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Cinema

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Tutti pazzi per Mary (pagina 2)

Paola Casella

 

Come L'aereo piu' pazzo del mondo, Tutti pazzi per Mary ha un suo fascino retro', un candore che rende innocue anche le battute piu' grevi. A questo candore contribuiscono i dettagli artigianali che rimangono (di proposito?) nel prodotto finito: i microfoni che spuntano sopra le teste degli attori, le pareti di cartone che si interrompono nella parte alta dell'inquadratura, senza incontrare il soffitto.

Anche la storia d'amore fra i due protagonisti ha qualcosa di nostalgico, di genuinamente romantico, merito dello charme personale dei due attori protagonisti, l'irresistibile "it girl" Cameron Diaz e Ben Stiller, il Dustin Hoffman della sua generazione, nonche' dell'abilita' dei comprimari, dall'insospettabile Matt Dillon, qui del tutto privo di vanita', fino allo strepitoso Lee Evans, degno seguace di Jerry Lewis, e al comico Chris Elliot, agghiacciante nelle sue personificazioni della middle America.

Alla faccia della political correctness, la vera protagonista di questa commedia, a tratti genuinamente spaventosa, e' proprio la middle America dei serial killer e dei maniaci sessuali, delle malattie veneree e delle famiglie disfunzionali, in cui il marito-e-padre-modello osserva, senza battere ciglio, che <<ogni giorno e' migliore di quello successivo>> e in cui ogni incontro collettivo rischia di trasformarsi in <<terapia di gruppo>>.

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