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La principessa dritta all'inferno (pagina 2)

Philip Nobile

 

D'altro canto, se Diana avesse invocato il perdono divino dopo l'incidente, e se fosse spirata nella Sua grazia, sarebbe stata destinata alle "fiamme purificatrici" del Purgatorio per espiare i suoi peccati prima di ascendere al Paradiso. Non conosciamo gli ultimi pensieri di Diana, ma se tra essi non ci fu contrizione sincera per aver fatto l'amore con Dodi, anche il purgatorio sarebbe inaccessibile.

Di conseguenza, l'Inferno appare la dimora più plausibile per l'anima della principessa. Il dogma cristiano, immutabile e infallibile, stabilisce che i peccatori che si trovano nella sua presunta condizione spirituale – macchiati cioè dal peccato mortale – siano condannati. "Allontanatevi da me, maledetti, per bruciare nel fuoco eterno" dice Cristo riferendosi ai dannati.

Con un gesto sorprendente, il Papa ha voluto ignorare la presunzione di condanna verso Diana, dando un positivo segnale circa la sua possibilità di redenzione. "Il Santo Padre ha offerto le sue preghiere, raccomandandola all'amore eterno del nostro Padre Celeste", ha scritto in terza persona alla Regina Elisabetta il 1° settembre. La sua nota implica la convinzione del purgatorio. Mohamed Al Fayed, il padre di Dodi, può certo legittimamente esclamare, nel suo dolore, "Dio ha preso le loro anime perché vivano insieme in Paradiso". Ma come spiegare l'apparente benedizione papale della più celebre tra le peccatrici contro il sesto comandamento?


Un avvocato del diavolo potrebbe tacciare di ipocrisia l'atteggiamento del Pontefice. Le persone che si trovano improvvisamente al cospetto del Creatore mentre si stavano recando a un appuntamento illecito e scandaloso di solito non godono delle benedizioni provenienti dalla Città del Vaticano. L'eccezione fatta per la principessa del Galles suggerisce che la posizione ufficiale della Chiesa riguardo ai peccati sessuali e alla loro punizione non possono reggere a un serio esame razionale. (Le infedeltà di Martin Luther King sarebbero sullo stesso piano di gravità degli esperimenti condotti sui bambini dal dottor Joseph Mengele).

L'idea di Diana all'inferno appare crudele e repellente in termini di umanità, benché risulti piuttosto conforme al dettato divino. "La porta che conduce alla vita è stretta, e la via è ripida, e pochi sono coloro che la trovano" dichiara Cristo parlando delle tristemente poche probabilità di andare incontro alla salvezza.

La teologia romana e anglicana, che demonizza le deviazioni della carne, concede poco spazio all'ottimismo nel caso di Diana. Ma ci dice di più sulla raggelante essenza del cristianesimo che sul destino ultimo di una donna bella, giovane, gentile e talvolta sventata che ha avuto la disgrazia di sposare un principe e di morire con un playboy.




Philip Nobile, teologo, ha conseguito una laurea pontificia presso l'Università di Lovanio ed è editorialista del National Catholic Reporter.



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