(Dall’inizio, dopo i titoli di apertura, ndr)
Speaker: Buonasera cari telespettatori
del Tg 5. Sappiamo che la campagna elettorale di fatto
è cominciata già da diversi giorni, per
non dire da diverse settimane. Ma oggi è probabilmente
il primo vero giorno di campagna elettorale, con i problemi
sviscerati sia nel centrodestra sia nel centrosinistra,
con polemiche a tutto campo. Insomma un sabato da vera
campagna elettorale. Berlusconi ha tenuto una manifestazione
di Forza Italia a Milano, Prodi a Roma con gli altri
leader dell’Ulivo ha tenuto la convention. Partiamo
da Milano, da Berlusconi.
Servizio.
Speaker: Non replica Berlusconi all’accusa
che gli ha mosso il Presidente della Cassazione Marvulli.
“Avevo una risposta da dare al più alto
magistrato che ieri mi ha insultato ma in un clima così
positivo non lo farò”. Il clima, quello
della manifestazione elettorale di Forza Italia che
si è tenuta oggi a Milano, da dove Berlusconi
ha lanciato un attacco al sistema messo in piedi dagli
ex comunisti. “E la scuola – ha detto il
premier – è sempre quella che ha corrotto
le menti di troppi Italiani”. (FR)
Berlusconi: “E se c’è
qualcosa di corrotto in Italia è il loro sistema,
un intreccio di interessi inaccettabile tra le giunte
rosse, le cooperative rosse, la magistratura rossa,
il partito che è sempre lo stesso, anche se ha
cambiato nome, si chiamava Pc, Ds, Pds, ma è
fatto dagli stessi uomini”. (AH)
Speaker: La par condicio, scandisce,
un bavaglio al Presidente del Consiglio. Ironizza su
Prodi che non vuole partecipare ad un faccia-a-faccia
con lui e torna a criticare il suo programma di governo
sulle scelte in campo economico.
Berlusconi: “È l’assalto
alle tasche del ceto medio, alle tasche dei moderati.
Con la reintroduzione di certe imposte che noi abbiamo
l’orgoglio di avere cassato”.
Servizio: per la sinistra, afferma
Berlusconi, lo Stato è al di sopra dei cittadini
e deve intervenire in ogni aspetto della loro vita.
“Noi abbiamo abolito la leva militare, loro vogliono
ora introdurre il servizio civile obbligatorio per tutti”.
Berlusconi: “Oggi sono 45 mila
uomini e donne che si dedicano agli anziani, che si
dedicano ai disabili, che si dedicano ad aiutare gli
altri. Ma lo fanno liberamente, volontariamente, non
per un’imposizione dello Stato”.
Speaker: E adesso la manifestazione
dell’Ulivo, che si è tenuta a Roma. Era
presente il leader della coalizione Prodi, ma c’erano
anche i leader dei Ds, Fassino, e della Margherita,
Rutelli. E anche dei Repubblicani Europei, Sbarbati.
Vediamo.
Servizio.
Speaker: Si è aperta e conclusa sulle
note della canzone popolare di Ivano Fossati la kermesse
che ha dato dal Palalottomatica di Roma il via alla
campagna elettorale dell’Ulivo, quasi 4 ore in
cui si sono alternati momenti di spettacolo e quelli
strettamente politici. Sotto gli occhi dei fondatori
dell’Ulivo, Prodi, Fassino, Rutelli e Luciana
Sbarbati, si sono esibiti gruppi musicali e comici.
A colpire di più la performance di Maurizio Crozza
con il suo must “Zapatero”. Applaudono e
ridono i leader in prima fila di fronte al palcoscenico
circolare. Difesa della Costituzione con appello perché
il referendum confermativo cancelli la legge, attacchi
alla nuova legge elettorale e ai cinque anni di governo
Berlusconi, dicono tutti i leader “deve andare
a casa”. Dopo il saluto del sindaco Veltroni che
augura a Prodi buon lavoro, si alternano gli altri leader.
Rutelli rilancia il progetto del Partito democratico
che definisce la strada per il rilancio del Paese, ma
prima, dice, dobbiamo vincere.
Rutelli: “In che senso deve cambiare
l’Italia a partire dal 10 aprile prossimo? La
prima parte della risposta è semplice: liberare
l’Italia da Berlusconi. Liberare l’Italia
da una destra che ha depresso, impoverito, ricacciato
indietro il nostro Paese”. (FR AH)
Servizio: È poi la volta di
Fassino che elenca tutte le cifre del governo Berlusconi
e dice: “Noi possiamo vincere, perché dopo
cinque anni il premier attuale ha perso la scommessa
non mantenendo le promesse che aveva con gli elettori.
