TITOLO
1)
Calderoli si dimette e dice: lascio ma non rinuncio
alla battaglia. Ciampi: comportamenti irresponsabili
da chi ha responsabilità di governo.
Berlusconi telefona a Gheddafi: ribadita l’amicizia
tra i due paesi. Fini in moschea a Roma: dialogo e rispetto
reciproco.
Casini: dal Governo gesto forte.
Il centrosinistra: governo irresponsabile, dimissioni
inevitabili ma tardive.
Telefonata Prodi Gheddafi: sì alla comprensione
reciproca. (TUTTA APERTURA IR)
TITOLO 2)
Libia, dopo i violenti scontri sospeso il ministro degli
esteri e degli interni. Domani lutto nazionale per le
11 vittime. Ministro interni dimesso, domani lutto nazionale
per i funerali.
1)
Speaker: Il Ministro per le riforme Calderoli
si è dimesso sull’onda delle polemiche
per i fatti di Bengasi, in Libia, dove ieri sera la
polizia ha sparato sulla folla che protestava davanti
al consolato italiano uccidendo undici persone. La manifestazione
è stata innescata dalla notizia della maglietta
con le vignette di Maometto indossata da Calderoli anche
in Tv. (OM)
In una nota Ciampi ha espresso profondo dolore per gli
incidenti di Bengasi, sottolineando che chi è
al governo deve avere comportamenti responsabili. “Speriamo
di aver evitato ritorsioni”: questo è il
commento di Berlusconi, mentre per Prodi non bisognava
attendere i morti per le dimissioni.
Servizio.
Speaker: “Mi dimetto per senso di responsabilità,
lascio l’incarico per impedire ulteriormente la
campagna di strumentalizzazione che in queste ore viene
condotta contro di me e contro la Lega (AH)
dall’opposizione ma anche da esponenti della maggioranza,
non volevo offendere nessuno ma nonostante le minacce
ricevute non rinuncio alla battaglia nei valori in cui
credo”.
Con queste parole dopo un incontro con Bossi e Maroni,
Calderoli si dimette da ministro. Un gesto che ieri
per primo gli era stato sollecitato direttamente dal
Presidente del Consiglio e sul quale si erano espresse
all’unanimità tutte le forze politiche
sia quelle di maggioranza che opposizione.
La preoccupazione di maggioranza e governo è
stata quella di circoscrivere e chiudere subito un episodio
che avrebbe potuto essere strumentalizzato e aprire
scontri e tensioni. Di qui due iniziative di Palazzo
Chigi: l’intervento diretto di Berlusconi che
ha avuto una lunga telefonata con il leader libico Gheddafi,
al quale ha espresso profondo dolore per le vittime
degli scontri a Bengasi, concordando sul fatto che l’episodio
non di deve ripercuotere sulle buone relazioni italo-libiche
e poi la visita del vice premier Fini alla moschea di
Roma, un gesto distensivo ed amichevole che è
stato molto apprezzato dalla comunità islamica.
Fini: “Violenze, integralismo,
terrorismo auspicano e lavorano per lo scontro tra civiltà.
Rispettare ogni religione e chiedere rispetto per la
propria religione è sempre e comunque doveroso,
a maggior ragione lo è quando si ricoprono cariche
istituzionali. Questa è la ragione per la quale
Calderoli non poteva rimanere un minuto di più
a far parte del Governo”. (IR)
Speaker: Soddisfatto Casini che ha
convocato una conferenza stampa alla Camera.
Casini: “Gesti come quello di
Calderoli sono incompatibili con la presenza in un Governo
serio, responsabile, di un grande paese europeo. Do
atto al Presidente del Consiglio di aver agito con tempestività
e con chiarezza. Esprimo la più ferma condanna
per gli attacchi alle sedi diplomatiche perché
non è in questo modo che si aiuta la causa dell’Islam;
nessun atto violento si può fare in nome di Dio”.
Speaker: Un episodio negativo, risponde
Casini alla sinistra, non compromette comunque l’alleanza
strategica con la Lega. Anche il presidente del Senato
da Firenze esprime la propria soddisfazione.
Pera: “L’aspetto politico
ora è chiuso con soddisfazione di tutti, io credo,
e a questo punto si apre un’altra vicenda che
dobbiamo affrontare: noi siamo per il dialogo con l’Islam
con i paesi arabi e con i paesi islamici con i quali
abbiamo eccellenti rapporti, dobbiamo però ribadire
che il dialogo si può svolgere in rapporti di
parità e reciprocità”.
