Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale



Time, 7-14 dicembre 1998

E.B.

 

Chi era Mose'? La DreamWorks di Katzenberg, Spielberg e Geffen sta per invadere le sale con il suo collosal animato "Il principe d'Egitto", e Time dedica la copertina al personaggio biblico. Su Mose' e' ancora aperto il dibattito di storici e archeologi, per capire, al di la' delle Sacre Scritture e della cultura popolare, chi fosse in realta' quest'uomo, santo e ribelle, rifugiato e saggio. Fu realmente un personaggio storico? Di certo, la sua storia e' una metafora abbondantemente usata nei nostri tempi, il singolo scelto per cambiare il mondo. Martin Luther King lo citava nei suoi discorsi, Newt Gingrich e' stato accostato a lui, il possente Charlton Heston dei "Dieci comandamenti" di DeMille e' ancora impresso in noi. C'e' chi lo ha definito un rivoluzionario africano, chi lo invoca per spronare gli ebrei, e' comunque un simbolo di liberta', legge e leadership.

Oggi, sull'onda del cartoon, ce lo ritroviamo in formato Cd, litografie e libri per bambini. Tornando alla storia, non ci sono prove della dominazione egiziana sulla minoranza ebrea sotto il faraone Ramsete II. Ma tra le Scritture e le varie leggende egiziane ci sono molti punti in comune. L'epica nazionale ebraica nasce in stretta connessione con la cultura egiziana. Le ipotesi sulla reale identita' di Mose' sono svariate, cosi' come le interpretazioni dei "miracoli" del santo. Una vita, la sua, che e' stata definita una "tragedia esistenziale": abbandonato da neonato in un mondo ostile, vissuto a lungo da solo in cerca di qualcosa che lo ha sempre eluso, morto in solitudine. "Una vita - dice Katzenberg - da raccontare in 88 minuti. Abbiamo pubblicato Dio, ma non lo abbiamo riscritto". Infatti il colossal ha ricevuto l'imprimatur del Vaticano e di circa settecento sacerdoti di tutto il mondo. Katzenberg, per non commettere errori o blasfemie, si e' letto e riletto le Scritture, ed ora e' un esperto. E' stato abolito il personaggio (alla Disney) di un cammello parlante. Ed e' stata accantonata l'idea, troppo triviale, di vendere pupazzi-Mose' nei Burger King.

Come ti riciclo milioni di dollari. Un'inchiesta del Time fa luce sul ruolo importante delle banche private nel lavaggio di denaro sporco in tutto il mondo. Il caso piu' eclatante e' quello dell'affaire Citibank-Salinas. Il colosso finanziario (fusione di Citicorp e Travellers) avrebbe aiutato Raul Salinas, il fratello dell'ex presidente messicano Carlos Salinas, a trasferire cento milioni di dollari in conti segreti appartenenti a societa' offshore facenti capo a compagnie "fantoccio" delle Isole Cayman. Il problema e' che Raul Salinas non e' un tipo molto raccomandabile, essendo in carcere dal 1995, accusato di arricchimento illegale e omicidio. E il Gao, il General Accounting Office, braccio investigativo del Congresso statunitense, dopo otto mesi di indagini ha concluso che Citibank ha costruito la copertura finanziaria di Salinas.

Si e' aperta dunque la discussione, in America, sul ruolo effettivo delle banche nel proteggere i soldi dei criminali. Sotto accusa sono i servizi di private banking, riservati a clienti miliardari, ultraconfidenziali, in rapida crescita nei bilanci dei grandi istituti di credito. Un'industria che fino al 1980 non esisteva e che ora genera un giro d'affari annuo di 150 miliardi di dollari. Cio' e' dovuto al boom dei nuovi miliardari, che negli Usa crescono di numero ad un ritmo del 10 per cento all'anno, contro l'uno per cento della crescita demografica. Al private banking si fa ricorso, ad esempio, per trasferire offshore i beni altrimenti soggetti a spartizioni in cause civili, come quelle di divorzio. Tutto questo fa impazzire le autorita' di controllo. Citibank ha sedi in cento paesi: impossibile la trasparenza. I maestri nell'arte di servire i potenti tuttavia sono gli svizzeri: guardiani dell'unico porto sicuro in un mondo scosso da instabilita' politica, caos finanziario e rapaci ministeri delle finanze.

La futura regina d'India. Sonia Maino Gandhi, vedova in un paese straniero (e' nata in Piemonte) aveva tutte le scuse per starsene fuori dall'arena politica. Ma le recenti vittoriose elezioni in tre stati l'hanno definitivamente consacrata come stella di prima grandezza del gigante asiatico. Il Partito del Congresso, quello di Nehru, Indira e Rajiv Gandhi, era sull'orlo del crollo dei consensi. Ci voleva un membro della famiglia, per risollevarlo. E dopo sette anni dietro le quinte, la cinquantaduenne Sonia ha deciso di mettersi in politica, assumendo la guida del Partito. Il suo inglese ha un accento indiano, i suoi sari e il suo eloquio sono identici a quelli della suocera martire Indira. Ora tutti gli alleati la vogliono come prossimo primo ministro, per sconfiggere gli induisti al potere. A darle una mano potrebbero esserci i suoi due figli, quasi trentenni. La saga continua.
 

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