Caffe' Europa
 
Libri

L'inganno multimediale

Giancarlo Bosetti

 

Vincenzo Vita
"L'inganno multimediale"
Meltemi
pp. 96, lire 16 mila



Vincenzo Vita, uomo politico della sinistra e sottosegretario alle telecomunicazioni del governo in carica, diffida di tutto il rosario delle promesse delle nuove tecnologie multimediali. Pende più dalla parte degli apocalittici che da quella degli integrati come si capisce già dal titolo di questo suo libro: L'inganno multimediale (Meltemi, pagg. 96, L.16.000). Navigante di lungo corso, malgré soi, del sistema "monomediale" in un paese dove la politica da decenni trascura le poste e i computer e si occupa seriamente soltanto della Tv, la cara vecchia Tv generalista via etere che ha fatto da spina dorsale, per così dire, della Repubblica dall'epoca di Bernabei a quella di Berlusconi, Vita non nutre illusioni tecnologiche. Il che significa che non è tra coloro che pensano che la transizione a una nuova fase nei mezzi di trasmissione e ricezione (la convergenza digitale di tv, telefono e computer) sia in grado di levarci dal ritardo italiano con tutti i suoi cronici guai, che efficacemente egli mette sotto la categoria del "populismo" mediatico.

Dal pantano si può uscire non in grazia di qualche automatismo ma solo se la politica, e gli elettori, diventano pienamente consapevoli delle possibilità che abbiamo a portata di mano e se si decide di uscirne. Con questo rapido volume di riflessioni l'autore descrive il passo decisivo nel quale ci troviamo, messi alle strette tra due pericoli: da una parte quello di restare impigliati nei guai, ormai noti, della monocultura catodica (la nevrosi dei partiti che non riescono a levare gli occhi e le mani dalla Rai e il problema Berlusconi); dall'altra il rischio di finire nella giungla di una Rete globale dominata da forze prepotenti e voraci che ci possono far fuori in un solo boccone (vedi i colossi americani del digitale, della telefonia e dell'intrattenimento). Ed ecco che Vita cerca con accortezza e con genuina passione i "grimaldelli" teorici e pratici che ci mettano al sicuro sia dalla padella che dalla brace ed invoca un pensiero critico che ci protegga dalle sirene della propaganda ingannevole del nuovo e da un certo ingenuo fideismo internettista. ¶

Molto chiaro nell'analisi del compromesso italiano al ribasso, in cui si è "scambiata arretratezza con consenso" e dove "l'apparentamento stretto tra aziende monopolistiche e sistema politico ha creato un ceto di manager un pò politici e un pò professionisti, che ha contribuito a tenere il paese ai margini dello sviluppo, ma ha garantito per inerzia uno schema di poteri tutt'altro che irrilevante", Vita dichiara il suo allarme per un paese che ora si trova a dover competere nell'arena globale della multimedialità senza i satelliti e senza il cavo, a conferma che tra tutti i mali di cui soffriamo non c'è mai, accidenti!, quello della "tecnocrazia". Tuttavia ci rassicura che, almeno nel campo della tv digitale, dovremmo approdare a una situazione più equilibrata che in passato con una piattaforma di distribuzione satellitare unica ma con un set-top box (la nuova scatola dei comandi che avremo sul televisore) aperto, cioè senza soggetti esclusivi o dominanti, come invece adesso con i canali via etere.

Vita vorrebbe, e tutti noi con lui, che l'Europa producesse uno sforzo di pensiero, qualcosa come un nuovo rapporto Bangemann (L'Europa e la società dell'informazione globale), quello che fu presentato a Corfù nel 1994 e che realizzasse una connessione tra la tradizione sociale del continente e le opportunità della comunicazione globale. Nel mondo oggi ci sono 40 linee telefoniche ogni cento famiglie, ma il dato scomposto dice che le linee sono 101 nei paesi Ocse (più di una per famiglia), 6,3 in Africa e 19,7 in Asia. Un "pensiero politico forte" oggi dovrebbe affrontare questi squilibri: la fame di comunicazione è non meno vitale della fame di cibo. Il politico Vita affida per questo al suo libro anche la proposta di creare una autorità mondiale per le comunicazioni.
 


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