Se conta più l'intrigo dell'intreccio Paola Damiani Negli annali dei premi letterari in Italia non potrà mancare
la storia accaduta a Goffredo Parise. La racconta Enrico Filippini, ospite
dello scrittore in un caldo pomeriggio dell'estate romana. Squilla
il telefono, Parise risponde. All'altro capo dell'apparecchio un collega
che si presenta così: "Caro Parise, noi ci conosciamo poco e lei
mi scuserà se la disturbo. Si tratta dello Strega. Lei sa meglio
di me che i voti allo Strega si chiedono. Ora, ecco, io...Ecco mi manca
un voto. Se lei mi dà il suo io ho lo Strega in tasca. Mi scusi
se sono così franco". Parise attende qualche istante, poi risponde:
"D'accordo, ma a una condizione". E l'altro: "Mi dica, mi dica!". Parise:
"Io le do il voto e lei mi dà il culo". Filippini riferisce
che il confuso mormorio di risposta non esprimeva né scandalo né
diniego.
L'estate è la stagione dei pricipali premi letterari italiani,
una stagione rovente. che si chiude con l'appuntamento veneziano del premio
Campiello (http://www.cyberlogic.it/Campiello/), uno dei meno chiacchierati
e uno di quelli che si ritiene ancora possano spostare di qualche migliaio
di copie le vendite di un romanzo. Qualche anno fa venivano censiti in
Italia circa 1500 premi. La contabilità non è aggiornata,
ma la crisi delle sovvenzioni pubbliche, i bilanci in rosso degli assessorati
alla cultura, la riduzione degli sponsor e il mercato stagnante dell'editoria
pare abbiano ridimensionato il numero delle manifestazioni.
Il premio più famoso, il più chiacchierato e atteso resta
lo Strega, che va in scena il primo giovedì di luglio, seguito per
importanza dal Campiello e dal Viareggio. Ma non si possono dimenticare,
diversi per regole e prestigio, il Bancarella, il Grinzane Cavour, il Bagutta,
il Nonino, il Mondello, il Capri, il Napoli, senza contare la serie in
memoria di scrittori e poeti: Comisso, Flaiano, Montale, Morante,
Malaparte, Rea.
Il premio Strega nasce nel 1946 per volontà di Guido Bellonci,
critico e giornalista, e di sua moglie Maria, scrittrice. Insieme a loro
è Guido Alberti, singolare figura di intellettuale, attore
e mecenate che darà al premio il nome del liquore prodotto nell'industria
di famiglia a Benevento. A casa dei Bellonci, ai Parioli, si riuniscono
"gli amici della domenica": scrittori, critici, artisti che divengono
la giuria di una vagheggiata "repubblica ideale" delle lettere. La prima
edizione, nel 1947, viene vinta da Ennio Flaiano con "Tempo di uccidere",
e negli anni successivi i premiati più illustri sono Pavese con
la "Bella estate" nel 1950, Moravia con "I racconti"
nel 1952, Elsa Morante con "L'isola di Arturo" nel 1957 e
Giuseppe Tomasi di Lampedusa con "Il gattopardo" nel 1959.
Col passare degli anni lo spirito originario si appanna, anche se si
continuano a premiare libri importanti come "Ferito a morte" di Raffaele
La Capria e autori come Landolfi, Levi, Parise, Eco. Maria Bellonci,
rimasta vedova, tiene le fila per oltre vent'anni di questa istituzione
che cresce e diventa sempre più macchinosa e incapace di contenere
la vanità e il narcisismo degli scrittori, l'avidità e le
piccole guerriglie degli editori.
La mondanità letteraria detta le sue regole. Dopo la morte della
Bellonci, nel 1986, la guida del premio passa alla sua amica, segretaria
ed erede universale Anna Maria Rimoaldi, laureata in matematica, ex-funzionaria
del ministero dell'Agricoltura, la cui gestione del premio suscita
molte critiche. Uno degli argomenti preferiti dai detrattori dello Strega
è il gran numero di giurati - oggi se ne contano quattrocentosettanta
-, parte dei quali con competenze decisamente eccentriche rispetto alla
letteratura. Nel 1997, dopo una raffica di critiche seguite alle
dimissioni della scrittrice Francesca Sanvitale e della filologa
Maria Corti, è stata abolita la procedura del voto per delega
che nel passato aveva permesso agli editori di rastrellare le preferenze
presso i giurati a loro vicini e di infilarle personalmente nelle urne.
Ma ciò ha attenuato solo di poco la prassi delle telefonate a caccia
di consensi (come quella a Parise), lo scambio di favori da un anno all'altro,
lo spostamento di interi pacchetti di voti da uno scrittore al proprio
collega-rivale.
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