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Tg 5 delle 20.00, 28 febbraio 2006

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Speaker: Buonasera, dunque il viaggio americano del Presidente del Consiglio Berlusconi che oggi ha incontrato il Presidente Bush e domani terrà un discorso davanti al Congresso americano. Molti ovviamente gli argomenti nell’agenda dei colloqui con Bush, si è parlato anche dell’Iraq e Berlusconi ha confermato il ritiro entro l’anno delle truppe.
Servizio.
Speaker:
“Silvio Berlusconi è una persona così ottimista e positiva che il solo vederlo mi tira su il morale. È un leader forte, è un uomo di parola e il suo governo ha dato stabilità all’Italia. È importante lavorare con un uomo coerente”.
Chi parla è il Presidente degli Stati Uniti. I due si sono incontrati a Washington di prima mattina, oggi, colazione alla Casa Bianca, per uno scambio di vedute. E per l’occasione Gorge W. Bush ha rinviato di qualche ora la partenza per l’India, una visita molto importante viste le dimensioni economiche che il paese asiatico sta assumendo. Primo punto in agenda l’Iraq. Bush ha condannato la distruzione dei siti religiosi, ma ora chiede all’autorità sciite e non solo di decidere la strada da intraprendere. E sul nostro contingente a Nassirija Berlusconi ha chiarito:
Berlusconi: “Abbiamo annunciato un piano di progressivo ritiro delle nostre truppe che dovrebbe concludersi, che si concluderà entro questo anno”.
Speaker: Alla domanda se l’amministrazione Bush teme un cambio di governo a Roma, il Presidente ha risposto tornando su Berlusconi: “Il nostro non è un rapporto solo politico, ma strategico, importante per gettare le basi per la pace. Quando parlo di stabilità, intendo – ha detto il Presidente degli Stati Uniti – confrontarmi con un governo che non cambi ogni anno, e Berlusconi è anche un uomo che rispetta la parola data”. E il Premier:
Berlusconi: “Comunque continuiamo in questa direzione convinti come ha detto il Presidente Bush che soltanto l’unione di tutti gli Stati democratici possa portare a risolvere i problemi del mondo”.
Speaker: Bush si è complimentato di come Torino abbia ospitato i Giochi Olimpici invernali. “Ne è stata testimone mia moglie”. E se a Roma Prodi ha commentato la visita americana come il party di addio organizzato dalla Casa Bianca per Berlusconi, il Premier ha ribadito: “Pensavo invece che fosse il funerale del leader dell’Unione”. (FR)
E domani l’appuntamento a Capitol Hill, Berlusconi parlerà al Congresso. Prima di lui questo onore è spettato solo a tre Presidenti del Consiglio italiani, De Gasperi, Craxi e Andreotti. E l’invito prescinde dai rapporti personali tra Bush e Berlusconi, è il riconoscimento dei rapporti tra Roma e Washington.

Speaker: Avete sentito i temi della campagna elettorale italiana raggiungono anche Washington. La campagna elettorale di Rutelli oggi parte a bordo di treno, ed è un Rutelli ottimista. Sentiamo.
Servizio.
Speaker:
Francesco Rutelli non crede alla rivolta di Berlusconi, né all’ipotesi di un pareggio tra destra e sinistra. “L’Unione avrà la maggioranza sia alla Camera sia al Senato” dice salendo sul Marghertita-express, il treno elettorale che girerà per le stazioni italiane.
Rutelli: “Scegliamo di non essere solo in televisione, ma in mezzo alle donne e agli uomini, in mezzo ai problemi del Paese, e anche ai talenti del Paese, noi non vogliamo dare dell’Italia l’idea di un Paese che va verso il declino. Ha enormi difficoltà, il governo Berlusconi ha rimandato indietro il nostro Paese, ma noi facciamo leva su risposte positive, abbiamo fiducia, e puntiamo su un Italia che può migliorare. Questo è la Margherita, questo è l’Ulivo. (AH)
Servizio.
Speaker:
Ecco perché lo hanno ribattezzato il treno dei talenti, cioè gli assi, le carte migliori da giocare nella futura squadra di governo del paese. Con Rutelli e i giornalisti ci sono i dirigenti della Margherita, ma sul treno, otto vagoni con maxischermo e sale conferenze saliranno nei prossimi giorni anche gli altri leader dell’Ulivo e lo stesso Prodi. Alleati ma in polemica con la Margherita saranno i Socialisti e i Radicali, uniti nella Rosa nel Pugno che alzano fra le altre bandiere quella della laicità e dei diritti civili. Anche Bertinotti ha assicurato in questo campo il massimo impegno di Rifondazione Comunista. Intanto la raccolta di firme per presentare le liste con la Rosa nel Pugno sta andando bene, più di 30 mila quelle raccolte solo nella prima giornata ai tavoli dove si sono presentati anche i professori e gli esponenti riformisti usciti dalle file dei Ds.
Speaker: E a proposito di liste il ministero dell’Interno ha ricusato per confondibilità 17 simboli elettorali fra cui il Movimento sociale-lista Rauti e i Socialisti-Craxi. I proponenti hanno 48 ore di tempo dalla notifica per modificare appunto il loro simbolo. Così sono anche giorni in cui si stanno chiudendo le candidature all’interno dei partiti, e sono momenti difficili per tutti i partiti.
Servizio.
Speaker:
Il caso Formigoni scuote il centrodestra, il caso Loiero scuote il centrosinistra. Sono due governatori ad agitare gli ultimi giorni prima della presentazione delle liste. Il Presidente della Regione Lombardia ha deciso, si candiderà con Forza Italia al Senato. E non ha alcuna intenzione di accettare il no della Lega e il consiglio di Bossi. “Fossi in lui – aveva detto il Senatur – rimarrei al Pirellone”. Ma al Pirellone lui, Formigoni, non ha alcuna intenzione di restare, e proclama già sorridendo: “Chiamatemi Senatur Presidente”.
Molto più giù nella penisola, in Calabria, questa volta è un governatore della Margherita a gettare scompiglio nel suo partito. Agazio Loiero non ha mandato giù l’esclusione dei suoi fedelissimi dalle candidature, e minaccia di presentare liste autonome nonostante che Rutelli abbia già dichiarato chiusa la questione.
Ma i mal di pancia non finiscono qui, e coinvolgono anche un altro governatore. Mugugnano i Ds della Campania per la candidatura al Senato di Anna Maria Carloni, moglie del Presidente della Regione Campania Bassolino. E mugugna Gustavo Selva, ex Presidente dei deputati di Alleanza Nazionale per il posto in lista toccatogli in Veneto, che ha deciso di rifiutare. Felicissima Franca Rame che ha detto sì a Leoluca Orlando e Antonio Di Pietro e correrà per l’Italia dei valori al Senato, in Lombardia ed Emilia Romagna, sperando in un risultato diverso da quello del marito, Dario Fo, bocciato nelle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Milano. Sta invece pensando a un passaggio da Forza Italia all’Udeur di Mastella con annessa candidatura Enrico Ferri, un “inversione ad U” per l’ex ministro dei centodieci all’ora.

 

 

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