Storie intime e memorie sognando il cinema e Lulu' Pier Vincenzo Mengaldo (da "Il Corriere della Sera", 3 dicembre 1997)
 | "La perfezione degli elastici (e del cinema)"
Laura Pariani
Rizzoli 1997
pp.163, lire 24.000
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Laura Pariani s'era già affermata vittoriosamente (sebbene, è
da temere, non presso i lettori proni alla classifiche di vendita) con
tre libri consecutivi editi da Sellerio, a partire dall'ottimo "Di corno
e d'oro" del '93. Ne "La perfezione degli elastici (e del cinema)" pubblicato
ora da Rizzoli, l'autrice rinnova piuttosto a fondo la propria materia
(ferma restando soprattutto la propensione per le sottili tonalità
rievocative) e intensifica invece quella che possiamo chiamare la ricetta
più personale della sua scrittura.
Questa ricetta consiste, in due parole, nell'uso abbondante di inserti
dialettali lombardi non solo a guisa di citazioni, per esempio di brani
di canzoni, oppure nel dialogato, ma anche nel narrato stesso, con diffusi
effetti mistilingui: e questa tecnica, al di là di quel che può
avere di evocativo, mi pare innanzitutto un modo per diminuire la distanza
fra colei che narra e i suoi oggetti. Sarebbe poi troppo lungo mostrare,
ma è un'evidenza, come quella della Pariani si distanzia da altri
modi di utilizzare il lombardo che hanno avuto corso della narrativa del
'900, tra Gadda, Testori, Arbasino e altri.
E va ricordato che il mistilinguismo è comunque, al di là
degli inserti dialettali, una vocazione della Pariani, così come
è onnipresente il gusto della citazione: sicché non troviamo
soltanto appropriazioni dello spagnolo in pagine ambientate in Spagna,
ma a un certo punto, per esempio, un mélange di Villon (in originale),
Dante, brani spagnoli e lombardi.
Il fatto è che nella Pariani è attivo e profondo il senso
dell'esperienza culturale come esperienza vitale che si rinnova nella memoria,
e questo senso ora funziona da pedale atmosferico ora, e spesso e produttivamente,
da tema o motivo veri e propri. In questo nuovo libro la cosa appare con
tutta evidenza: il suo, originale, tema è fornito, per intero, dalle
rimeditazioni e dai depositi di esperienze cinematografiche, messi a frutto
in tre modi, secondo la distinzione stessa dell'autrice: "Trasposizioni",
cioè vicende di film o icone d'attori non già ìtrasportateî
ma ricreate completamente in tutt'altro e magari ìdialettaleî ambiente;
"Ombre", cioè fantasmi mitici di attori che agiscono come sfondo
e insieme elemento perturbante di una storia; e "Nostalgie", cioè
figure di attori pur essi mitici immersi nella ìatmosfera dei cinemini
anni Cinquantaî (così riassume la bandella).
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