolari. È vero, le stazioni chiudono troppo presto, a mezzanotte, costringendo il popolo della notte londinese a precipitose corse da Cenerentola. Eppure la Metropolitana è il posto più bello di Londra. Perché è la cosa che assomiglia di più al mondo al funzionamento di un cervello umano.

Gli esperti dell'intelligenza artificiale usano spesso l' esempio del formicaio, per spiegare come le connessioni neuronali, vere e proprie scariche elettriche, fanno muovere un pensiero, un' idea, conducendola per mano per milioni di cancelletti invisibili, di fronte a ognuno dei quali è costretta a una scelta: destra-sinistra, sì-no. In linguaggio binario: 0-1. Sembra banale, ma, ridotto alla sua essenza, così funziona il nostro cervello. Ogni volta che si apre il cancelletto prescelto la scarica neuronale procede verso il prossimo. E così via, in un gigantesco labirinto percorso alla velocità della luce, alla fine del quale c'è ogni decisione razionale, ogni reazione, ogni scelta che compiamo in ogni istante della nostra vita. Effettivamente, il formicaio funziona bene come esempio. Ma la Metropolitana di Londra è anche meglio.

Entrate in una stazione insieme a migliaia di altri uomini e donne; al primo cancelletto dovete scegliere tra due diverse linee, la verde o la grigia, la rossa o la marrone. Al secondo cancelletto la direzione, nord o sud, est o ovest. Al terzo cancelletto la destinazione, Wimbledon o Richmond, Heathrow o Elephant & Castle. Al quarto cancelletto, la stazione dove scendere. E poi di lì ricominciate, come in un flipper: uscita o nuova linea, e così all'infinito, se volete. Si può passare l'intera giornata nel Tube di Londra (ufficialmente si chiama Underground, ma per la gente è il Tube), senza annoiarsi. Milioni di altre cellule nervose sotto forma di uomini vi seguiranno, vi affiancheranno, vi abbandoneranno, si ricongiungeranno con voi. Ordinati da quella forma di intelligenza collettiva che è una gigantesca metropoli, scaricandovi addosso l'eccitazione nervosa della vita del più grande dei formicai umani.

Viaggiare in metropolitana, a Londra, non è solo divertente. È anche rassicurante. Dovunque vi troviate, persi nel dedalo di vie o smarriti nel disorientamento di una mappa, ci sarà sempre l' antro di una stazione del Tube pronta ad accogliervi come un grembo materno, in fondo al quale una sequenza perfetta di cartelli esplicativi vi permetteranno di ritrovare la via di casa camminando alla velocità di un maratoneta, l' unica consentita dal fiume in piena della folla che vi trascina.

E soprattutto, ciò che più conta, la Metropolitana di Londra è anche letteralmente il cervello collettivo della città . Non solo il suo sistema sanguigno, che porta ogni giorno ossigeno e proteine umane alla grande fabbrica divoratrice di energia della City, degli studi di avvocati, dei luoghi di lavoro. Il Tube è anche il sistema nervoso della città, che dà il mood alla metropoli e alla nazione, dove si formano le opinioni, le idee, i convincimenti. Il luogo nel quale si fanno e si disfano le fortune di un governo, la reputazione di un potente, la devozione a una star, il destino stesso della famiglia reale.

Nel cervello collettivo della metropolitana la sostanza chimica che trasporta gli impulsi da cellula a cellula, da persona a persona, è l'inchiostro della stampa. Provate a guardarvi intorno. Sette su dieci hanno la testa infilata in un quotidiano. L'ottavo in un libro. Il nono dorme. Il decimo è un turista che li guarda. Gli inglesi non mostrano grande curiosità per il prossimo. O forse sono timidi. O forse pensano che evitare di guardarsi intorno sia una forma di rispetto della privacy altrui. L' intrecciarsi di sguardi, attività principale di ogni luogo pubblico in Italia e anche potente forma di comunicazione sociale e intersessuale, sulla Metropolitana di Londra è bandito. Se guardi per più di tre secondi qualcuno, o qualcuna, lui o lei non alzeranno lo sguardo a ricambiarti, come sarebbe cortese e perfino ovvio in Italia. Semplicemente, continueranno a leggere. Ma non per questo smetteranno di essere in contatto con gli altri.

Fateci caso: pur nel loro silenzio, nella loro gelosa individualità, ognuno continua a far parte della comunità, vive sulla stessa lunghezza d'onda di chi lo circonda. Stanno tutti leggendo le stesse notizie, gli stessi titoli, gli stessi commenti. Stanno formandosi idee e opinioni comuni. Magari divergenti, ma condivise. Quello con in mano il "Daily Telegraph" sta vivendo da destra la stessa esperienza cognitiva di quello che, da sinistra, sfoglia il " Guardian". Le signore con il "Daily Mail" stanno costruendosi una visione del mondo femminile, ma speculare a quella degli uomini che sbirciano la ragazza a seni nudi sulla terza pagina del "Sun" . La vita pubblica è sezionata e servita in succulente portate dai giornali, ricette diverse per identici ingredienti, sotto gli occhi avidi di una collettività che esercita la sua funzione critica e razionale, mentre va al lavoro o mentre ne ritorna.

Sembra di vedere la democrazia al lavoro. Ed è un'esperienza esaltante. Quando uscirà dal Tube tutta questa gente si sarà formata un'opinione, la porterà in ufficio, la riporterà a casa, la discuterà con i colleghi o con i familiari. Quando scenderà da questo vagone la gente saprà già cosa pensare, senza bisogno che glielo dica la televisione.

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