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Ma quanto è triste questa bellezza


Paolo Marcesini

 


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Donne senza uomini, che guardano verso l’alto in cerca di una luce qualsiasi che arrivi dal pianeta new age, donne che, se pensano all’amore e alla vita insieme, lo immaginano con altre donne. Il loro futuro è senza paesaggio, senza uomini, senza altri attorno. Sono quasi tutte tristi, alcune addirittura piangono, altre (per fortuna) non sono nemmeno belle. Non cercano la felicità, si accontentano del loro stare "in attesa". Lo stile di vita raccontato dalle pubblicità della moda sembra echeggiare alcuni versi di Pavese: Andare per le vie tristemente tormentato in continuo dal terrore di vedermi svanire sotto gli occhi le creazioni a lungo vagheggiate.

Le vediamo da vicino. La donna di Ferragamo è orientale, cammina veloce, non ti guarda e sai già che non ti guarderà mai. Non si può dire che sia triste, non è nemmeno felice. La ragazza che indossa la polo della Ralph Lauren si è messa in posa accanto ad un aereo da turismo. Guarda nell’obbiettivo della macchina fotografica e accena persino un sorriso. Ma si vede che lo fa solo per farti un favore. Un caschetto biondo esalta l’espressione spaventata della modella (magra magra) di Gucci che protegge la preziosa borsetta da un probabile assalitore (ah, gli uomini che rubano le borsette!). Dietro di lei non c’è paesaggio, è sola e non vuole compagnia. Un’altra ti guarda con aria di sfida. Un occhio è spalancato, l’altro è coperto dalla robusta frangetta, forse non esiste. Anche Krizia ci rimanda un’immagine di bellezza solitaria, lei ha i capelli biondi, sciolti, guarda intensamente davanti a sé, ma l’oggetto del suo desiderio è lei stessa, non ci sono distrazioni in quello sguardo. La ragazza mora di Gigli invece è sinceramente stupita, guarda verso l’alto, è stata sorpresa dall’illuminazione. Già, solo una divinità celeste (o un Ufo) può distrarla. Lasciate ogni speranza, voi che la guardate dal basso della terra.

Finalmente uno sguardo carico di promesse ti assale nella pubblicità di Lancome. Poi guardi meglio e le illusioni svaniscono, è una immagine riflessa, la donna si sta guardando allo specchio. E, giustamente, si piace. Calvin Klein obbliga la sua modella a piangere. Guarda l’infinito che ha di fronte (forse un bosco, forse un orso) e le lacrime le rigano il volto. Qualcuno è partito, qualcuno deve ancora arrivare o semplicemente, oppure ha perso un tacco. Chissà. Anche la ragazza di Callaghan piange, ha un cappuccio nero, sembra uscita dalle pagine del Nome della Rosa, guarda dove nessuno può vedere. Piazza Sempione ci mostra una donna ferma sul ciglio di una strada. Anche lei è sola, indossa un bel cappotto, ma non si fa nemmeno vedere, si volta dall’altra parte e sdegnata ci abbandona, senza nemmeno una salutare traccia di ambiguità.

A noi, che siamo maschietti, uomini e ragazzi non resta che apparire a pezzi, in parte, per angoli. Una splendida gamba di donna indossa calzature Louis Vuitton. Una mano spunta per tirare la cerniera dello stivaletto. Eccoci! La nostra unica consolazione è la devozione più assoluta. Ma almeno è un inizio. Invece no, tutto sbagliato perché l’inizio è già finito. Le due donne di Fendi fanno coppia, e si vede. Anche le quattro modelle di Valentino Garavani vivono insieme in un elegante appartamento. Loro almeno ti guardano, anche solo per un attimo, e lo fanno per curiosità oppure seguendo un ricordo ormai sepolto (antropologicamente parlando chi sono e a cosa servono gli uomini?). Hanno altro da fare, e te lo fanno capire. Stesso messaggio dalle tre ragazze di New Penny: siamo ampiamente autosufficienti. Così, mentre le due di Missoni stanno decisamente passando a vie di fatto, decidiamo di voltare pagina. La ragazza di Alberta Ferretti è arrabbiata ed è meglio se state alla larga, quella di Jilsander dorme e non vuole essere svegliata, la fanciulla Stefanel ha deciso di andarsene in fretta e senza salutare, quella di Ungaro è talmente annoiata che è meglio lasciar perdere.

Eccone un’altra, ha i capelli corti, lo sguardo spento, sembra venire da un mondo bionico, dietro di lei una luce (ancora la divinità o un Ufo?) indossa una maglia Gabriele Strehle, alza la mano come a dire ci sono, sono arrivata da questa parte e vi saluto. Ma non mi chiedete di sorridere, please. Trussardi, la sua, l’ha fatta rientrare dall’astronave. Solo il tempo di una foto prima di ripartire. Peccato, ci piaceva. Quella di Max Mara aspetta all’angolo della strada. Anche lei guarda verso l’alto. Poi, sicuramente se ne andrà, senza lasciare il numero di telefono o l’indirizzo e-mail. Le modelle di Armani (solissime) vestono abiti meravigliosi, sono socialmente impegnate e, naturalmente, tengono la bellezza chiusa gelosamente nel cassetto della loro immagine. Non ci sono altri esseri umani attorno. Si bastano.

La modella di Prada indossa guantoni da boxe. Il messaggio è sin troppo chiaro. I capelli rossi del volto Hermes fanno da cornice ad una espressione sensuale e romantica. Ha gli occhi chiusi, ma sta volando in solitario abbandono. Mi dispiace, non c’è posto. La donna Ferrè, pur di non avere un alcun rapporto sociale con l’umanità si è chiusa in una stanza lunga e stretta. Passa il tempo a limarsi le unghie ed è contenta così. Sempre chiusa in un angolo, la modella di Moschino alza un cartello: viva le sfilate, i casting, i fotografi, i soldi e la stampa. E la vita? Mila Schon la sua modella la fa arrampicare su un albero, Rocco Barocco, più disponibile, ci presenta una ragazza al tavolo di una trattoria, ma lei ha già una gamba fuori dal tavolo, vuole andare via. Gai Mattiolo ci mostra orgoglioso l’estensione della spaccata della sua modella, Argentovivo, la prosperità di una ragazza che guarda con voluttà solo se stessa (che è tanto, ma è un tanto sprecato), Coccinelle addirittura solo la borsetta perché la modella ci dà le spalle. Maleducata!

Ps. Una domanda ai maghi della pubblicità, agli stilisti e all’esercito di copy: perché?

 

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