(AH)
Fassino: “La domanda è
‘ce la faremo?’ Io penso che la risposta
che noi dobbiamo dare, la risposta che noi dobbiamo
costruire in queste sei settimane è la risposta
a questa domanda. Sì, ce la possiamo fare e in
queste sei settimane noi dobbiamo dimostrare agli italiani
che è possibile farcela (AH)
Speaker: A Prodi le conclusioni. Il
candidato Premier del centrosinistra non risparmia bordate
al governo, parla di declino difficilmente quantificabile,
si è preferito – dice – la menzogna
alla verità, la prepotenza all’intelligenza
e poi difende la magistratura dalle accuse della Casa
delle Libertà.
Prodi: “Ieri al temine di tante
esternazioni hanno persino dato la colpa ai magistrati
di svendere il Paese”.
Speaker: Allora… E a margine
di queste due grandi manifestazioni ci sono, come viene
voglia di dire a margine di tutte le grandi manifestazioni,
polemiche sui partecipanti. Ebbene è una polemica
forse a distanza. Alla manifestazione romana del centrosinistra,
dell’Ulivo, erano presenti nove mila persone,
la cifra viene dagli organizzatori. Secondo il portavoce
di Berlusconi, Bonaiuti, invece alla convention milanese
erano in dodicimila. (HR)
Ma oggi è stata anche la giornata di un altro
scontro sulla giustizia anche se onestamente bisogna
dire con toni certo più morbidi e attutiti. Il
resoconto della giornata.
Servizio.
Speaker: Intossicato dall’ultima polemica
su politica e giustizia e in particolare tra Berlusconi
e il Presidente di Cassazione Marvulli il Congresso
dell’Associazione Nazionale Magistrati arriva
a nervi tesi all’incontro con il guardasigilli
Castelli. Pesano anche le ultime dichiarazioni politiche,
Fassino ha inviato un messaggio: “Gli attacchi
di Berlusconi vogliono trascinare le istituzioni alla
rissa e condizionare le Toghe”. E Casini fa sapere:
“Non accettiamo prediche, diciamo all’Anm
fate pulizie in casa vostra e sarete più credibili”.
Ma la parola d’ordine nella sala di Roma dove
si riuniscono i magistrati associati è una sola:
non provocare né raccogliere provocazioni. Anche
il Ministro della Giustizia Castelli arriva in sala
quasi con la stessa parola d’ordine, sfodera infatti
toni concilianti. E così dalla sala che lo accoglie
con freddezza non arrivano né fischi né
dissensi, ma molti sorrisi ironici e persino qualche
accenno di applauso quando parla della Riforma dell’ordinamento
giudiziario con lieve tono autocritico.
Castelli: “L’abbiamo scritta
male, su questo non c’è il minimo dubbio,
però l’abbiamo scritta male così
come sono scritte male il 99% delle leggi. Però
consentitemi la battuta anche in questo caso bonaria
l’ha scritta un magistrato, perché il relatore
alla Camera è un magistrato”.
Speaker: Poi il Guardasigilli lancia un invito a cercare
un dialogo, perché la lotta da poteri nuoce all’intero
Paese. Ma questo è un Congresso in piena campagna
elettorale e a quel traguardo, quello del voto, pensa
l’ex Presidente dell’Associazione Magistrati
Edmondo Bruti Liberati spiegando che al nuovo ministro
e al nuovo Parlamento i magistrati chiederanno un intervento
preciso.
Bruti Liberati: “Queste proposte alternative noi
le rivolgeremo al prossimo ministro, al prossimo legislatore,
al prossimo governo, essendo ben chiaro che la premessa
però è che questo ordinamento giudiziario
incostituzionale d’impianto, impossibile a funzionare
deve essere azzerato”.
Speaker: Castelli lascia la sala e
commenta così:
Castelli: “Mi pare che Bruti
Liberati mi abbia chiuso la porta in faccia”.
Speaker: Ciascuno resta sulla propria
posizione dunque e tutti a partire dai magistrati con
lo sguardo alle prossime elezioni.
Speaker: Ma il tema caldo, anzi rovente
del rapporto tra politica e giustizia abbiamo scelto
di farlo commentare a due tecnici della giustizia che
però stanno per fare il salto in politica: l’ex
magistrato milanese D’Ambrosio, che si candida
per il centrosinistra, e l’avvocato Giulia Buongiorno,
che si candida con il centrodestra.
