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Tg 5delle 20.00, 26 febbraio 2006

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(Dopo la notizia di apertura sugli ostacoli posti all’entrata di Enel nel mercato francese dell’energia)

Speaker: Visti i botti dei giorni scorsi c’è quasi da meravigliarsi dei toni, meglio dire dei sottotoni, della campagna elettorale di oggi.
Servizio.
Speaker:
Uniti nella comune fede democristiana, divisi irrimediabilmente da Vladimir Luxuria. Quello tra Casini e Mastella è stato per molto tempo un felice matrimonio politico, poi i due si sono separati, scegliendo campi avversi, ma rimanendo sempre amici e continuando a collaborare anche dal più alto scranno della Camera, Casini come Presidente, Mastella come suo vice. Ma la dura campagna elettorale in atto ha fatto litigare anche loro due. La punzecchiatura è partita dal leader dell’Udc: “Mi chiedo come farà Prodi a celebrare il matrimonio tra Luxuria e Mastella”. (AH FR)
Ironia che non è stata gradita dal Segretario dell’Udeur che ha risposto piccato: “Il Presidente della Camera eviti di fare il comico, lui sa bene che tra me e Luxuria anche se stiamo nel centrosinistra non può esserci alcun matrimonio. Piuttosto mi chiedo come fa lui a coabitare coi Calderoli e i fascisti”. (AH)
Dal matrimonio alle coppie di fatto il passo è breve. E stavolta a polemizzare sono Bertinotti e Boselli. Il Segretario di Rifondazione non è soddisfatto sull’intesa nell’Unione sui Pacs, ma dice: “Meglio ottenere poco che nulla”. La Rosa nel Pugno lo bacchetta immediatamente, per Boselli in questo modo finirà per passare nella prossima legislatura una legge fatta insieme dal centrodestra e dalla Margherita. Fra matrimoni falliti e unioni complicate la giornata festiva ha proposto anche un semplice incontro difficile da realizzare: il faccia-a-faccia televisivo tra Berlusconi e Prodi. Il leader dell’Unione continua a porre condizioni che fanno insorgere il portavoce del Premier. Per Bonaiuti Prodi e i suoi si stanno arrampicando sugli specchi per evitare il confronto. (AH) “È il Parlamento attraverso la Commissione di Vigilanza – dice Bonaiuti – ad aver stabilito le regole che Prodi non vuol rispettare. Se poi vuole che anche da noi applichino le norme usate per il confronto fra Bush e Karry va benissimo”.
Servizio.
Speaker:
L’ultimo in ordine di tempo è quello dell’Italia dei Valori. Antonio Di Pietro ha atteso fino alle 15, poi ha presentato il suo simbolo che sarà alleato di Prodi e dell’Unione. Poco prima erano arrivati Ds e Margherita che correranno separati al Senato, uniti con il simbolo dell’Ulivo alla Camera. E così sono 174 i contrassegni presentati, incredibile a dirsi non è il record: nel ’94 furono più di 300. Molti certo caleranno, certo, i buontemponi, le liste civetta e di disturbo. Va anche detto che la maggior parte dei simboli fai-da-te punta a presentarsi solo in qualche circoscrizione, alla Camera o al Senato, non certo in tutta Italia. Ma la novità quest’anno sarà il voto degli italiani all’estero che eleggeranno 12 deputati e 6 senatori. Non tutti i partiti correranno all’estero con gli stessi simboli. Per Prodi ci saranno solo l’Unione, l’Udeur di Mastella e l’Italia dei Valori, solo in Europa. Nel centrodestra, An ha scelto di mettere nel simbolo il nome non di Fini ma di Mirko Tremaglia, e vuole candidare Rita Pavone. Ma anche all’estero si presenterà l’estrema destra, di Alessandra Mussolina e della Fiamma Tricolore, collegata alla Casa delle Libertà. Per presentare le liste dei candidati c’è più tempo, fino al 6 marzo.

 

 

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