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Antonio Carioti

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Venerdi' 18.12.98
La solitudine del guerriero

 

Nell'azione contro l'Iraq il presidente Usa Bill Clinton ha trovato appoggi molto scarsi. A parte la posizione della Gran Bretagna, le cui forze aeree partecipano alle incursioni, quasi tutti gli alleati occidentali, Italia compresa, si dissociano o tengono un profilo basso. La Russia ha ritirato l'ambasciatore da Washington. E anche sul piano interno la Casa Bianca appare sotto assedio, visto che la discussione sull'impeachment inizia comunque oggi pomeriggio, con i repubblicani decisi a disfarsi del presidente.

I dissidi che attraversano l'Occidente si riflettono anche nei titoli d'apertura dei quotidiani. Il "Corriere della Sera" e "Il Messaggero" notano entrambi che "il mondo si divide". "L'Unita'" mostra un riflesso pacifista: "'Fermate i bombardieri'". "Il Giornale" un riflesso antirusso: "Eltsin con Saddam contro Clinton".

Ricorda le vittime, spesso civili, il titolo della "Stampa": "Missili e sangue sull'Iraq". Enfatizza la responsabilita' del presidente Usa quello di "Repubblica": "La guerra di Clinton". Freddamente cronachistico "Il Sole 24 Ore": "Ancora missili su Baghdad".

I numerosi commenti trattano i diversi aspetti della crisi in corso. Enzo Bettiza, nel fondo della "Stampa", si mostra preoccupato per "la solitudine dell'America", poiche' teme che la dissociazione degli europei favorisca tiranni sanguinari come Saddam. Arturo Guatelli, sul "Messaggero", sostiene che gli Usa sono ormai l'unica potenza democratica che ritiene legittimo fare ricorso alla guerra, ma sottolinea anche la vanita' dell'appello all'Onu, "le cui regole nessuno piu' rispetta".

Su "Repubblica" Bernardo Valli osserva che il conflitto Usa-Iraq finisce per essere interpretato dai musulmani come uno scontro di civilta' tra Islam e Occidente. Eppure, ricorda Renato Farina sul "Giornale", l'Iraq e' forse il meno integralista dei paesi arabi.

Nel fondo del "Corriere", Sergio Romano guarda ai riflessi della crisi in Italia: mentre tutti gli altri paesi prendono posizione a seconda delle rispettive convenienze, osserva, nel nostro riaffiorano pulsioni ideologiche antiamericane, che il governo farebbe bene a smentire. Analogo il ragionamento di Ugo Tramballi, sul "Sole 24 Ore": a suo parere l'Italia sta facendo la parte "gratuita del moralista", senza curarsi di definire il suo interesse nazionale.

Tra le voci favorevoli al blitz su Baghdad, "la Repubblica" ospita un intervento del premier britannico Tony Blair, secondo cui "un'azione militare immediata era inevitabile" se non si voleva consentire a Saddam di rafforzare il suo arsenale con altre armi di distruzione di massa. E' d'accordo Livio Caputo, del "Giornale": a suo avviso Washington e Londra si sono assunte con coraggio "le proprie responsabilita' di fronte al mondo".

Decisamente contrarie altre opinioni. Secondo lo scrittore arabo Tahar Ben Jelloun, che scrive su "Repubblica", gli occidentali "non sono riusciti a eliminare Saddam, e allora colpiscono il suo popolo". Sulla "Stampa" Mikhail Gorbaciov parla di "colpo inferto all'Onu" e "insensato spargimento di sangue". Sull'"Unita'" Umberto Ranieri afferma che le bombe forniscono a Saddam "la possibilita' di rinsaldare il regime".

Un altro problema sono gli obiettivi dell'azione. A parte quello generale di stabilire un nuovo ordine internazionale, ricordato da Stefano Silvestri sul "Sole 24 Ore", c'e' quello di determinare la caduta di Saddam. Ma Siegmund Ginzberg, dell'"Unita'", non vede "come possa essere risolutivo" l'attacco dal cielo. E anche Alberto Pasolini Zanelli, del "Giornale", avverte che se l'intento di spodestare il tiranno fallira', egli "non solo sopravvivera', ma diventera' ancora piu' forte".

Chi corre i rischi maggiori forse e' Clinton. Ennio Caretto, del "Corriere", lo descrive "sul punto di perdere la sua ultima scommessa". E sull'"Unita'" Piero Sansonetti, pur lodando la sua politica estera degli anni scorsi, nota che sul presidente grava un'ombra "cosi' grande che niente potra' dissiparla".

Almeno finora non ci sono riflessi negativi sull'economia. "La crisi non spaventa le Borse. I prezzi del petrolio verso i minimi", annuncia tranquillizzante "Il Sole 24 Ore".

Ovviamente le altre notizie passano in secondo piano. Da Londra c'e' l'annullamento della sentenza che negava l'immunita' al dittatore cileno Augusto Pinochet: il giudizio e' da rifare.

Nel napoletano c'e' un'inchiesta sullo sfruttamento di ragazzini mai andati a scuola, con 89 indagati. Sull'"Unita'" Claudio Fava scrive che non e' un caso isolato, ma "un campione di umanita' diffusa". Vittorio Emiliani, sul "Messaggero", definisce tale comportamento "uno dei delitti, degli abusi peggiori contro l'infanzia".

Sempre a Napoli si segnalano nuovi guai giudiziari per il cardinale Michele Giordano, accusato anche di frode fiscale: la Finanza ha perquisito la Curia.

Nella capitale, dopo il disastro al quartiere Portuense, si prepara un controllo generalizzato sugli edifici ritenuti a rischio. "Roma, revisione per tutti i palazzi", annuncia "Il Messaggero".

Smentita infine la notizia della partenza di Abdullah Ocalan. Comunque il leader del Pkk, riferiscono i suoi legali, non si oppone a tale prospettiva. "Ocalan pronto a lasciare l'Italia", titola il "Corriere".
 


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