Aiuto, tornano i comunisti! La copertina lancia l'allarme: in Russia i
rossi guadagnano forza man mano che l'economia si disintegra e Yeltsin si
indebolisce. Ma fino a che punto i nostalgici della rivoluzione d'ottobre
vogliono tornare al passato? Di certo, scrive nel suo reportage Bill
Powell, non esiste un pericolo di colpo di stato e di un nuovo stato di
polizia, di un altro socialismo reale o di rinnovati gulag.
Buona parte della sinistra negli ultimi anni e' andata verso il centro, la
maggior parte dei nostalgici sono anziani e nelle grandi città' in tanti
sono ormai abituati a godere delle liberta' fondamentali. Ma nelle campagne
la poverta' puo' effettivamente fomentare gli estremismi. "Se il comunismo
repressivo e' definitivamente morto, non e' pero' per niente contato che la
democrazia sia il futuro della Russia. Il rischio e' un governo autoritario
nelle mani di un singolo: un Luzhkov, un Lebed o qualche sconosciuto fino
ad oggi rimasto nell'ombra".
In questo scenario di decomposizione del potere a Mosca, sostiene Powell,
la scelta di allargare la Nato ad Est si e' rivelata piu' che mai saggia.
Coloro che vi si opponevano, sostenendo che la Russia non era piu' un
nemico, ne' una potenza in grado di preoccupare, oggi devono ricredersi.
Con il garante della democrazia, Yeltsin, assai indebolito, con un primo
ministro ex Kgb e con i nazionalisti alle porte del Cremlino, la presenza
rafforzata della Nato e' un vantaggio notevole. In pochi mesi le cose
cambiano in fretta.
L'attacco Nato in Kosovo e' imminente. Ma cosa succedera' dopo? La
situazione non e' per niente chiara, si legge in un articolo. Le idee dei
mediatori occidentali si scontrano con quelle dei guerriglieri albanesi. I
primi vorrebbero un'ampia autonomia per la provincia, sempre pero'
all'interno della federazione jugoslava. I secondi invece si battono per la
completa indipendenza. I piu' estremisti sono quelli dell'Uck, di matrice
comunista, e aspirerebbero a una Grande Albania insieme a Tirana. I loro
rapporti con i mediatori sono pessimi. Il fronte albanese e' tutt'altro che
unito. Tra l'Uck e i moderati di Rugova non corre buon sangue. Con chi
dovranno parlare gli occidentali dopo la cacciata dei serbi?
L'anti terrorismo Usa visto da dentro. Un'inchiesta di Newsweek racconta i
metodi, i risultati e le difficolta' del lavoro di Cia e Fbi contro la rete
criminale internazionale che minaccia a forza di bombe l'Occidente. Nemico
numero uno: Osama bin Laden. Su di lui un gruppo specializzato di agenti
lavora dal 1993, raccogliendo prove del suo coinvolgimento negli attentati,
e costruendo una mappa delle persone che gli ruotano attorno.
Subito dopo le bombe di Nairobi e Dar es Salaam 400 investigatori si misero
sulle tracce dei colpevoli. Alcuni sono stati arrestati, e hanno fornito
altri indizi su bin Laden. Tra gli strumenti usati dagli americani, ci sono
le intercettazioni telefoniche, le incursioni di hackers nei conti bancari,
la raccolta di campioni di terra negli stabilimenti chimici sospetti, i
satelliti-spia, i software che analizzano montagne di dati. Il prossimo
passo e' la cattura di bin Laden.
"La nuova guerra dell'impeachment". L'ultimo fu Nixon. Ora tocca a Clinton
passare attraverso la gogna della messa in stato d'accusa. Ma il clima e'
diverso. "Una generazione fa, il paese aveva di fronte un presidente in
cattiva fede, che calpesto' sistematicamente la costituzione. Clinton, per
contro, e' piu' patetico che preoccupante.
Ma se i toni e i tempi sono diversi, le conseguenze potenzialmente sono le
stesse". I democratici rischiano grosso nelle imminenti elezioni di mid
term. Con i repubblicani rafforzati al Congresso, la cacciata di Bill sara'
piu' probabile. La storia gioca con l'ironia attorno alla coppia della Casa
Bianca: "Un quarto di secolo fa, loro erano i figli del Watergate. Ora,
potrebbero essere distrutti dalla macchina che contribuirono a creare -
Hillary nella capitale, lavorando da avvocato all'impeachment, Bill
affilando i coltelli nella campagna per le dimissioni di Nixon".