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Tg 1 delle 20.00, 18 febbraio 2006

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TITOLO 1)
Calderoli si dimette e dice: lascio ma non rinuncio alla battaglia. Ciampi: comportamenti irresponsabili da chi ha responsabilità di governo.
Berlusconi telefona a Gheddafi: ribadita l’amicizia tra i due paesi. Fini in moschea a Roma: dialogo e rispetto reciproco.
Casini: dal Governo gesto forte.
Il centrosinistra: governo irresponsabile, dimissioni inevitabili ma tardive.
Telefonata Prodi Gheddafi: sì alla comprensione reciproca. (TUTTA APERTURA IR)

TITOLO 2)
Libia, dopo i violenti scontri sospeso il ministro degli esteri e degli interni. Domani lutto nazionale per le 11 vittime. Ministro interni dimesso, domani lutto nazionale per i funerali.

1)
Speaker:
Il Ministro per le riforme Calderoli si è dimesso sull’onda delle polemiche per i fatti di Bengasi, in Libia, dove ieri sera la polizia ha sparato sulla folla che protestava davanti al consolato italiano uccidendo undici persone. La manifestazione è stata innescata dalla notizia della maglietta con le vignette di Maometto indossata da Calderoli anche in Tv. (OM)
In una nota Ciampi ha espresso profondo dolore per gli incidenti di Bengasi, sottolineando che chi è al governo deve avere comportamenti responsabili. “Speriamo di aver evitato ritorsioni”: questo è il commento di Berlusconi, mentre per Prodi non bisognava attendere i morti per le dimissioni.
Servizio.
Speaker:
“Mi dimetto per senso di responsabilità, lascio l’incarico per impedire ulteriormente la campagna di strumentalizzazione che in queste ore viene condotta contro di me e contro la Lega (AH) dall’opposizione ma anche da esponenti della maggioranza, non volevo offendere nessuno ma nonostante le minacce ricevute non rinuncio alla battaglia nei valori in cui credo”.
Con queste parole dopo un incontro con Bossi e Maroni, Calderoli si dimette da ministro. Un gesto che ieri per primo gli era stato sollecitato direttamente dal Presidente del Consiglio e sul quale si erano espresse all’unanimità tutte le forze politiche sia quelle di maggioranza che opposizione.
La preoccupazione di maggioranza e governo è stata quella di circoscrivere e chiudere subito un episodio che avrebbe potuto essere strumentalizzato e aprire scontri e tensioni. Di qui due iniziative di Palazzo Chigi: l’intervento diretto di Berlusconi che ha avuto una lunga telefonata con il leader libico Gheddafi, al quale ha espresso profondo dolore per le vittime degli scontri a Bengasi, concordando sul fatto che l’episodio non di deve ripercuotere sulle buone relazioni italo-libiche e poi la visita del vice premier Fini alla moschea di Roma, un gesto distensivo ed amichevole che è stato molto apprezzato dalla comunità islamica.
Fini: “Violenze, integralismo, terrorismo auspicano e lavorano per lo scontro tra civiltà. Rispettare ogni religione e chiedere rispetto per la propria religione è sempre e comunque doveroso, a maggior ragione lo è quando si ricoprono cariche istituzionali. Questa è la ragione per la quale Calderoli non poteva rimanere un minuto di più a far parte del Governo”. (IR)
Speaker: Soddisfatto Casini che ha convocato una conferenza stampa alla Camera.
Casini: “Gesti come quello di Calderoli sono incompatibili con la presenza in un Governo serio, responsabile, di un grande paese europeo. Do atto al Presidente del Consiglio di aver agito con tempestività e con chiarezza. Esprimo la più ferma condanna per gli attacchi alle sedi diplomatiche perché non è in questo modo che si aiuta la causa dell’Islam; nessun atto violento si può fare in nome di Dio”.
Speaker: Un episodio negativo, risponde Casini alla sinistra, non compromette comunque l’alleanza strategica con la Lega. Anche il presidente del Senato da Firenze esprime la propria soddisfazione.
Pera: “L’aspetto politico ora è chiuso con soddisfazione di tutti, io credo, e a questo punto si apre un’altra vicenda che dobbiamo affrontare: noi siamo per il dialogo con l’Islam con i paesi arabi e con i paesi islamici con i quali abbiamo eccellenti rapporti, dobbiamo però ribadire che il dialogo si può svolgere in rapporti di parità e reciprocità”.