D’Ambrosio: “Queste polemiche
sono sicuramente nocive e su questo non c’è
assolutamente dubbio, quando si mette in discussione
non un provvedimento della magistratura ma l’intera
istituzione della magistratura, beh si fa un danno indiretto
anche alle altre istituzioni, si toglie credibilità
allo Stato, si toglie credibilità alle istituzioni
democratiche. Per cui io spero che venga accolto l’appello
del Presidente Ciampi e che queste polemiche finiscano,
e finiscano al più presto. Io credo che sia veramente
il caso che si cessi questa lotta che è nata
purtroppo e che però produce dei danni molto
seri”.
Intervistatrice: “È possibile
abbassare la conflittualità? In che modo?”
D’Ambrosio: “Certo basta
buona volontà, basta cominciare ad avere fiducia
nelle istituzioni e a pensare che i magistrati non possano
assolutamente agire in favore dell’uno o dell’altra
cosa, ma agiscono sempre nell’interesse del rispetto
della legalità”.
Bongiorno: “In questo momento
è chiaro che c’è una forte contrapposizione
e sono chiare le ragioni degli uni e dell’altro.
Credo che sia importante per tutti costruire, costruire,
costruire. Credo che la vera battaglia debba essere
a questo punto quella di riuscire a trovare un tavolo,
un tavolo di confronto, ovviamente non deve essere un
tavolo di cristallo perché, visto lo scontro,
deve essere un tavolo solido; però intendo dire
che la vera scommessa è trovare un dialogo”.
Intervistatrice: “E secondo lei
su che base si può costruire?”
Bongiorno: “Cercando di mettere
da parte le proprie ragioni, cioè, a prescindere
dalla parte che abbia ragione, dire: ricominciamo a
questo punto da un discorso comune. Io credo che noi
dobbiamo fare leva su quella parte della magistratura
onesta, sulla parte della magistratura equilibrata,
sulla parte della magistratura che esiste, con la quale
si può dialogare. Allora quello che dico io è:
perché ciascuno non indica quelle che sono le
priorità nella giustizia e si cercano di mettere
accanto i punti comuni, poi vediamo quali sono invece
i punti in cui permane il contrasto e si cerca anche
in quel caso quella che può essere una via di
mezzo?
Speaker: E a proposito di candidati
e di schieramenti facciamo un po’ il punto, anche
dal punto di vista (scusate il gioco di parole), delle
curiosità.
Servizio.
Speaker: Sono tanti, tantissimi. Stanno per
raggiungere quota 150 i contrassegni presentati al Viminale
in vista delle elezioni del 9 e 10 aprile. Non tutti
certo finiranno sulle schede elettorali. Il Ministero
dell’Interno eliminerà i doppioni, i simboli
equivoci, le liste di disturbo. E poi l’ostacolo
più duro, la scrematura del prossimo fine settimana,
solo in pochi riusciranno infatti a raccogliere le migliaia
di firme necessarie per le candidature. Tuttavia si
può già avere un quadro della sfida elettorale,
dal momento che le liste alleate devono fin d’ora
indicare programma e il nome del candidato premier.
Due i grandi schieramenti, raccolti attorno a Romano
Prodi e a Silvio Berlusconi. La notizia più importante
riguarda l’estrema destra, Alternativa Sociale,
di Alessandra Mussolini, e il Movimento sociale Fiamma
Tricolore, di Luca Romagnoli, si sono apparentati con
Berlusconi. La Mussolini dovrebbe anche essere candidata,
a differenza di Romagnoli. Fuori dall’alleanza
restano invece il Nuovo Msi di Gaetano Saia e il Msi
di Pino Rauti. Ben 15 alla Camera e 20 al Senato, liste
e listine per Berlusconi, ultima arrivata anche la Democrazia
Cristiana-Partito Socialista, di Rotondi e De Michelis.
Alleati con Prodi e con l’Unione invece il Garofano
di Bobo Craxi e i socialisti di Boselli che sono confluiti
nella Rosa nel Pugno, l’Udeur di Mastella e molti
altri. Ecco per esempio i Consumatori del Codacons,
che fotografano orgogliosi il loro simbolo, appena affisso
al tabellone, nel quale non mancano le curiosità
e gli sberleffi: il movimento “Io non Voto”,
il partito di internet, che non sbarca oltre i confini
della Lombardia, i “No Tav” e i No Pacs,
i soliti “Forza Roma” e “Avanti Lazio”,
il misterioso “Zarlenga”. E poi le liste
che correranno solo per il collegio degli italiani all’estero,
tra queste è “L’Italia dei Valori”
di Antonio Di Pietro, che a sorpresa ancora non si è
presentato nei collegi italiani, ma c’è
tempo per tutti fino alle 16 di domani.
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