Caffe' Europa
 
Editoriale

Cari visitatori

Giancarlo Bosetti

 

Atmosfera "push"

Cari visitatori (come chiamarvi? Lettori? Ospiti? Creature notturne? O mattutine?) il direttore di Caffe' Europa vuole rompere l'atmosfera piuttosto "push" che circola nella rete e comunicarvi qualche dubbio che gli e' venuto in testa durante le prime settimane di vita della rivista. Siete molti per carita' e in continuo aumento. Anzi la prima differenza che si nota tra il lavoro sulla carta stampata e quello on line e' che nel primo (giornali, settimanali, mensili) le copie vendute in edicola, salvo felici eccezioni (una? due?), non aumentano mai, qui invece, almeno nel nostro caso, gli arrivi sono in continuo aumento. Qualche volta il traffico ci ha anche messo in difficolta' mandando in stallo le macchine e costringendoci a una ristrutturazione che tra poco mettera' fine a ogni difficolta' di collegamento (per ogni genere di computer e di browser). Ma parlavo di atmosfera "push" (che e' sinonimo di rapporto "televisivo", qualcuno trasmette, altri ricevono, punto e a capo) perche' quando si comincia a occuparsi delle cose di Internet si viene inondati dalla letteratura sul cambio di dimensione e sull'ingresso nell'era del "pull", dal mondo dei telespettatori a quello dell'interattivita', dalle scatole idiote a quelle intelligenti, dalla passivita' dei divani all'interattivita' delle scrivanie. E cosi' via esaltando il nuovo universo.

Solo da leggere?

Invece in questo nuovo universo ci accorgiamo che il cambiamento e' molto meno rivoluzionario di quanto le anime candide della mitologia internettista avevano pensato. Sempre editoria e', elettronica ma editoria. Una redazione produce e i lettori consumano. Gratis. Certo non e' proprio come la televisione. Scrivere una lettera alla redazione o mandare un commento e' piu' semplice e naturale in rete che intervenire, e lo fate sicuramente in percentuale maggiore di quanti telefonano alla tv (in percentuale rispetto a quanti non ci pensano neppure). Ma siamo ben lontani dalle utopie della rete come grande intelligenza collettiva di soggetti che si incontrano in quel "nuovo areopago" che pure e' venuto in mente al Papa. Finche' si tratta di accesso ai database, ai grandi archivi della cultura e dell'informazione, di utilizzo di quegli strepitosi congegni che sono i motori di ricerca o delle infinite possibilita' dell'e-mail, e' vero, siamo di fronte a una rivoluzione carica di benefici. E chi non ci e' ancora arrivato, ci arrivera' presto, se proprio non e' un pazzo autolesionista. Ma quando si passa all'editoria, cioe' alla confezione di un prodotto da leggere e da guardare, la mente dei visitatori, di "Caffe' Europa" come di tutte le riviste che trovate in rete, qui come in America o in Germania, l'habitus dell'utente si trasforma, passa la voglia di cercare, si torna sul divano. Guardate i forum dei giornali, i newsgroups: interventi vecchissimi, sfoghi congelati su qualche server da mesi, testimonianza di dibattiti proposti e mai cominciati. E' come in una cena male assortita quando non si sa di che cosa parlare. La conversazione ristagna. Altro che "Lo specchio dei tempi" (la celebre rubrica della posta della cronaca sulla Stampa!). Diverso e' il caso delle animatissime chat o degli scambi di pezzi musicali tra appassionati nei siti specializzati. Ma li' non si tratta, appunto, di editoria, si tratta associazioni tra simili che si sposta dalla discoteca o dal club alla sede elettronica (con il vantaggio dell'anonimato).

 

Percorso a ostacoli

Che l'atteggiamento da "tempo libero rilassato" sia connaturato ai lettori virtuali come a quelli in carne e ossa? E' possibile. Ma io qualche dubbio ce l'ho e penso che le cose possano cambiare. La possibilita' di leggere un giornale e tradurre le proprie reazioni in un commento scritto, proprio mentre si legge quell'editoriale, quel pezzo che ci piace o che ci indigna, finira' col tradursi in una pratica corrente quando ci saranno davvero condizioni agevoli per farlo. Pensate se fosse possibile farlo, con qualche congegno magico, sui giornali di carta. Le redazioni sarebbero invase dalle opinioni dei lettori. Probabilmente il lavoro dei giornalisti si trasformerebbe, le scelte dei direttori sarebbero potentemente influenzate (ora in meglio, ora magari in peggio). Oggi non e' possibile neanche per un giornale quotidiano on line, perche' l'uso della rete e' ancora seminato di ostacoli ed e' ancora troppo difficile. Per molti, la grandissima maggioranza, e' ancora una una conquista irraggiungibile la stessa lettura dei giornali in rete, la consultazione di un documento, l'acquisto di un libro. Per chi ce l'ha fatta a fare il primo passo, fare quello successivo di interagire facendo conoscere le proprie opinioni e' una tappa sempre molto faticosa, nelle condizioni date.

 

Mondi da scoprire

Il mondo che ci hanno fatto intravedere quei visionari che hanno fatto fare alla rete il primo tratto di strada e' ancora tutto da scoprire. Non perche' quelle visioni non fossero illuminanti, ma per una marea di ragioni concrete, concretissime. Ogni volta che compare la finestra che segnala qualche misterioso errore (del computer? del server? Del provider? Del vattelapesca che ci ha venduto il software) e' un altro viandante che si perde nel deserto e che per molto tempo non tornera' piu'. Di questi inciampi e' fatto il concreto della vita della rete: di tecnici che non si trovano quando servono, come gli idraulici, di tariffe telefoniche che aumentano (soprattutto quelle urbane, scelta disgraziata, ha pensato nessuno qui che Internet va cosi' forte in America perche' la tariffa urbana costa un solo scatto anche per ore di collegamento?), istruttori che non ci sono per insegnare l'uso della rete. Entrate in un aula universitaria durante una lezione di scienze della comunicazione e chiedete quanti sanno e possono usare Internet: percentuali da paesi in via di sviluppo. In teoria di una rivista elettronica si potrebbe sapere esattamente quanti lettori hanno sfogliato ogni singola pagina. In realta' vi arrivera' da un misterioso laboratorio un tabulato che non saprebbero decodificare neanche alla Nasa.

 

Forza, e' facile e bello

Detto questo seguiamo i tempi, al passo che e' necessario e possibile (solo un pochino piu' avanti). Voi cari visitatori (ospiti e lettori) vi siete abbonati in mille alla nostra rassegna stampa quotidiana. In mille avete compilato la finestra superando felicemente la prova (questo siamo riusciti a decifrarlo). Devo immaginare che ogni giorno ci trovate nella vostra casella postale e ci leggete. Dall'andatura riesco a capire che presto sarete duemila. Fatte le percentuali tra gli arditi e gli ordinari immagino che i secondi saranno decine di migliaia. Noi continueremo comunque a servirvi Caffe' Europa, ma vi prego di riscaldare l'atmosfera e di battere un colpo qui e mandarci un segnale. Prima gli apprezzamenti, poi se e' neccessario anche qualche critica. Coraggio.


 

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