Un clima di sospetti e scheletri negli armadi. La stampa come un lupo in
agguato, che ulula alla luna. Uno scenario tetro, quello dipinto
dall'Economist, alla vigilia delle elezioni americane di midterm. Come
andranno le cose nel segreto delle urne, nessuno sa dirlo con certezza.
L'unica cosa chiara, e' che gli elettori sono stanchi e disgustati dopo
una stagione di scandali. E non e' detto che Clinton e i democratici
sconteranno con un calo di consensi il sexgate.
Sui problemi dell'economia e della sicurezza non c'e' una reale battaglia
tra le parti. Gli elettori diranno la loro su questioni locali, o sulla
saga di Bill e Monica. L'affluenza alle urne si annuncia bassissima,
attorno al 30-35 per cento. E questo favorisce i Repubblicani, essendo le
frange cristiano-conservatrici piu' motivate ad andare alle urne. La cosa
piu' probabile e' che gli americani, poco interessati agli intrighi di
Washington, alle vicende di Clinton, Lewinsky, Starr e Hyde, resteranno a
casa o voteranno per chi e' gia' in carica. Con buona pace della stampa,
ormai inutilmente aggressiva.
Un inglese a Parigi. Sir Terence Conran, designer e imprenditore, apre
questa settimana un mega ristorante nella capitale francese. Un fatto
impensabile, come immaginare che un parigino apra un fast food
nell'Illinois. Ma Conran fa le cose in grande, con il suo Gastrodome. E
mira a modernizzare il mondo dei ristoranti d'oltremanica. In realta' la
modernizzazione e' il chiodo fisso di questo inarrestabile
sessantasettenne.
Dai tempi della "Swinging London", quando apri' i primi negozi Habitat, e'
il re del design inglese. Ha attraversato con grande stile il tatcherismo,
e oggi detta i principi dell'eleganza nella Londra del New Labour, da
consigliere-arredatore ufficiale di Blair. Il problema e' che l'avventura
francese coincide con i primi segni del declino in patria. Il calo dei
consumi, la formula ormai stanca dei mega-ristoranti, una nuova generazione
di giovani chef stanno mettendo in crisi il suo impero.
Nella grande e dolorosa crisi delle economie asiatiche, sta prendendo forma
una significativa eccezione: le compagnie telefoniche. Il business della
telefonia sta vivendo un vero e proprio boom nel Sudest. Come si spiega
questo inaspettato dato in controtendenza? Paradossalmente, tutto ha inizio
con la grande crisi di quest'anno. Debiti insormontabili e valute in
picchiata hanno provocato il crollo delle compagnie monopoliste nei vari
paesi, facendo spazio ai nuovi arrivati.
La deregulation in quei mercati e' accelerata. Gli investimenti stranieri
sono ora piu' facili. Da Alcatel a Eriksson, da British Telecom a
Cable&Wireless, e' partita la corsa a quei mercati, anche a livello di
infrastrutture. Con accordi e fusioni in partnership con le compagnie
pubbliche. I telefonini stanno vivendo un boom, perche' ovunque sono piu'
convenienti delle reti fisse. La grande crisi, paradossalmente, ha finito
per favorire una rivoluzione dei mercati piu' che mai salutare.
Una storia di trecento e passa anni fa, oggi di nuovo alla ribalta. E'
quella della tulipani-mania dell'Olanda del diciassettesimo secolo, la
prima vera crisi speculativa globale nella storia dell'economia mondiale.
Negli Stati Uniti, in Inghilterra e altrove, sono in edicola, o stanno per
uscire, un numero impressionante di libri dedicati a quelle vicende. Forse
perche' in tempi di crisi e crolli di borsa ricordare non fa male.
I bulbi dei tulipani ebbero nella ricca Olanda, potenza commerciale, un
successo strepitoso e insano. Si scopri' che questi rari e preziosi fiori
si adattavano facilmente ad ogni tipo di innesto, e che potevano cosi'
essere creati innumerevoli colori diversi. In breve divenne una moda. E in
breve si comincio' a comprare bulbi di tulipano non per coltivarli, ma per
rivenderli. E nacque un mercato dei "futures" sull'acquisto dei bulbi per
l'estate successiva. I prezzi di questi "futures" crebbero a dismisura, in
modo irrazionale. Finche' tutto non crollo', con una catena impressionante
di bancarotte.