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Rassegna Italiana

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Antonio Carioti

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Venerdi' 20.11.98
Autogol sul Bosforo

 

Per quanto sia un noto tifoso romanista, il presidente del Consiglio Massimo D'Alema era disposto a seguire la Juventus in trasferta a Istanbul, per cercare di riallacciare il dialogo con il collega turco Mesut Yilmaz. Ma il capo del governo di Ankara ha rifiutato l'incontro.

Nei titoli d'apertura non mancano i riferimenti allo sport. Per "La Stampa" "fallisce la diplomazia del calcio", per "Il Messaggero", "scoppia il caso Juve". Il "Corriere della Sera" resta sul piano strettamente diplomatico: "La Turchia gela l'apertura di D'Alema". Invece "la Repubblica" rilancia la posizione del ministro della Giustizia Oliviero Diliberto: "Ocalan, 'no al carcere'". E "il Giornale" elenca "Cinque buoni motivi per dare Ocalan ai turchi".

Variegati i commenti sulla crisi Italia-Turchia. Nel fondo della "Stampa" Pierluigi Battista giudica improponibile il paragone tra il match della Juve e l'incontro di ping pong che propizio', molti anni fa, il riavvicinamento tra Usa e Cina. Allora c'era dietro "una tessitura politico-diplomatica paziente", adesso solo "lo scintillio comunicativo di un gesto simbolico". Tanto piu' che il premier turco, riferisce sulla stessa "Stampa" Mimmo Candito, sara' forse sfiduciato dal Parlamento proprio mercoledi', giorno della partita.

Il fondo del "Giornale", di Livio Caputo, definisce Ocalan "una vivente bomba a orologeria", la cui presenza a Roma rischia "di trasformare l'Italia in un campo di battaglia" fra guerriglieri e servizi segreti. Conclusione: se proprio non si puo' consegnarlo ai turchi, "cerchiamo almeno di scaricarlo su un Paese terzo".

E' la stessa soluzione, notano Roberto Livi sul "Messaggero" e Maria Antonietta Calabro' sul "Corriere", che ci suggeriscono gli Stati Uniti. Lo stesso "Corriere", in un retroscena di Guido Olimpio, rivela che l'abbandono di Ocalan al suo destino rientra in un'intesa promossa da Washington per aiutare le altre fazioni curde a combattere Saddam Hussein, con l'avallo turco.

Vi sono pero' anche quotidiani che aprono sull'economia. E' il caso dell'"Unita'", che annuncia "Bonus pensione per i lavoratori in esubero" (in pratica prepensionamenti a carico delle aziende che intendono ridurre il personale). "Il Sole 24 Ore" titola a sua volta "Si' al patto di stabilita' 'ma con flessibilita''", chiosando l'incontro tra il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e il suo collega tedesco Oskar Lafontaine.

Proprio quel colloquio e' oggetto di un commento su "Repubblica": Massimo Riva esorta i socialisti europei a non "dimenticare la faccia politica della moneta unica". E Arturo Guatelli, nel fondo del "Messaggero", scrive che l'ipotesi di scelte espansive in contrasto con il patto di stabilita' "e' stata definitivamente abbandonata", ma i banchieri dovranno accettare di "dialogare con i governi".

Il "Corriere" dedica alla politica un fondo in cui Paolo Franchi, constatando le manovre di "bassa cucina" in corso nella maggioranza, auspica che si faccia il referendum elettorale per indurre il Parlamento a dare piu' peso al voto dei cittadini.

Infuria la polemica sulla scuola privata, che divide la coalizione di governo. Sulla "Stampa" Alberto Papuzzi parla di "falsa divisione": a suo avviso il futuro "e' nell'integrazione tra pubblico e privato".

Gianfranco Morra, sul "Giornale", sostiene che le scuole non statali "svolgono un'opera socialmente utile e indispensabile". Vinicio Peluffo, leader dei giovani dei Ds, invita sull'"Unita'" a "estendere le regole della scuola pubblica alla scuola privata".

Suscita reazioni contrastanti il nuovo intervento del presidente Scalfaro, che ha chiarito la sua critica agli avvocati affermando che non si possono aggredire le istituzioni. Approva Giuseppe Caldarola, sull'"Unita'", perche', scrive, e' sbagliato condurre ogni battaglia "sul piano della delegittimazione istituzionale". Dissente, sul "Giornale", Salvatore Scarpino: a suo avviso il capo dello Stato e' affetto da "un illiberalismo di fondo".

Mentre continuano le agitazioni nei servizi pubblici, Giuseppe Di Piazza loda sul "Messaggero" un progetto di legge dei Ds che introduce multe in denaro per gli "scioperanti selvaggi".

Domenica si vota in Trentino - Alto Adige e lo scrittore Sebastiano Vassalli ne approfitta per auspicare rapporti piu' distesi tra la comunita' italiana e quella tedesca, da raggiungere eliminando le "gabbie etniche" e magari anche il monumento alla Vittoria eretto a Bolzano dal fascismo.

Brutte notizie da un'altra regione autonoma: la Sicilia, riferisce Antonio Calabro' sul "Sole 24 Ore", dopo anni di bilanci inattendibili "e' sull'orlo del crack finanziario". Forse non resta altro rimedio che commissariarla.

Sempre a proposito di piaghe del Mezzogiorno, Giorgio Bocca denuncia su "Repubblica" l'esistenza di una vasta "zona grigia" tra affari e malavita organizzata.

Ufficializzata, intanto, la nomina di Franco Bernabe' alla presidenza di Telecom, mentre alla guida dell'Eni va Vittorio Mincato. Per Roberto Stigliano, del "Messaggero", e' una soluzione che ha "le carte in regole".

Infine la politica estera. Israele ha iniziato la nuova fase di ritiro dalla Cisgiordania. "Una svolta storica", secondo "la Repubblica".


 


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