Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale



Business Week, 26 ottobre-2 novembre 1998

E.B.

 

Rapporto sull’Information Technology. Il servizio di copertina e’ dedicato alle cento migliori aziende dell’Infotech nel mondo. Molti cambiamenti stanno avvenendo nel mondo dell’industria informatica, portati da Internet, dalla comunicazione senza filo, dal Millennium Bug e dalla crisi globale. Nella classifica di Business Week, che analizza la crescita annuale delle aziende in rapporto alla crescita del settore, affiancata dal fatturato, dall’andamento delle azioni e dai profitti, troviamo qualche sorpresa.

Al primo posto c’e’ Dell Computer, seguita da Vodafone, casa di cellulari inglese. Al terzo posto la Sap, che produce software per aziende. Al quarto la Nokia, al sesto America Online, e solo all’ottavo Microsoft, che e’ il vero gigante dell’Infotech, ma sta perdendo di competitivita’. La classifica delle aziende con i migliori risultati in Borsa e’ dominata da Internet. Al primo posto c’e’ MindSpring, fornitore di accessi alla Rete. Seguono Yahoo!, Earthlink Network, Amazon.com, America Online e Excite.

"I poliziotti europei della privacy". Il 25 ottobre, si legge in un articolo, entra in vigore la legge UE sulla protezione dei dati personali. Il piu’ grande campo di battaglia tra funzionari di Bruxelles e aziende sara’ ovviamente Internet. La legge consentira’ di portare le societa’ in tribunale e chiudere i siti che violano gli standard di privacy. Ma la Rete e’ principalmente opera americana, e cosi’ la privacy sta diventando un terreno di scontro tra Europa e Stati Uniti.

Dall’altra parte dell’Atlantico, la filosofia dominante e’ quella della libera e incontrollata circolazione di dati di ogni tipo. E il business del prossimo futuro, il commercio via modem, si basa tutto su dettagliati profili dei consumatori, su target precisissimi, sui cookies. La scure di Bruxelles potrebbe presto abbattersi su societa’ e siti americani, scatenando un protezionismo di ritorno da parte del Congresso.

Qual’e’ la soluzione alla crisi economica in Arabia Saudita? Banalmente, il petrolio. Il principe Abdullah, che dal ‘95 regge le sorti del paese, sta meditando di aprire le riserve saudite - un quarto del petrolio di tutto il mondo - alle grandi compagnie straniere. Agli inizi degli anni ‘70 l’industria estrattiva fu nazionalizzata. Ma da qualche anno i pozzi non sono piu’ cosi’ efficienti, e il personale - quasi tutto arabo dopo la Guerra del Golfo - non e’ all’altezza.

Cosi’ le sette sorelle sbarcheranno in Arabia e rimpingueranno le casse di Riyadh. La situazione e’ allarmante, tra recessione, crollo del prezzo del petrolio - il 60 per cento dal 1996 - e moneta indebolita. Resta da vedere se i sauditi accetteranno l’idea di un’invasione delle compagnie occidentali. Ma il vicino e odiato Iraq, quando finiranno le sanzioni, si lancera’ sul mercato del petrolio. Occorre quindi fare presto.


 

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