Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale



The Economist, 12-19 dicembre 1998

E.B.

 

La Nato e la crisi di mezz'eta'. Proprio quando si appresta a festeggiare i 50 anni di vita (il prossimo aprile), la piu' forte alleanza militare del mondo si scopre disunita e non piu' cosi' sicura del proprio futuro. La scomparsa del nemico sovietico, che teneva insieme i sedici membri, rende le cose piu' incerte: a che serve l'alleanza? Che armi puo' usare, e in quali circostanze? I contribuenti americani non sono piu' cosi' entusiasti di pagare per pericoli che non ci sono piu'. E l'interesse americano sara' d'ora in poi proporzionato all'impegno europeo nel combattere i nemici del futuro: armi chimiche, guerra batteriologica, missili, guerre etniche.

Dissapori tra Stati Uniti e Europa ci sono stati nella gestione delle crisi dei Balcani. Gli Usa hanno criticato l'incapacita' europea nella guerra in Bosnia, gli europei hanno mugugnato quando Washington ha mostrato i muscoli nel caso Kosovo. Quel che e' certo, nessun membro rischia uomini se non in caso di sicurezza nazionale in pericolo. E la Nato non aspettera' sempre l'ok dell'Onu per agire. In realta', Usa ed Europa dovrebbero sedersi attorno a un tavolo e discutere della spartizione del lavoro. Gli arsenali del vecchio continente devono essere rinnovati, e gli stati europei devono credere nella buona fede degli Stati Uniti. Tutti devono sviluppare tecnologie in comune. La collaborazione tra le difese vale molto di piu' delle parole pronunciate nei summit ufficiali.

Il passato non sepolto dei polacchi. A Varsavia, sono in molti a chiedere che si faccia luce sui crimini commessi dal quarantennale regime comunista. Ma non e' una cosa facile. Dal 1989, anno dell'avvento della democrazia, nessuno e' finito sotto processo. Nemmeno il generale Jaruzelski, che ora vive la sua indisturbata pensione. Anche verso l'estero gli ostacoli sembrano insuperabili. L'estradizione da Israele di Salomon Morel, accusato di aver fatto uccidere 1500 tedeschi alla fine della guerra, e' stata rifiutata la scorsa settimana. Ed e' difficile che si muova da Londra Helena Brus, che arresto' l'eroe della resistenza non comunista Emil Fieldorf, poi impiccato. I problema e' che molti uomini al potere sono ex comunisti, come il presidente Alexander Kwasniewski. E gran parte dell'opinione pubblica e' favorevole a dimenticare, pur di avere una riconciliazione nazionale.

Come vedono l'uomo le scienze economiche? Per i critici, come una mera macchina ottimizzatrice, un'entita' non etica. E questo non rende giustizia della varieta' dei comportamenti umani, per cui l'economia e' inutile per capire le cose. In realta', non e' cosi'. Gli economisti vedono gli uomini come esseri spinti dall'obiettivo razionale dell'interesse personale, del proprio interesse. E' vero, l'amore, il senso del dovere e del sacrificio dove li mettiamo? Ma la definizione di condotta razionale tesa al proprio interesse e' assai ampia, sta a significare che gli uomini non commettono mai di proposito lo stesso errore sistematicamente, che imparano dai propri errori. E che l'interesse personale puo' coinvolgere anche l'onesta' e lo scambio, perche' spesso l'interesse collettivo e' necessario a quello individuale. Se la societa' fosse mossa dal puro altruismo, diventerebbe un caos. E comunque, nessun'altra definizione dell'agire umano, dai tempi di Adam Smith, si e' rivelata altrettanto buona.
 

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