Da: Galleazzi Benvenuta
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: lunedì 16 gennaio 2006
16.10
Oggetto: Che
cognome vuoi?
L'articolo è bellissimo, io sto aspettando
da una vita questa possibilità,
spero che in campagna elettorale qualcuno se ne faccia
carico e sia tra le
promesse che poi verranno mantenute.
spero ci sarà una norma transitoria per i figli
già nati.
Da: Massimo Negri
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: mercoledì 11 gennaio
2006 12.56
Oggetto: Grazie Ciampi!
Cari amici di Caffe' Europa,
a commento del tradizionale e, nel frangente, ultimo
messaggio di San Silvestro dal Quirinale, il Professor
Gianfranco Pasquino su L'Unità del 2 gennaio
2006 ha, tra le altre cose, scritto: "Imparzialità,
dignità, laicità: sono i tre grandi
valori ai quali il presidente Ciampi ha improntato
il suo settennato. Li ha giustamente sottolineati
e rivendicati nel suo sobrio e commosso commiato.
A quei principi Ciampi si è rigorosamente attenuto
e li lascia come impegnativa eredità al suo
successore. Le linee tracciate nel suo settennato
consentiranno a chi dovrà e vorrà seguirle
di creare un nuovo clima politico e istituzionale
che dia maggiore prestigio internazionale all' Italia,
alla patria, prodotto di una storia che dal Risorgimento
alla Resistenza approda alla Costituzione repubblicana,
che Ciampi ha onorato nella sua lunghissima prestigiosa
vita pubblica".
Per parte mia, da sempre nella truppa dei "Ciampi
boys", ho nel cuore la sua immagine di giovane
partigiano militante del Partito d' Azione, meteora
nel firmamento della politica italiana ma fucina di
fecondi ideali che seppero unire i due momenti storicamente
più luminosi della storia patria, il Risorgimento
e, appunto, la Resistenza. A quegli ideali - estesi
poi al disegno di un'Europa libera, federata e forte
nella sua economia e nelle sue istituzioni - Ciampi
ha ispirato il suo operato, prima da Governatore della
Banca d'Italia (dal 1979 al 1993), poi da Presidente
del Consiglio (dal 1993 al 1994) e, infine, da Presidente
della Repubblica (dal 1999 al 2006). L' augurio è
che il suo esempio di rettitudine diventi patrimonio
di tutto il Paese, a cominciare dalle giovani generazioni
alla ricerca di validi punti di riferimento.
Cordiali saluti
Massimo Negri - Casalmaggiore (CR)
Da: Renato Corsetti
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: venerdì 23 dicembre
2005 17.35
Oggetto: Ragioni
di confine
Caro redattore,
''Ragioni di confine'' di António Sousa Ribeiro
e' un articolo che mi e' piaciuto molto. In particolare
il pezzo in cui si parla del luogo comune: ''. . .che
considera la lingua inglese l'esperanto del nostro
tempo. Ma l'inglese è la lingua franca della
globalizzazione perché è la lingua dell'Impero,
del solo impero che continua a esistere sulla scena
mondiale contemporanea.''
Per questo io, e centinaia di migliaia di altre persone,
ci occupiamo dell'esperanto, quello vero: www.esperanto.net.
Faccia i miei complimenti all'autore.
Cordialmente
Renato Corsetti
Da: Luca Bartaloni
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: venerdì 23 dicembre
2005 14.32
Oggetto: Come
parli, Europa?
Mi è piaciuto che l'articolo abbia affrontato
il problema della lingua della "nazione"
Europa, giacché lo ritengo uno dei problemi
più importanti (si può costruire un
Unione se i cittadini non si comprendono tra loro?
Come si può "democratizzare" l'Ue,
se noi cittadini europei non possiamo scambiarci direttamente
le idee, ma siamo costretti alla mediazione dei vari
politici statali?). Tuttavia, io sono e resto un convinto
assertore di "una sola lingua veicolare europea"
(finnico, inglese, esperanto greco antico, fate vobis,
purché ve ne sia una per capirsi tra di noi).
Posso anche tollerare che se ne utilizzino due o tre
(tipo inglese, tedesco, francese o inglese e francese),
ma poi stop! La polemica sulla lingua italiana, pertanto,
mi pare misera e nazionalistica, nel senso peggiore
del termine. Bravo Barroso, peccato che non insista
in questa direzione. Vero, invece, che la cultura
anglossassone, ma soprattuto U.S.A. sia davvero troppo
presente in Europa ed in questo caso ciò rappresenta
un grave problema per la coesione dell 'Unione Europea
e vi faccio tre semplici esempi: 1) provate ad acquistare
in Italia (Europa) un disco di rock europeo, tipo
Die Arzte o BAP o Peter Maffay e scoprirete che non
ve lo vende nessuno, nonostante siano artisti molto
famosi, mentre potrete trovare anche un artista secondario,
purché "made in USA"; 2) come si
pronuncia abitualmente la parola "privacy"
(quasi tutti la pronunciano all' americana "praivasi"
e pochi sanno che nell'europeo inglese britannico
si pronuncia "privasi"); 3) perché,
se voglio notizie dall'Unione Europea (di qualsiasi
tipo) sono costretto a vedermi la tv svizzera o a
cercarmele in internet? Possibile che non ci sia nemeno
una TV europea in lingua inglese o francese?
Con tutto ciò, trovo addirittura incredibile
che, a volte, nei referendum sull'Europa, i cittadini
si esprimano a favore di una maggiore integrazione,
visto che si fa di tutto per farli sentire o "americani"
o "francesi, inglesi, olandesi, italiani etc.".
Incredibile anche che la magistratura italiana abbia
emesso un mandato di cattura europeo per gli agenti
CIA che hanno eseguito atti illegali in Europa (fatto
gravissimo e passato in sordina per molto tempo sui
"media").
Saluti, Luca Bartaloni
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