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La confessioni (erotiche) di Sant'Agostino (pagina 2)

Jostein Gaarder intervistato da Paolo Marcesini

 

Floria ha le idee chiare: "La mai rivale non era soltanto la mia rivale. Era la rivale di tutte le donne, era nientemeno che l'angelo della morte per l'amore. Tu stesso la chiami Continenza". Quindi un po' perfida cita Tacito: "Conviene alle donne dolersi per una perdita, agli uomini ricordarla". Non mancano colpi sotto la cintola. Scrive Agostino che: "La cosa migliore sarebbe stata se in giovinezza mi fossi castrato per amore del regno dei cieli". E Floria felicemente sarcastica: "Vuoi dire che alcune parti del corpo umano valgono per Dio meno di altre? Il tuo dito medio per esempio, è forse più neutrale? Usavi anche il dito, tu!"

Insomma, ad essere esaminato da Floria-Gaarder è il rapporto tra filosofia e Chiesa, tra mondo delle idee e dogmi della religione. "Sia chiaro, la dichiarazione dei diritti dell'uomo non è un regalo di Dio. Dobbiamo essere grati a Voltaire, Rousseau e Kant se oggi abbiamo un'etica universalmente riconosciuta. Dico questo perché la Chiesa influenza a tal punto la vita di ognuno di noi da farci dimenticare la nostra indipendenza intellettuale e di pensiero. Chi l'ha detto che occorre sempre e comunque essere d'accordo con lei. Non vi dice nulla il nome di Giordano Bruno? Compito della filosofia è quello di avere con lei un dialogo critico, segnalare quelli che, a torto o a ragione considera errori, gli equivoci, le interpretazioni sbagliate della Bibbia e dei Vangeli". E ci fa un esempio: "La Chiesa è contraria alla contraccezione e i preti devono osservare la castità. Pazienza, personalmente non sono d'accordo, ma rispetto questa posizione. Ma, se persino Madre Teresa, questa indimenticabile e generosissima piccola donna, quando allo scopo di salvare un popolo dall'autodistruzione non poteva predicare l'utilità della contraccezione, allora significa che la Chiesa non è infallibile. Chi l'ha detto che quello è un peccato, chi l'ha detto che dietro alcuni giudizi severi (troppo severi) sull'aborto e il controllo delle nascite non ci sia la parola di Dio ma solo una sessuofobia fine a se stessa. Quale autorità morale è capace di giudicare sbagliato e meritevole di colpa un atteggiamento diverso?".

Di colpe però ne ha anche la filosofia, gli diciamo, che per molto tempo ha preferito occuparsi della vita pratica degli individui e dell'organizzazione politica e morale delle società, lasciando alla Chiesa l'esclusiva di indagare l'assoluto. "E' vero e questo è un limite storico che va superato. Ci vorrà del tempo, e la Chiesa, non dimentichiamolo, è esperta nella gestione del tempo, predica l'immortalità dell'anima e può permettersi una gestione molto personale della storia. Solo recentemente ha accettato con serenità le teorie di Galileo e Copernico, con tanto di revisione del processo. Ed è di queste settimane la notizia di un suo interesse (finalmente!) per le teorie di Darwin sull'evoluzione dell'uomo". Come spiegare allora la contrapposizione tra religione e filosofia? "E' presto detto, la religione si basa sulla fede e la rivelazione, la filosofia sulla ragione e l'esperienza. Si può essere filosofi ed avere la fede perché la vita è un mistero non ancora svelato. Personalmente non rispondo alle domande su me stesso attraverso la rivelazione, ma rispetto chi cerca queste risposte nella fede, sono azioni della mente che appartengono anch'esse, in qualche modo, alla filosofia". Eppure l'uomo, consapevole del proprio potere e della forza della tecnologia, quando si sente abbandonato, spesso si rivolge a Dio.

"Appartengo alla prima generazione che è cresciuta senza una grande fede alle spalle. Me ne rendo conto, è una grande perdita, un lutto difficile da elaborare. Soprattutto perché tutti avvertiamo di fare parte di un grande mistero. In passato la religione ha dato conforto alla vita umana con la speranza di una vita dopo la morte. Chi oggi la fede non ce l'ha guarda con tristezza alla brevità della vita. Non ha altro e, credetemi, sta molto peggio.

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