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Paganesimo Clintoniano (pagina 2) Roberto D'Agostino
Cosa vuol dire essere pagano, oggi?
Se vuol dire non essere membro di una religione rivelata, e poi agire in base
ad altri criteri che non sono quelli del Dio punitivo o delle leggi date a
Mosè sul Monte Sinai, allora Bill Clinton è il Presidente degli
Stati Emotivi Pagani. Nella sua condotta di vita colpisce la mancanza di
interpretazione etica. Per il fellone, farsi fare un "lavoretto" di fellatio
nella Sala Ovale non è tradimento coniugale e mancanza di buone maniere,
ma un mero "atto improprio".
Ecco. Se si prova a sommare lo spontaneismo paganeggiante del Presidente degli
Stati Uniti, nipotino della liberazione sessuale sessantottina; più il
libertinismo rock-travestito di Madonna e la Dianologia mediatica, il risultato
impone con prepotenza nuovi (o rinnovati) culti e riti alle chiese religiose o
politiche preesistenti. Che devono accoglierli per demagogia o sopravvivenza.
Magari per servirsene: come fanno i politici con i Pantani vittoriosi e le
Nazionali di calcio trionfanti. Ma spesso ne vengono modificati, e le
generazioni cambiano faccia. Allora il Vaticano pensa bene di mettere
all'indice i volumetti in odor di New Age del gesuita Anthony De Mello.
Altro che picconamenti, qui. Lo choc vivacissimo e oltre-oceanico e
ultra-marketing del fenomeno New Age è che non si era mai visto, in
passato, un rito paganissimo fai-da-te, che va alla ricerca di un dio su
misura, capace di catturare laici e laidi, intellettuali e rivoluzionari, masse
e massaie, e tenere prigionieri la carta stampata e la comunicazione Web, senza
rovesciare protocolli secolari e tirando avanti come se, niente niente, fosse
un "chiesificio" globale. Il termine New Age ha sempre avuto parecchie
affinità col chewing-gum, lo tiri di qua e vuol dire una cosa, lo tiri
di là e ne vuol dire un'altra. E quando il sapore dolciastro svanisce,
lo si getta via. Quando però si sbuffa "Quel tipo comincia proprio a
rompere, con le sue arie da new age", si ha in mente una figurina un po'
più circoscritta: tipini che entrano in risonanze armoniche con
cristalli, aromi, alberi, talismani, fiori di bach, profezie celestiali e
celestine, yoga e riflessologia plantare, fino ai più fantasiosi che
tentano il "channelling", la comunione spirituale con i morti. Una "liturgia"
che ha preso il posto della messa in chiesa e del comizio in piazza.

La sincerità delle intenzioni spesso è reale e commovente, ma si
offre alla rapacità del laico sarcasmo. La prossima volta che andate a
scutrettolare tra i giardini sozzi e spelacchiati del Pincio, guardatevi un po'
attorno con attenzione: troverete emaciate fanciulle con la fronte spiaccicata
come un francobollo su un tronco, le mani che accarezzano i fianchi
dell'albero, gli occhi in deliquio, che si rivoltano all'insù, come una
santa sotto il segno di un'estasi psico-vegetale.
Bene, aspettate a ridere; o peggio: domandarsi se bisogna chiamare gli
infermieri o i carabinieri. Sappiate che è del tutto fuoriluogo
avvicinarsi e domandare premurosi se c'è qualcosa che non va nel sistema
nervoso centrale. Sappiate che questo amplesso arboreo, paesaggio più o
meno sorprendente nella babilonia di Villa Borghese, è il risultato di
storia assai contemporanea. Perché l'emaciata fanciulla del Pincio,
lungi dall'essere un caso di folclore isolato, una tele-vittima di Giucas
Casella, o magari il residuo di un mal di testa tumultuoso, è la
perfetta campionessa del paganesimo 2OOO.
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