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Folklore brutta bestia

Mauro Covacich

 

Eravamo in dieci, credo. Ci stavamo facendo una sana pizza dopo aver presenziato a un incontro tra artisti sloveni, austriaci e italiani. Grande mostra, grandi artisti, molta fame. Località Cordovado: ventre basso della già bassa pianura pordenonese - lo dico da triestino che ama il mare al punto da dormirci dentro come un pesce, lo dico da triestino che trova le pianure buone solo per farci gli scioperi delle quote latte, ma tant'è, qui sono finito.

A un certo punto, il punto decisivo dei superalcolici, uno della compagnia dice: "Ragazzi spicciamoci, buttate giù in fretta 'sto grappino che se no ci perdiamo la Rievocazione Storica". Gesù credevo stesse scherzando: la Rievocazione Storica a Cordovado? "Non ho mai pensato a questi luoghi come a luoghi storici", mi scappa di dire. "Eccome no, del Medio Evo", mi risponde quello. Come se questi luoghi adesso fossero davvero usciti dal Medio Evo, ma questo preferisco non dirglielo: non lo conosco bene e, da quel poco che ho capito, è abbastanza preso dal viaggio indietro nel tempo e cose del genere.

E poi la verità è che continuo a pensare allo scherzo. Cosa vuoi rievocare, mi dico. Sarebbe come rievocare i bagni di mare sulle Dolomiti (chi ha fatto le elementari sa che parecchie carriolate di millenni fa, sulle Dolomiti c'era il mare). Cosa può esserci di storico in questi campi di pannocchie, in questa gente da erbetta inglese, tendine col pizzo e cancellate in ferro battuto? Che tipo di recupero della tradizione si può fare in queste lande assediate dalle piste ciclabili e dai pozzi finti? Quello di una qualsiasi provincia di un qualsiasi Arkansas: nessuno.

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