Del discorso di presentazione del governo alla Camera la stampa raccoglie
soprattutto l'invito al dialogo per le riforme istituzionali rivolto alle
opposizioni. Massimo D'Alema, dopo il fallimento della Bicamerale (da lui
stesso definita "grande occasione"), ha ora una seconda possibilita' per
portare a termine la transizione del nostro sistema politico. E tutti si
domandano se ci riuscira'.
Nei titoli d'apertura i quotidiani piu' vicini alla sinistra, "la
Repubblica" e "l'Unita'", parlano di "governo per le (o delle) riforme".
Invece il "Corriere della Sera" ("D'Alema a Polo e Lega: serve il dialogo")
e "La Stampa" ("D'Alema al Polo: facciamo le riforme") sottolineano la
volonta' del premier di confrontarsi con tutti.
Solo "Il Messaggero" ("D'Alema: diminuiremo le tasse") da' piu' rilievo
all'economia, mentre "Il Sole 24 Ore" elenca le priorita' del governo,
"crescita, riforme, nuovo welfare". Infine "il Giornale" ironizza su una
citazione: "D'Alema per nascere resuscita Aldo Moro".
Nei commenti emerge che la differenza piu' marcata, tra l'attuale premier e
il suo predecessore, consiste proprio nella maggiore importanza attribuita
al tema istituzionale, che Romano Prodi lascio' alle cure del Parlamento.
Invece questo governo, nota sull'"Unita'" Giuseppe Caldarola, intende
svolgere "un ruolo di stimolo" per arrivare alla "scrittura di nuove
regole condivise". Piero Ignazi, sul "Sole 24 Ore", e' ancor piu' netto:
"Le riforme sono la Maastricht di D'Alema".
Il problema, osserva Giovanni Valentini nel fondo di "Repubblica", e' che
nella maggioranza coesistono disegni opposti. D'Alema vuole rafforzare
l'Ulivo, mentre Francesco Cossiga punta a demolire gli attuali poli. Per
cui il governo rischia di rivelarsi "un colosso dai piedi d'argilla".
Mostra di condividere l'allarme, sull'"Unita'", il capogruppo dei Ds al
Senato, Cesare Salvi: a suo parere "oggi occorre piu' che mai lavorare" per
il progetto dell'Ulivo.
Un altro nodo riguarda il consenso: D'Alema, sostiene Luigi La Spina nel
fondo della "Stampa", e' riuscito a realizzare una "riscossa della
politica", aggregando le culture egemoni della Prima Repubblica, ma deve
ancora "ottenere la fiducia della maggioranza del Paese". In termini piu'
radicali Antonio Socci, sul "Giornale", scrive che il governo si regge su
"un 'patto di potere' fra vecchie nomenklature".
Indro Montanelli, nel fondo del "Corriere", guarda a D'Alema con
disincanto: e' il solito inciucio, fatto "non per navigare, ma per
galleggiare". Ancor piu' amaro Marcello Veneziani, che sul "Giornale"
fustiga il conformismo di chi va "in soccorso del vincitore".
Sulla "Stampa" Paolo Guzzanti ironizza sull'aumento dei ministri, cosi'
numerosi da non trovare posti a sedere sufficienti, mentre Augusto
Minzolini nota che la vera forza di D'Alema sono "la pochezza, la
rigidita', il dilettantismo degli altri".
C'e' poi una serie di commenti riguardanti la parte economica del programma
governativo. Massimo Gaggi, del "Corriere", dubita che questa "maggioranza
eterogenea" possa cambiare lo Stato sociale. Piu' fiducioso Giacomo
Vaciago, che sul "Sole 24 Ore" auspica una sintesi tra i valori
dell'eguaglianza e della competizione.
Sull"Unita'" Massimo Paci chiede "una terapia d'urto sul lavoro", mentre
Paolo Glisenti, del "Messaggero", ritiene che D'Alema possa sfruttare la
revisione in senso espansivo della politica di Maastricht messa in cantiere
dai governi socialisti.
In effetti Francia e Germania, come riferisce "La Stampa", hanno
predisposto un documento che punta alla salvaguardia del modello europeo di
Welfare e al controllo della finanza globale. Anche "Il Sole" parla di
"nuovo asse Parigi-Bonn".
Stentano invece a trovare un'intesa israeliani e palestinesi. "La
Repubblica" enfatizza il "primo accordo" raggiunto ieri, ma restano molti
scogli da superare.
Fa ancora discutere il caso Pinochet, dopo che l'ex primo ministro
britannico Margaret Thatcher si e' schierata a favore del generale. Sul
"Giornale" Vittorio Mathieu nega che un magistrato spagnolo possa
sostituirsi a quelli cileni. Su "Repubblica" Ralf Dahrendorf, pur ritenendo
l'arresto "un atto simbolico", lo considera un segnale positivo verso il
perseguimento su scala internazionale delle violazioni dei diritti umani.
Resta d'attualita' il tema dell'immigrazione. Mentre nel canale d'Otranto i
mercanti di braccia continuano a gettare a mare il loro carico umano, il
ministro per le Pari opportunita', Laura Balbo, propone in un'intervista
alla "Stampa" di ampliare i diritti di cittadinanza per gli immigrati.
Notevole rilievo viene riservato dai giornali alla sentenza della
Cassazione sulle multe: non c'e' l'obbligo di pagarle se non e' stato
notificato il relativo verbale. Cosi' milioni di contravvenzioni,
sottolinea "Il Messaggero" diventano "inesigibili".
Merita infine di essere menzionata l'eccessiva enfasi con cui "l'Unita'"
titola in prima pagina: "Santer chiama Prodi a guidare l'Europa". In
realta' il presidente della Commissione di Bruxelles si e' limitato a dire
che l'ex premier italiano "puo' senza altro stare alla pari di tutti gli
altri candidati, che sono molti, per le funzioni importanti a livello
comunitario".