La principessa dritta all'inferno Philip Nobile Il teologo inglese Philip Nobile non ha dubbi: per la Chiesa Lady D si
merita l'inferno. Nei libri di Paolo Ceri e Paolo Mancini, invece, cio' che interessa di piu' e' il fenomeno
mediatico che ha consacrato Diana Spencer come Principessa del popolo.
Peccatrice o santa, star o donna tra le donne: 64 artisti interpretano le
diverse sfaccettature in una eterogenea galleria di
immagini.
La beatificazione popolare di Lady Diana ci obbliga a un indiscreto quesito
teologico: dove si trova oggi la principessa? Secondo la visione cristiana, Dio
ha giudicato la donna più popolare del nostro tempo dopo la sua morte, e
ha destinato la sua anima al Paradiso, al Purgatorio o all'Inferno.
Se il suo posto è nei cieli, la sua venerazione postuma farà sorridere Dio. Il Purgatorio è il luogo in cui le anime salvate si liberano di ogni impurità, ed è la garanzia di un biglietto per il Paradiso (anzi, le preghiere possono abbreviare la sua permanenza tra i purganti). Tuttavia, non possiamo escludere l'Inferno. Se Diana è morta quando la sua anima era gravata da "peccati mortali" – circostanza non improbabile – è probabile che ora si trovi all'inferno, al di là di ogni speranza e preghiera e pertanto indegna della minima venerazione, per non parlare di un funerale in pompa magna nell'Abbazia di Westminster.
Vediamo di esaminare più nel dettaglio le tre possibilità. Il catechismo della Chiesa Cattolica pubblicato nel 1994, il compendio più completo e moderno della dottrina cristiana (che porta l'imprimatur di Giovanni Paolo II) non lascia adito a equivoci. Benché la Chiesa d'Inghilterra dissenta nettamente dal Papa per quanto riguarda l'ordinazione sacerdotale delle donne, il celibato dei preti e il divorzio, la sua dottrina sulle questioni che entrano in gioco nella salvezza di Diana (in particolare sull'adulterio e la fornicazione) è fondamentalmente identica a quella cattolica.
Le argomentazioni che vorrebbero Diana in Paradiso sono, temo, assai deboli. La tradizione della Chiesa riserva l'ingresso immediato soltanto ai santi, ai martiri e ai bambini battezzati deceduti prima di raggiungere l'età della ragione. Nessun altro ne è degno. Le buone opere di Diana possono essere state molto buone davvero, ma i suoi peccati, piccoli e grandi, certo le precludono, almeno temporaneamente, di attraversare la porta di Pietro. Rimangono il Purgatorio e l'Inferno, a seconda della condizione in cui si trovava la sua anima al momento della morte. Come dice il Catechismo, "Morire in peccato mortale senza pentimento e senza accettare l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati da Lui per sempre". In altre parole, l'Inferno. 
L'anima della principessa Diana versava in grave pericolo di dannazione la sera del 30 agosto, se diamo per scontato che lei e Eman "Dodi" Al Fayed avevano fornicato senza pentirsene (unione carnale tra un uomo non sposato e una donna non sposata) nel corso della loro vacanza romantica in Francia. Ricordiamo che tutti i rapporti sessuali fuori dal matrimonio, e parecchi anche al suo interno, sono secondo il Catechismo offese gravissime che conducono all'Inferno. La masturbazione, i rapporti omosessuali e l'assistere ai programmi televisivi di Playboy sono paragonabili, per la punizione che comportano, al gestire un cartello della droga o allo sterminio di popolazioni aborigene. Adulterio e fornicazione sono ancor oggi altrettanto satanici come al tempo di re Salomone.
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