Nell'azione contro l'Iraq il presidente Usa Bill Clinton ha trovato appoggi
molto scarsi. A parte la posizione della Gran Bretagna, le cui forze aeree
partecipano alle incursioni, quasi tutti gli alleati occidentali, Italia
compresa, si dissociano o tengono un profilo basso. La Russia ha ritirato
l'ambasciatore da Washington. E anche sul piano interno la Casa Bianca
appare sotto assedio, visto che la discussione sull'impeachment inizia
comunque oggi pomeriggio, con i repubblicani decisi a disfarsi del
presidente.
I dissidi che attraversano l'Occidente si riflettono anche nei titoli
d'apertura dei quotidiani. Il "Corriere della Sera" e "Il Messaggero"
notano entrambi che "il mondo si divide". "L'Unita'" mostra un riflesso
pacifista: "'Fermate i bombardieri'". "Il Giornale" un riflesso antirusso:
"Eltsin con Saddam contro Clinton".
Ricorda le vittime, spesso civili, il titolo della "Stampa": "Missili e
sangue sull'Iraq". Enfatizza la responsabilita' del presidente Usa quello
di "Repubblica": "La guerra di Clinton". Freddamente cronachistico "Il Sole
24 Ore": "Ancora missili su Baghdad".
I numerosi commenti trattano i diversi aspetti della crisi in corso. Enzo
Bettiza, nel fondo della "Stampa", si mostra preoccupato per "la solitudine
dell'America", poiche' teme che la dissociazione degli europei favorisca
tiranni sanguinari come Saddam. Arturo Guatelli, sul "Messaggero", sostiene
che gli Usa sono ormai l'unica potenza democratica che ritiene legittimo
fare ricorso alla guerra, ma sottolinea anche la vanita' dell'appello
all'Onu, "le cui regole nessuno piu' rispetta".
Su "Repubblica" Bernardo Valli osserva che il conflitto Usa-Iraq finisce
per essere interpretato dai musulmani come uno scontro di civilta' tra
Islam e Occidente. Eppure, ricorda Renato Farina sul "Giornale", l'Iraq e'
forse il meno integralista dei paesi arabi.
Nel fondo del "Corriere", Sergio Romano guarda ai riflessi della crisi in
Italia: mentre tutti gli altri paesi prendono posizione a seconda delle
rispettive convenienze, osserva, nel nostro riaffiorano pulsioni
ideologiche antiamericane, che il governo farebbe bene a smentire. Analogo
il ragionamento di Ugo Tramballi, sul "Sole 24 Ore": a suo parere l'Italia
sta facendo la parte "gratuita del moralista", senza curarsi di definire il
suo interesse nazionale.
Tra le voci favorevoli al blitz su Baghdad, "la Repubblica" ospita un
intervento del premier britannico Tony Blair, secondo cui "un'azione
militare immediata era inevitabile" se non si voleva consentire a Saddam di
rafforzare il suo arsenale con altre armi di distruzione di massa. E'
d'accordo Livio Caputo, del "Giornale": a suo avviso Washington e Londra si
sono assunte con coraggio "le proprie responsabilita' di fronte al mondo".
Decisamente contrarie altre opinioni. Secondo lo scrittore arabo Tahar Ben
Jelloun, che scrive su "Repubblica", gli occidentali "non sono riusciti a
eliminare Saddam, e allora colpiscono il suo popolo". Sulla "Stampa"
Mikhail Gorbaciov parla di "colpo inferto all'Onu" e "insensato spargimento
di sangue". Sull'"Unita'" Umberto Ranieri afferma che le bombe forniscono a
Saddam "la possibilita' di rinsaldare il regime".
Un altro problema sono gli obiettivi dell'azione. A parte quello generale
di stabilire un nuovo ordine internazionale, ricordato da Stefano Silvestri
sul "Sole 24 Ore", c'e' quello di determinare la caduta di Saddam. Ma
Siegmund Ginzberg, dell'"Unita'", non vede "come possa essere risolutivo"
l'attacco dal cielo. E anche Alberto Pasolini Zanelli, del "Giornale",
avverte che se l'intento di spodestare il tiranno fallira', egli "non solo
sopravvivera', ma diventera' ancora piu' forte".
Chi corre i rischi maggiori forse e' Clinton. Ennio Caretto, del
"Corriere", lo descrive "sul punto di perdere la sua ultima scommessa". E
sull'"Unita'" Piero Sansonetti, pur lodando la sua politica estera degli
anni scorsi, nota che sul presidente grava un'ombra "cosi' grande che
niente potra' dissiparla".
Almeno finora non ci sono riflessi negativi sull'economia. "La crisi non
spaventa le Borse. I prezzi del petrolio verso i minimi", annuncia
tranquillizzante "Il Sole 24 Ore".
Ovviamente le altre notizie passano in secondo piano. Da Londra c'e'
l'annullamento della sentenza che negava l'immunita' al dittatore cileno
Augusto Pinochet: il giudizio e' da rifare.
Nel napoletano c'e' un'inchiesta sullo sfruttamento di ragazzini mai andati
a scuola, con 89 indagati. Sull'"Unita'" Claudio Fava scrive che non e' un
caso isolato, ma "un campione di umanita' diffusa". Vittorio Emiliani, sul
"Messaggero", definisce tale comportamento "uno dei delitti, degli abusi
peggiori contro l'infanzia".
Sempre a Napoli si segnalano nuovi guai giudiziari per il cardinale Michele
Giordano, accusato anche di frode fiscale: la Finanza ha perquisito la
Curia.
Nella capitale, dopo il disastro al quartiere Portuense, si prepara un
controllo generalizzato sugli edifici ritenuti a rischio. "Roma, revisione
per tutti i palazzi", annuncia "Il Messaggero".
Smentita infine la notizia della partenza di Abdullah Ocalan. Comunque il
leader del Pkk, riferiscono i suoi legali, non si oppone a tale
prospettiva. "Ocalan pronto a lasciare l'Italia", titola il "Corriere".