Per quanto sia un noto tifoso romanista, il presidente del Consiglio
Massimo D'Alema era disposto a seguire la Juventus in trasferta a
Istanbul,
per cercare di riallacciare il dialogo con il collega turco Mesut
Yilmaz.
Ma il capo del governo di Ankara ha rifiutato l'incontro.
Nei titoli d'apertura non mancano i riferimenti allo sport. Per "La
Stampa"
"fallisce la diplomazia del calcio", per "Il Messaggero", "scoppia il
caso
Juve". Il "Corriere della Sera" resta sul piano strettamente
diplomatico:
"La Turchia gela l'apertura di D'Alema". Invece "la Repubblica"
rilancia la
posizione del ministro della Giustizia Oliviero Diliberto: "Ocalan, 'no
al
carcere'". E "il Giornale" elenca "Cinque buoni motivi per dare Ocalan
ai
turchi".
Variegati i commenti sulla crisi Italia-Turchia. Nel fondo della
"Stampa"
Pierluigi Battista giudica improponibile il paragone tra il match della
Juve e l'incontro di ping pong che propizio', molti anni fa, il
riavvicinamento tra Usa e Cina. Allora c'era dietro "una tessitura
politico-diplomatica paziente", adesso solo "lo scintillio comunicativo
di
un gesto simbolico". Tanto piu' che il premier turco, riferisce sulla
stessa "Stampa" Mimmo Candito, sara' forse sfiduciato dal Parlamento
proprio mercoledi', giorno della partita.
Il fondo del "Giornale", di Livio Caputo, definisce Ocalan "una vivente
bomba a orologeria", la cui presenza a Roma rischia "di trasformare
l'Italia in un campo di battaglia" fra guerriglieri e servizi segreti.
Conclusione: se proprio non si puo' consegnarlo ai turchi, "cerchiamo
almeno di scaricarlo su un Paese terzo".
E' la stessa soluzione, notano Roberto Livi sul "Messaggero" e Maria
Antonietta Calabro' sul "Corriere", che ci suggeriscono gli Stati
Uniti. Lo
stesso "Corriere", in un retroscena di Guido Olimpio, rivela che
l'abbandono di Ocalan al suo destino rientra in un'intesa promossa da
Washington per aiutare le altre fazioni curde a combattere Saddam
Hussein,
con l'avallo turco.
Vi sono pero' anche quotidiani che aprono sull'economia. E' il caso
dell'"Unita'", che annuncia "Bonus pensione per i lavoratori in esubero"
(in pratica prepensionamenti a carico delle aziende che intendono
ridurre
il personale). "Il Sole 24 Ore" titola a sua volta "Si' al patto di
stabilita' 'ma con flessibilita''", chiosando l'incontro tra il ministro
del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e il suo collega tedesco Oskar
Lafontaine.
Proprio quel colloquio e' oggetto di un commento su "Repubblica":
Massimo
Riva esorta i socialisti europei a non "dimenticare la faccia politica
della moneta unica". E Arturo Guatelli, nel fondo del "Messaggero",
scrive
che l'ipotesi di scelte espansive in contrasto con il patto di
stabilita'
"e' stata definitivamente abbandonata", ma i banchieri dovranno
accettare
di "dialogare con i governi".
Il "Corriere" dedica alla politica un fondo in cui Paolo Franchi,
constatando le manovre di "bassa cucina" in corso nella maggioranza,
auspica che si faccia il referendum elettorale per indurre il
Parlamento a
dare piu' peso al voto dei cittadini.
Infuria la polemica sulla scuola privata, che divide la coalizione di
governo. Sulla "Stampa" Alberto Papuzzi parla di "falsa divisione": a
suo
avviso il futuro "e' nell'integrazione tra pubblico e privato".
Gianfranco Morra, sul "Giornale", sostiene che le scuole non statali
"svolgono un'opera socialmente utile e indispensabile". Vinicio Peluffo,
leader dei giovani dei Ds, invita sull'"Unita'" a "estendere le regole
della scuola pubblica alla scuola privata".
Suscita reazioni contrastanti il nuovo intervento del presidente
Scalfaro,
che ha chiarito la sua critica agli avvocati affermando che non si
possono
aggredire le istituzioni. Approva Giuseppe Caldarola, sull'"Unita'",
perche', scrive, e' sbagliato condurre ogni battaglia "sul piano della
delegittimazione istituzionale". Dissente, sul "Giornale", Salvatore
Scarpino: a suo avviso il capo dello Stato e' affetto da "un
illiberalismo
di fondo".
Mentre continuano le agitazioni nei servizi pubblici, Giuseppe Di Piazza
loda sul "Messaggero" un progetto di legge dei Ds che introduce multe in
denaro per gli "scioperanti selvaggi".
Domenica si vota in Trentino - Alto Adige e lo scrittore Sebastiano
Vassalli ne approfitta per auspicare rapporti piu' distesi tra la
comunita'
italiana e quella tedesca, da raggiungere eliminando le "gabbie
etniche" e
magari anche il monumento alla Vittoria eretto a Bolzano dal fascismo.
Brutte notizie da un'altra regione autonoma: la Sicilia, riferisce
Antonio
Calabro' sul "Sole 24 Ore", dopo anni di bilanci inattendibili "e'
sull'orlo del crack finanziario". Forse non resta altro rimedio che
commissariarla.
Sempre a proposito di piaghe del Mezzogiorno, Giorgio Bocca denuncia su
"Repubblica" l'esistenza di una vasta "zona grigia" tra affari e
malavita
organizzata.
Ufficializzata, intanto, la nomina di Franco Bernabe' alla presidenza di
Telecom, mentre alla guida dell'Eni va Vittorio Mincato. Per Roberto
Stigliano, del "Messaggero", e' una soluzione che ha "le carte in
regole".
Infine la politica estera. Israele ha iniziato la nuova fase di ritiro
dalla Cisgiordania. "Una svolta storica", secondo "la Repubblica".