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Tg 5delle 20.00, 19 febbraio 2006

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Speaker: Per quanto riguarda le vicende politiche, all’indomani delle dimissioni del ministro Calderoli, c’è un pesantissimo strascico polemico, proprio tra la Lega e il Presidente del Consiglio.
Servizio: Domani a Milano si riunisce il Consiglio federale leghista. “Si ridiscuterà l’alleanza con la CdL” fanno sapere dal Carroccio.
“E’ stato Berlusconi a far nascere il caso - commenta Maroni - mettendo in relazione gli scontri in Libia con la maglietta di Calderoni”. “Dal Presidente del Consiglio - sottolinea il ministro del Welfare - non ci saremmo mai aspettati un comportamento di questo genere. Calderoli si è dimesso solo per senso di responsabilità. La cosa che più mi ha amareggiato – conclude - è che nessuno nella maggioranza lo ha difeso, se non la Lega”.
“E’ paradossale attribuire a me il collegamento tra i fatti di Bengasi e i comportamenti di Calderoni - gli risponde Berlusconi - visto che tutte le fonti diplomatiche e politiche, tutte le agenzie di stampa nazionali e internazionali hanno fin dall’inizio indicato l’episodio relativo a Calderoli come il movente, io direi il pretesto della manifestazione in Libia”. (IR)
“Rimango esterrefatto per le dichiarazioni del ministro Maroni – continua il Presidente del Consiglio - che sono assolutamente infondate nei fatti. Non c’è dichiarazione che io abbia proferito, non c’è decisione che io abbia assunto se non in linea con il leader della Lega Umberto Bossi”.
Sul caso Calderoli, il vicepremier e ministro degli esteri ritorna in un’intervista su Rai3 nel pomeriggio. Mezz’ora di scoppiettante botta e risposta tra Fini e Annunziata. “Calderoni - dice Fini - ha sbagliato”.
Fini: “Perché un ministro, che giura fedeltà alla Costituzione, che all’articolo 3 ricorda che ogni fede religiosa ha pari dignità e merita pari rispetto, certi comportamenti non se li può permettere. E’ tutta qui la materia”. (IR)
Annunziata: “Ritorno alla domanda: è una mela marcia o una cultura?”
Fini: “Le ripeto la risposta!”
Annunziata:
“Beh’ vuol dire che non mi vuole rispondere!”
Fini: “Vuol dire che lei non sa formulare la domanda!”

Servizio: Caso chiuso anche per il Presidente della Camera Casini, che attacca il centrosinistra.
Casini: “Il ministro Calderoli ha sbagliato gravemente e ha pagato come è giusto che sia. Ma le prediche interessate della sinistra vanno respinte al mittente. (AH) Si occupino dei cortei che la sinistra organizza, quelli in cui si urla “dieci cento mille Nassiriya”. Frasi indecenti di italiani che dovrebbero coltivare la memoria e il rispetto verso i nostri eroici caduti.

Speaker: Ci riattacchiamo subito a quanto detto da Casini ed entriamo nell’argomento dei cortei, quello di ieri, in cui sono stati urlati appunto slogan che inneggiavano a Nassiriya, e sono state bruciate delle bandiere. Anche oggi polemiche e prese di posizione importanti come quella di Fassino.
Servizio: La manifestazione per la Palestina organizzata da una parte della sinistra ha in effetti evidenziato le differenze e innescato nuove polemiche all’interno dell’Unione. Quegli slogan anti-Israele e gli accenni alla strage di Nassiriya sono stati altamente condannati dal segretario dei Ds Fassino.
Fassino: “Abbiamo sempre detto che quei comportamenti sono assolutamente inconciliabili e incompatibili con gli obiettivi e la politica del centrosinistra, tanto è vero che nei giorni scorsi un rappresentante di Rifondazione Comunista che aveva espresso quelle stesse parole d’ordine è stato espulso dalle liste e non sarà candidato”.
Servizio: “Erano provocatorie” dice il comunista Marco Rizzo che difende la natura pacifica della manifestazione.
Rizzo: “Quei pochi che hanno urlato quelle frasi infami su Nassiriya sono o degli imbecilli o dei provocatori, certamente nemici della Palestina, certamente nemici dei comunisti”. (IR)

Servizio: Alla manifestazione non ha aderito Bertinotti, ma solo i cosiddetti disobbedienti di Rifondazione, come il trotskista Ferrando. L’assenza di Bertinotti viene interpretata come una svolta epocale, che piace a Clemente Mastella che ha duramente attaccato gli episodi di ieri. E oggi in un’intervista al Corriere della Sera il leader dell’Udeur tira la volata a Bertinotti: “Ora Fausto può assumere qualsiasi ruolo, non ha bisogno di essere sdoganato. Guidi la Camera”.
Già, ma il fatto è che proprio per la Presidenza di Montecitorio era circolato nei giorni scorsi il nome di D’Alema, politico di grande esperienza istituzionale, che sembrava interessato, tanto da dire esplicitamente di essere pronto a lasciare la Presidenza della Quercia se gli venisse offerto l’incarico istituzionale. Una poltrona per due?


 

 

 

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