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Cinema

Tha Last Days of Disco scritto e diretto da Whit Stillman

Paola Casella

 

Tha Last Days of Disco scritto e diretto da Whit Stillman. Con Chloe Sevigny, Kate Beckinsale, Chris Eigman e Mackanzie Astin

The Last Days of Disco conclude la trilogia di sophisticated comedies scritte e dirette da Whit Stillman, iniziata nel '90 con Metropolitan e proseguita nel '94 con Barcelona. Stillman e' una figura insolita nel panorama cinematografico americano: regista indipendente abituato a lavorare con piccoli e piccolissimi budget, e' pero' un bramino wasp per nascita e per privilegiata educazione, e preferisce quindi ambientare le sue storie metropolitane fra i preppy dei quartieri alti, ricreando interni di Madison Avenue e salotti della Quinta Strada con un'attenzione al dettaglio e un gusto estetico post-decadente che ricordano piu' Luchino Visconti che Woody Allen (l'altro cantore dell'Uptown newyorkese).

I protagonisti della sua trilogia sono ragazzini viziati, che hanno tutto ma si annoiano da morire, e guardano la vita con disincantato cinismo. E, come i personaggi dei film di Woody Allen, anche quelli di Stillman non la smettono di parlarsi addosso, abbandonandosi a malinconici monologhi sulla mancanza di significato dell'esistenza.

The Last Days of Disco non fa eccezione: ambientato nei primi anni Ottanta, racconta le vicende (confuse, poco avventurose e del tutto subordinate ai dialoghi) di un gruppo di neolaureati in cerca del proprio posto nel mondo (visto che quello nella societa' ce l'hanno gia' per diritto di nascita).

Di giorno si arrangiano con lavoretti prestigiosi anche se poco remunerativi, di sera si ritrovano in discoteca, che per loro e' l'equivalente anni Ottanta dell'Algonquin Hotel: infatti invece di ballare chiacchierano in continuazione, compiacendosi della propria erudita eloquenza. Meno male che Stillman, al contrario di molti dei suoi eroi, conserva il senso dell'umorismo, ed e' pronto a ridere con noi di questi marmocchi viziati il cui problema essenziale rimane quello di rimorchiare il sabato sera.

Curiosamente, la visione di Stillman dei primi anni Ottanta appare quasi nostalgica: un'eta' dell'innocenza (il riferimento a Edith Warthon, visto il milieu sociale, non e' causale) in cui il sesso occasionale non aveva ancora conseguenze drammatiche, e si poteva credere che "la disco music non tramontera' mai".

Kate Beckinsale e' straordinaria nei panni della viperetta snob; Chris Eigman (l'attore preferito di Stillman, che appare in tutti i film del regista) e' irresistibile nel ruolo di sarcastico commentatore delle non-vicende del gruppo. Ed e' sintomatico che la ragazza perbene interpretata da Chloe Sevigny, che dovrebbe rappresentare la coscienza del gruppo, sia il personaggio piu' noioso ed irritante.

Per chi ama i film logorroici e autoreferenziali, The Last Days of Disco e' un piccolo gioiello; chi invece preferisce un minimo di azione e una trama degna di questo nome, se ne tenga lontano.

 

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