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La confessioni (erotiche) di Sant'Agostino (pagina 3)

Jostein Gaarder intervistato da Paolo Marcesini

Qual è il suo rapporto personale con Dio? "Sono cresciuto in un ambiente cristiano, appartengo alla chiesa luterana norvegese. Considero Gesù un personaggio importante, la mia etica personale coincide con quella di Cristo. Ma non credo alla resurrezione, non credo alla vita dopo la morte. E quando dico di non credere, in realtà ammetto di non sapere, professo solo la mia socratica ignoranza. Credo, questo si, nell'esistenza di un grande spirito universale che è all'origine dell'Universo e spero un giorno di conoscerlo. Amo la scienza, ma so che da sola non basta a spiegare tutto. Quando sento uno scienziato affermare con sicurezza che l'uomo è solo un animale risultato della selezione naturale della specie avverto nelle sue parole un limite di conoscenza non condivisibile da tutti coloro che esercitano l'arte della curiosità, la vera conoscenza".

Ma torniamo a Floria e alla sua disputa dialettica e rancorosa con Agostino: "Riesci ancora a ricordare come mi accarezzavi tutto il corpo e come, per così dire, stimolavi tutti i boccioli prima che si aprissero? Come ti piaceva cogliermi! (...) Poi te ne sei andato, vendendomi per la salvezza della tua anima. Che infedeltà, Aurelio, che errore! No, io non credo in un Dio che, per salvare l'anima di un uomo, costringe una donna a sprecare la propria vita". Quindi lo immagina chiuso in un labirinto popolato da teologi, "tu che un tempo eri il mio piccolo e giocoso compagno di letto". Inevitabile il suo destino: "Sei diventato anche tu un mangiatore di uomini. O forse dovrei dire un pescatore di uomini? Non dimentichi la donna che amasti, ma rendi lode a Dio per essertene separato". E bravo Sant'Agostino…

A Jostein Gaarder, che intanto fatica a smettere i panni di Floria ("scrivere la sua storia è stata un'esperienza emozionante, al di là di ogni aspettativa) viene universalmente riconosciuto il ruolo del grande divulgatore. Gli chiediamo chi sia oggi il filosofo. "La parola filosofo coincide con il mestiere di mediatore del pensiero. Sono filosofi i professori, gli esperti e gli scrittori che mettono al centro della loro narrazione il mondo della filosofia. Personalmente non mi ritengo un filosofo contemporaneo, ma un cercatore di verità che ad alcune domande ho trovato risposte, ad altre no". Quindi cita la su ammirazione per Einstein e Stephen Hawkins, filosofi e scienziati. Inevitabile una sua personale definizione di filosofia: "E' la continuazione della tradizione socratica. L'uomo deve sviluppare la curiosità, sapere di non sapere, essere incerto di se stesso e del suo ruolo all'interno della storia. Un filosofo non deve necessariamente essere un professore che pontifica dall'alto della cattedra, non deve mai essere troppo sicuro di se stesso. E' filosofo chiunque ricerchi con impegno la verità. Come i bambini, che sono "naturalmente" curiosi sin dalla nascita. Peccato che crescendo perdano questo dono. Succede come con il nuoto, i neonati quando li metti in acqua sanno da soli cosa fare, poi crescendo lo dimenticano e devono ricominciare da capo, usando le pinne, il salvagente. E provano persino paura dell'acqua. Spesso non posso fare a meno di pensare che uno dei sinonimi possibili della crescita sia proprio la stupidità".

Oggi non si leggono più Hegel e Socrate ma gli scrittori che parlano di Hegel e Socrate nei loro romanzi. Gaarder, che è nato a Oslo e ha due figli, con Il mondo di Sofia pubblicato nel 1994 da Longanesi ha raggiunto la ventesima edizione, è stato tradotto in 40 lingue e ha venduto più di dieci milioni di copie in tutto il mondo. Viene naturale chiedersi perché la filosofia senza la filosofia (Beniamino Placido) piaccia così tanto ai lettori, abituali non-lettori di testi filosofici? Molto di mestiere la risposta: "La divulgazione impoverisce ma è fondamentale alla conoscenza. La gente considera la filosofia qualcosa di importante, eccitante ma difficile al tempo stesso. Così raccontare la Verità attraverso la narrativa ha successo perché l'uomo, da sempre, ama imparare raccontando e facendosi raccontare delle storie.

Storie come quella di Floria che non credeva a un Dio che predicava l'astinenza, il disprezzo dei sensi e la distruzione di un essere umano pur di salvare l'anima di un altro essere umano. "Lei sembra dirci che la vita è così breve, non possiamo chiuderla in una stanza e buttare via le chiavi".

Ha scritto Sant'Agostino: "Da mihi castitatem et continentiam, sed noli modo". Forse ci sono cose più importanti da chiedere. Diceva infatti Orazio: "Reputa ogni giorno che splende come il tuo ultimo". Già, vita brevis.

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