Caffe' Europa
 
Editoriale

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Che Guevara al governo in tutta Europa? (pagina 3)

Giancarlo Bosetti

Effetti collaterali (imprevisti?)

Ma c'e' un'altra zona del campo dove quella campagna ha una straordinaria, e meno visisbile, efficacia. Al punto da generare il sospetto che la passione anticomunista di Berlusconi abbia li' le sue radici: Forza Italia convive nel Polo con un altro partito di notevole consistenza elettorale e con un leader, Gianfranco Fini, che viene di tanto in tanto accreditato come potenziale uomo guida alternativo. La provenienza di An e' un serio impedimento alla sua espansione elettorale. Quando percio' Berlusconi scatena gli applausi contro il comunismo tra noi italiani, riferendosi non alla minoranza di Cossutta ma a chi guida la coalizione di governo, in concreto "tiene sotto" Fini. Vale a dire che scatena, anche solo virtualmente l'accusa reciproca di "comunisti", id est "fascisti". Con il che gli "ex" hanno poco da stare allegri. Ogni volta che si parla di comunismo, di oscuri retaggi del passato, di terrorismo rosso (e dunque anche nero), ogni volta che si attacca la legittimita' della sinistra italiana ad occupare un posto di comando a causa del suo passato, le campane suonano a morto per le aspettative di quella destra sdoganata nel 1994 ma tenuta a bagno perche' figlia di un Dio minore. Mi chiedo e vi chiedo se secondo voi loi stesso Fini se ne e' accorto? O questo mio sospetto vi sembra infondato? Qualcuno lo chieda allo stesso segretario di Alleanza nazionale. E voi, se vi siete fatti un'idea su questo argomento scrivetecela a caffeeuropa@caffeeuropa.it.

Patti di ferro e quel che resta fuori

Avevamo scritto qualche settimana fa, prendendo ispirazione dall'accordo tra Lafontaine e Schroeder ("tu governo io partito") che ha messo fine a una lunga guerra al vertice della Spd che la soluzione, anche per la guida della sinistra italiana, aveva bisogno di un patto di ferro che la facesse finita con le contrapposizioni personali che si riproducono per li rami, attraverso gli uomini e le organizzazioni di partito. E' andata a finire proprio cosi' ed e' un bene per la stessa stabilita' del governo, nonche' per la possibilita' di lavorare con continuita' alla rigenerazione della sinistra. Ma come in Germania, l'accordo a due non e' comprensivo di tutti i problemi. La' c'era anche Scharping, il che ha provocato un supplemento di guerra per la nomina del capo della frazione parlamentare. Qui c'e' l'ex premier dell'Ulivo, Prodi, e poi ancora Occhetto, Di Pietro e altro ancora. La Spd, che pure e' in coalizione con i Verdi, comprende molte piu' cose di quelle che stanno sotto il tetto dei Ds. Trovata, come si dice, la "quadra" tra D'Alema e Veltroni, la costruzione di una nuova sinistra italiana, che ha sicuramente da essere plurale non meno di quella francese, e' appena agli inizi.

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