Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale



Time, 19-26 ottobre 1998

E.B.

 

Nella "cool Britannia" sognata da Tony Blair non c’e’ spazio per i vecchi lord. In un commento sul Time di questa settimana, un membro famoso della Camera Alta del parlamento inglese, Jeffrey Archer, dice la sua. Lo scrittore, appartenente all’area conservatrice, non ha dubbi: il principio dell’eredita’ del sangue in politica e’ anacronistico. E i lord, con un comportamento assai inglese, voteranno prima o poi la loro dissoluzione. Ma, dice Archer, questa vecchia istituzione ha un suo fascino, e la maggior parte dei suoi settecento membri e’ gente saggia, rispettosa delle tradizioni.

Il problema con la riforma di Blair e’ che non si sa che cosa andra’ a sostituire la Camera Alta. Si sa solo che andranno a casa i lord ereditari e non quelli eletti a vita. Ma chi ci garantisce che la nuova Camera non sara’ un organo strettamente dipendente dal governo? Le nomine di esponenti dei ceti professionali e personalita’ varie rischiano di essere condizionate da chi risiede a Downing Street. Allora, meglio forse i vecchi lord, strani, tradizionalisti, ma in fondo indipendenti.

"I pezzi mancanti della Cina". Ovvero, cronaca di una riforma annunciata ma fortemente rallentata. In un articolo da Shangai, si racconta come i leader di Pechino, colpiti dalla crisi economica del continente e dalla corruzione dilagante, stiano mettendo un freno al rinnovamento del paese. Il premier, Zhu Rongji, ha spinto con energia per cinque anni sulla strada delle riforme economiche, andando oltre le piu’ ardite previsioni. Ma la "Zhu-phoria" e’ ormai svanita: 200 milioni di disoccupati bussano alle porte, le esportazioni languono, la corruzione resiste.

Cosi’ l’ondata di privatizzazioni e’ rallentata, e ora Rongji aumenta i prestiti per le aziende pubbliche, anche decrepite. Altro leader che fa marcia indietro, il presidente Jiang Zemin. Il suo piano era di aprire lentamente la vita politica cinese, autorizzando elezioni locali e lo sviluppo di una stampa piu’ libera. Ma ora, con l’aria che tira, rinserra le file del partito comunista.

Una scommessa rischiosa. E’ quella fatta dal governo colombiano, che ha ceduto il controllo politico di parte del paese alla guerriglia marxista. L’obiettivo e’ la pace. Funzionera’? La nazione rischia di dividersi in tre, tra governo, Farc e Eln, i due maggiori gruppi ribelli. Il ragionamento del conservatore Pastrana, il neo presidente, e’ quello di dare responsabilita’ ai guerriglieri, per poi inserirli nella societa’. Ma c’e’ chi pensa che loro non faranno altro che rafforzarsi. E Washington guarda con preoccupazione all’accordo, che teme possa impedire i controlli nelle zone di produzione di droga. I colombiani invece si chiedono se la piaga dei sequestri - il piu’ alto numero al mondo - potra’ mai avere fine.

 

Business Week, 26 ottobre-2 novembre 1998

Rapporto sull’Information Technology. Il servizio di copertina e’ dedicato alle cento migliori aziende dell’Infotech nel mondo. Molti cambiamenti stanno avvenendo nel mondo dell’industria informatica, portati da Internet, dalla comunicazione senza filo, dal Millennium Bug e dalla crisi globale. Nella classifica di Business Week, che analizza la crescita annuale delle aziende in rapporto alla crescita del settore, affiancata dal fatturato, dall’andamento delle azioni e dai profitti, troviamo qualche sorpresa.

Al primo posto c’e’ Dell Computer, seguita da Vodafone, casa di cellulari inglese. Al terzo posto la Sap, che produce software per aziende. Al quarto la Nokia, al sesto America Online, e solo all’ottavo Microsoft, che e’ il vero gigante dell’Infotech, ma sta perdendo di competitivita’. La classifica delle aziende con i migliori risultati in Borsa e’ dominata da Internet. Al primo posto c’e’ MindSpring, fornitore di accessi alla Rete. Seguono Yahoo!, Earthlink Network, Amazon.com, America Online e Excite.

"I poliziotti europei della privacy". Il 25 ottobre, si legge in un articolo, entra in vigore la legge UE sulla protezione dei dati personali. Il piu’ grande campo di battaglia tra funzionari di Bruxelles e aziende sara’ ovviamente Internet. La legge consentira’ di portare le societa’ in tribunale e chiudere i siti che violano gli standard di privacy. Ma la Rete e’ principalmente opera americana, e cosi’ la privacy sta diventando un terreno di scontro tra Europa e Stati Uniti.

Dall’altra parte dell’Atlantico, la filosofia dominante e’ quella della libera e incontrollata circolazione di dati di ogni tipo. E il business del prossimo futuro, il commercio via modem, si basa tutto su dettagliati profili dei consumatori, su target precisissimi, sui cookies. La scure di Bruxelles potrebbe presto abbattersi su societa’ e siti americani, scatenando un protezionismo di ritorno da parte del Congresso.

Qual’e’ la soluzione alla crisi economica in Arabia Saudita? Banalmente, il petrolio. Il principe Abdullah, che dal ‘95 regge le sorti del paese, sta meditando di aprire le riserve saudite - un quarto del petrolio di tutto il mondo - alle grandi compagnie straniere. Agli inizi degli anni ‘70 l’industria estrattiva fu nazionalizzata. Ma da qualche anno i pozzi non sono piu’ cosi’ efficienti, e il personale - quasi tutto arabo dopo la Guerra del Golfo - non e’ all’altezza.

Cosi’ le sette sorelle sbarcheranno in Arabia e rimpingueranno le casse di Riyadh. La situazione e’ allarmante, tra recessione, crollo del prezzo del petrolio - il 60 per cento dal 1996 - e moneta indebolita. Resta da vedere se i sauditi accetteranno l’idea di un’invasione delle compagnie occidentali. Ma il vicino e odiato Iraq, quando finiranno le sanzioni, si lancera’ sul mercato del petrolio. Occorre quindi fare presto.


 

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