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Oltre Monica: il futuro del passato di Clinton (pagina 2)

Robert B. Reich

 


Quale eredità? Capisco e partecipo al dolore di Bill Clinton. La presidenza è diventata uno spettacolo alla Jerry Springer. Il pubblico viene variamente intrattenuto, scioccato e solleticato dalla meschinità e dalla volgarità di tutto ciò. La vita quotidiana dei lavoratori americani è stata radicalmente trasformata dal flusso di capitale globale, dalla Federal Reserve di Alan Greenspan e dalle meraviglie di Internet. Ma la sera, dopo il lavoro, siamo tutti incollati alla tv per seguire le perigliose vicende di Bill Clinton. Il notiziario serale è ormai entrato a far parte della categoria degli spettacoli d'intrattenimento, nulla più che una diversione nel palinsesto degli show di prima serata.

Chi se ne importa della crisi economica asiatica, dell'aumento della povertà tra la popolazione mondiale, del fatto che oltre un quinto dei nostri stessi figli sia sempre più povero, che la scuola americana stia andando a pezzi, che ben 41 milioni di nostri concittadini non possa permettersi un'assicurazione per le malattie e che negli Stati Uniti la disparità economica, sociale e sanitaria non sia mai stata così spaventosa da cinquant'anni a questa parte. E' più divertente riflettere sull'importanza delle macchie di liquido seminale. E' nato addirittura un sito Web, firstpenis.com. Non disturbatevi a cercarlo, non vale la visita.

Questa orazione funebre politica è naturalmente prematura. La presidenza ha ancora oltre due anni davanti a sé, e abbiamo imparato a non dare mai Clinton per spacciato. Ma temo che questa ondata di meschinità e di volgarità pettegola durerà a lungo a meno che, o fino a quando, l'arena pubblica non sarà occupata da qualche cosa di più grande e più nobile, degno delle autentiche sfide che il paese deve affrontare. Anche se un fazioso Congresso a maggioranza repubblicana riuscisse a bloccare qualunque misura di questo genere, c'è un valore profondo nel cercare di fissare le pietre miliari per il futuro.

La fine della guerra fredda, tempo di sostanziale prosperità, dovrebbe essere l'epoca in cui rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Ci sono bilanci in attivo a perdita d'occhio. E anche se l'economia dovesse conoscere un incremento di produttività di appena l'1 per cento annuo, come è accaduto nelle ultime tre decadi, prima che la Sicurezza Sociale arrivi al collasso (previsto per il 2032) avremo raggiunto una quota di ricchezza aggiunta tale da consentire ad ogni cittadino americano un potere di acquisto superiore di almeno il 25 per cento rispetto ad oggi. Insomma, possiamo permettercelo.

 


Al termine della sua confessione, Bill Clinton ci ha chiesto di lasciarci il caso Monica dietro le spalle, perché "abbiamo cose più importanti da fare". Ecco, questo è davvero il punto. Non riuscire a intraprendere qualunque passo minimamente coraggioso, e consentire che l'arena politica sia riempita soltanto di spazzatura e di distrazioni, questa sarebbe l'eredità più tragica di tutte.

(Traduzione di Anna Tagliavini)

Robert B. Reich, docente universitario di politica economica e sociale alla Brandeis University e autore del volume Locked in the cabinet (Knopf) è stato ministro del lavoro nella prima Amministrazione Clinton.



Oltre Monica: il futuro del passato di Clinton

Il Presidente sulla graticola di scrittori ed accademici americani



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