Speaker: Per quanto riguarda le vicende politiche,
all’indomani delle dimissioni del ministro Calderoli,
c’è un pesantissimo strascico polemico,
proprio tra la Lega e il Presidente del Consiglio.
Servizio: Domani a Milano si riunisce
il Consiglio federale leghista. “Si ridiscuterà
l’alleanza con la CdL” fanno sapere dal
Carroccio.
“E’ stato Berlusconi a far nascere il caso
- commenta Maroni - mettendo in relazione gli scontri
in Libia con la maglietta di Calderoni”. “Dal
Presidente del Consiglio - sottolinea il ministro del
Welfare - non ci saremmo mai aspettati un comportamento
di questo genere. Calderoli si è dimesso solo
per senso di responsabilità. La cosa che più
mi ha amareggiato – conclude - è che nessuno
nella maggioranza lo ha difeso, se non la Lega”.
“E’ paradossale attribuire a me il collegamento
tra i fatti di Bengasi e i comportamenti di Calderoni
- gli risponde Berlusconi - visto che tutte le fonti
diplomatiche e politiche, tutte le agenzie di stampa
nazionali e internazionali hanno fin dall’inizio
indicato l’episodio relativo a Calderoli come
il movente, io direi il pretesto della manifestazione
in Libia”. (IR)
“Rimango esterrefatto per le dichiarazioni del
ministro Maroni – continua il Presidente del Consiglio
- che sono assolutamente infondate nei fatti. Non c’è
dichiarazione che io abbia proferito, non c’è
decisione che io abbia assunto se non in linea con il
leader della Lega Umberto Bossi”.
Sul caso Calderoli, il vicepremier e ministro degli
esteri ritorna in un’intervista su Rai3 nel pomeriggio.
Mezz’ora di scoppiettante botta e risposta tra
Fini e Annunziata. “Calderoni - dice Fini - ha
sbagliato”.
Fini: “Perché un ministro,
che giura fedeltà alla Costituzione, che all’articolo
3 ricorda che ogni fede religiosa ha pari dignità
e merita pari rispetto, certi comportamenti non se li
può permettere. E’ tutta qui la materia”.
(IR)
Annunziata: “Ritorno alla domanda:
è una mela marcia o una cultura?”
Fini: “Le ripeto la risposta!”
Annunziata: “Beh’ vuol dire che
non mi vuole rispondere!”
Fini: “Vuol dire che lei non
sa formulare la domanda!”
Servizio: Caso chiuso anche per il
Presidente della Camera Casini, che attacca il centrosinistra.
Casini: “Il ministro Calderoli ha sbagliato gravemente
e ha pagato come è giusto che sia. Ma le prediche
interessate della sinistra vanno respinte al mittente.
(AH) Si occupino dei cortei che la
sinistra organizza, quelli in cui si urla “dieci
cento mille Nassiriya”. Frasi indecenti di italiani
che dovrebbero coltivare la memoria e il rispetto verso
i nostri eroici caduti.
Speaker: Ci riattacchiamo subito a
quanto detto da Casini ed entriamo nell’argomento
dei cortei, quello di ieri, in cui sono stati urlati
appunto slogan che inneggiavano a Nassiriya, e sono
state bruciate delle bandiere. Anche oggi polemiche
e prese di posizione importanti come quella di Fassino.
Servizio: La manifestazione per la
Palestina organizzata da una parte della sinistra ha
in effetti evidenziato le differenze e innescato nuove
polemiche all’interno dell’Unione. Quegli
slogan anti-Israele e gli accenni alla strage di Nassiriya
sono stati altamente condannati dal segretario dei Ds
Fassino.
Fassino: “Abbiamo sempre detto
che quei comportamenti sono assolutamente inconciliabili
e incompatibili con gli obiettivi e la politica del
centrosinistra, tanto è vero che nei giorni scorsi
un rappresentante di Rifondazione Comunista che aveva
espresso quelle stesse parole d’ordine è
stato espulso dalle liste e non sarà candidato”.
Servizio: “Erano provocatorie”
dice il comunista Marco Rizzo che difende la natura
pacifica della manifestazione.
Rizzo: “Quei pochi che hanno
urlato quelle frasi infami su Nassiriya sono o degli
imbecilli o dei provocatori, certamente nemici della
Palestina, certamente nemici dei comunisti”. (IR)
Servizio: Alla manifestazione non
ha aderito Bertinotti, ma solo i cosiddetti disobbedienti
di Rifondazione, come il trotskista Ferrando. L’assenza
di Bertinotti viene interpretata come una svolta epocale,
che piace a Clemente Mastella che ha duramente attaccato
gli episodi di ieri. E oggi in un’intervista al
Corriere della Sera il leader dell’Udeur tira
la volata a Bertinotti: “Ora Fausto può
assumere qualsiasi ruolo, non ha bisogno di essere sdoganato.
Guidi la Camera”.
Già, ma il fatto è che proprio per la
Presidenza di Montecitorio era circolato nei giorni
scorsi il nome di D’Alema, politico di grande
esperienza istituzionale, che sembrava interessato,
tanto da dire esplicitamente di essere pronto a lasciare
la Presidenza della Quercia se gli venisse offerto l’incarico
istituzionale. Una poltrona per due?
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