Speaker: Delle magliette irriverenti
non si può rispondere con assalti e morti, risponde
Pera, e sulla necessità del dialogo e l’impegno
del Governo in questa direzione è intervenuto
il presidente del Consiglio da Verona:
Berlusconi: “Non c’è
un’altra possibilità, non si può
arrivare a uno scontro di religioni o a uno scontro
di civiltà, dobbiamo mettere in campo noi la
nostra capacità di tolleranza, la nostra capacità
di capire le debolezze degli altri, dobbiamo collaborare
con chi nel mondo dell’Islam è moderato
almeno quanto lo siamo noi, ed è la grande maggioranza
dei cittadini di quei paesi”.
Speaker: Da subito il centrosinistra
compatto aveva detto fuori Calderoli dal Governo, l’immagine
internazionale dell’Italia è stata messa
a rischio da un irresponsabile.
Servizio.
Speaker: Il centrosinistra non ha avuto mezzi
termini dopo i tragici fatti di Bengasi. Via subito
Calderoli, la richiesta unanime del centrosinistra.
Prodi ha espresso un duro giudizio politico.
Prodi: “Credo che non si dovesse
aspettare la tragedia per le dimissioni. Il fatto in
sé, che un Ministro della Repubblica offenda
in modo personale e visibile gli islamici, era già
un fatto grave”.
Speaker: Poi in un colloquio telefonico
con Gheddafi, Prodi ha espresso cordoglio per le vittime
e ha ringraziato il governo libico per aver protetto
il consolato italiano e i nostri connazionali. Da Prodi
e Gheddafi invito alla reciproca comprensione e al confronto
per evitare il ripetersi di simili tragedie. E stamani
alla raccolta fondi per la campagna elettorale, Prodi
aveva insistito per l’importanza del dialogo.
Prodi: “Se noi capissimo che
occorre un dialogo e che non c’è nessuna
civiltà superiore per definizione, io credo che
eviteremmo queste tragedie”.
Speaker: Per Fassino le parole di Calderoli
sono l’epilogo inevitabile di una brutta vicenda
che poteva essere evitata.
Fassino: “Adesso il Governo ha
un dovere di compiere quegli atti che trasmettano alla
Libia e all’insieme del mondo islamico un’immagine
del nostro paese diversa da quella che ha dato Calderoli
e chiediamo al Governo di venire in Parlamento e dire
come vuole compiere questi atti”.
Speaker: “Colpisce per il dilettantismo
e per l’immaturità nel trattare queste
cose”, aggiunge Rutelli che dice: “un’irresponsabile
ha messo a rischio tutta l’Italia”.
Rutelli: “Purtroppo Berlusconi
è ostaggio della Lega e non riesce a sbarazzarsi
né di Calderoli né di Bossi con un rischio
gravissimo per la credibilità e per la sicurezza
del nostro paese”.
Speaker: Per Mastella questo Governo
ha compromesso i rapporti con l’Islam garantiti
per 50 anni dalla Dc. Per Rifondazione, Verdi e Comunisti
è tutto il Governo che deve andar via, lo chiede
Diliberto che aggiunge:
Diliberto: “Io temo davvero che
questi irresponsabili mettono a repentaglio la sicurezza
di tutti gli italiani”.
Speaker: Per Bertinotti in questa vicenda
restano pesanti le responsabilità del Governo,
le dimissioni di Calderoli sono una farsa, afferma il
verde Pecoraro Scanio, la Casa delle Libertà
è la casa dei provocatori, per Emma Bonino della
Rosa nel Pugno:
Bonino: “Rimane il fatto che
la provocazione razzista de ministro condita da frasi
razziste, non ha scusanti, fra l’altro non era
la prima volta, quindi credo che le dimissioni di Calderoli
siano dovute e dovute da molto tempo”.
Speaker: Della stessa opinione Bobo
Craxi e Di Pietro.
Speaker: Il capo dello Stato è
intervenuto con una nota, ha detto: “Sono profondamente
addolorato per questi incidenti occorsi ieri a Bengasi
che sono costati tante vite umane - scrive Ciampi -
c’è una chiara indiscussa linea della nostra
politica che interpreta il sentimento dominante degli
italiani cioè il rispetto dei credi religiosi
e i culti di ogni popolo dice che ha responsabilità
di Governo deve avere comportamenti responsabili.
2)
Speaker: Errore della polizia, per
il figlio di Gheddafi i fatti sarebbero stati ancora
più gravi se i manifestanti fossero entrati nel
consolato. Pisanu dice: “Questo non avrà
conseguenza per il rapporto fra l’Italia e la
Libia, e più in generale fra Italia e mondo islamico”.
“Comunque – continua - è un momento
particolare per i rapporti Italia-Libia”. Funzionano
gli accordi per l’immigrazione clandestina, ma
Tripoli non invia il Console in Italia. Molto critico
Seif, figlio di Gheddafi.
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