The Observer, 6 dicembre 1998 E.B.
Questa settimana l'Observer pubblica un'intervista esclusiva a Barry Horne,
il probabile primo martire della causa animalista. Da sessanta giorni e' in
sciopero della fame, e dichiara: "Voglio morire. Questa e' la fine. Con la
morte si vince". "Non lo faccio per me - ha scritto - ma per tutti gli
animali in ogni laboratorio di tortura". Horne e' un carcerato, condannato
a diciotto anni per attentati. Il suo gesto divide l'opinione pubblica
inglese: c'e' chi lo considera un improbabile eroe, un terrorista che ha a
cuore i topi piu' degli uomini.
Lo scopo di Horne e' la creazione di una commissione governativa sulla
vivisezione. E accusa Blair di averla promessa prima delle elezioni, e di
essersene scordato. Ma il governo, che lo scorso mese ha annunciato il
divieto di uso di animali per provare cosmetici, rifiuta le sue richieste.
La polizia e' in allarme: se Horne morisse, ci potrebbero essere reazioni
violente. La Milizia per i diritti degli animali, un gruppo terrorista, ha
pubblicato una lista di dieci scienziati: verranno uccisi per vendicare
Horne.
Gli Stati Uniti hanno bloccato un golpe contro Saddam. La notizia e'
pubblicata in esclusiva dall'Observer. Nel giugno scorso, alcuni membri
della Guardia Repubblicana, il corpo di elite vicino al dittatore, stavano
progettando una rivolta. Ma un agente della Cia, riferisce uno dei piu'
temuti dissidenti del regime, l'ex generale Abdel al-Juburi, ordino' ai
ribelli di rinviare l'operazione. Questo nonostante gli Usa da tempo dicano
di appoggiare l'opposizione interna in Iraq. Secondo Juburi, il novanta per
cento dei centomila soldati della Guardia lo appoggerebbe. Perche' lo stop?
Una ragione e' che se l'Iraq tornasse sul mercato del petrolio, il prezzo
dell'oro nero scenderebbe ancora.
Altro nemico, altro complotto. Questa volta si tratta di Milosevic, il
presidente serbo, terrore dei Balcani. Il presidente Clinton avrebbe dato
il via a un piano segreto per rovesciare il regime di Belgrado e frantumare
quel che resta dell'ex Yugoslavia. Un piano che arriva nella settimana in
cui gli Usa hanno messo una taglia di cinque milioni di dollari sui
criminali di guerra Karadzic e Mladic. Il primo passo, discusso tra Casa
Bianca, Cia e Pentagono, e' aiutare i montenegrini a staccarsi da Belgrado.
Poi si tratta di alimentare l'opposizione in Serbia. La Cia ha impiantato
nuove basi nella regione. Washington punta anche su due personaggi
recentemente in rotta con Milosevic. Uno e' l'ex capo dell'esercito,
Perisic. L'altro e' Stanisic, ex capo dei servizi segreti. Insieme al
leader montenegrino Djukanovic potrebbero essere i nuovi padroni della
Yugoslavia.
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