Speaker: Delle magliette irriverenti non si può rispondere con assalti e morti, risponde Pera, e sulla necessità del dialogo e l’impegno del Governo in questa direzione è intervenuto il presidente del Consiglio da Verona:
Berlusconi: “Non c’è un’altra possibilità, non si può arrivare a uno scontro di religioni o a uno scontro di civiltà, dobbiamo mettere in campo noi la nostra capacità di tolleranza, la nostra capacità di capire le debolezze degli altri, dobbiamo collaborare con chi nel mondo dell’Islam è moderato almeno quanto lo siamo noi, ed è la grande maggioranza dei cittadini di quei paesi”.
Speaker: Da subito il centrosinistra compatto aveva detto fuori Calderoli dal Governo, l’immagine internazionale dell’Italia è stata messa a rischio da un irresponsabile.
Servizio.
Speaker
: Il centrosinistra non ha avuto mezzi termini dopo i tragici fatti di Bengasi. Via subito Calderoli, la richiesta unanime del centrosinistra. Prodi ha espresso un duro giudizio politico.
Prodi: “Credo che non si dovesse aspettare la tragedia per le dimissioni. Il fatto in sé, che un Ministro della Repubblica offenda in modo personale e visibile gli islamici, era già un fatto grave”.
Speaker: Poi in un colloquio telefonico con Gheddafi, Prodi ha espresso cordoglio per le vittime e ha ringraziato il governo libico per aver protetto il consolato italiano e i nostri connazionali. Da Prodi e Gheddafi invito alla reciproca comprensione e al confronto per evitare il ripetersi di simili tragedie. E stamani alla raccolta fondi per la campagna elettorale, Prodi aveva insistito per l’importanza del dialogo.
Prodi: “Se noi capissimo che occorre un dialogo e che non c’è nessuna civiltà superiore per definizione, io credo che eviteremmo queste tragedie”.
Speaker: Per Fassino le parole di Calderoli sono l’epilogo inevitabile di una brutta vicenda che poteva essere evitata.
Fassino: “Adesso il Governo ha un dovere di compiere quegli atti che trasmettano alla Libia e all’insieme del mondo islamico un’immagine del nostro paese diversa da quella che ha dato Calderoli e chiediamo al Governo di venire in Parlamento e dire come vuole compiere questi atti”.
Speaker: “Colpisce per il dilettantismo e per l’immaturità nel trattare queste cose”, aggiunge Rutelli che dice: “un’irresponsabile ha messo a rischio tutta l’Italia”.
Rutelli: “Purtroppo Berlusconi è ostaggio della Lega e non riesce a sbarazzarsi né di Calderoli né di Bossi con un rischio gravissimo per la credibilità e per la sicurezza del nostro paese”.
Speaker: Per Mastella questo Governo ha compromesso i rapporti con l’Islam garantiti per 50 anni dalla Dc. Per Rifondazione, Verdi e Comunisti è tutto il Governo che deve andar via, lo chiede Diliberto che aggiunge:
Diliberto: “Io temo davvero che questi irresponsabili mettono a repentaglio la sicurezza di tutti gli italiani”.
Speaker: Per Bertinotti in questa vicenda restano pesanti le responsabilità del Governo, le dimissioni di Calderoli sono una farsa, afferma il verde Pecoraro Scanio, la Casa delle Libertà è la casa dei provocatori, per Emma Bonino della Rosa nel Pugno:
Bonino: “Rimane il fatto che la provocazione razzista de ministro condita da frasi razziste, non ha scusanti, fra l’altro non era la prima volta, quindi credo che le dimissioni di Calderoli siano dovute e dovute da molto tempo”.
Speaker: Della stessa opinione Bobo Craxi e Di Pietro.
Speaker: Il capo dello Stato è intervenuto con una nota, ha detto: “Sono profondamente addolorato per questi incidenti occorsi ieri a Bengasi che sono costati tante vite umane - scrive Ciampi - c’è una chiara indiscussa linea della nostra politica che interpreta il sentimento dominante degli italiani cioè il rispetto dei credi religiosi e i culti di ogni popolo dice che ha responsabilità di Governo deve avere comportamenti responsabili.

2)
Speaker: Errore della polizia, per il figlio di Gheddafi i fatti sarebbero stati ancora più gravi se i manifestanti fossero entrati nel consolato. Pisanu dice: “Questo non avrà conseguenza per il rapporto fra l’Italia e la Libia, e più in generale fra Italia e mondo islamico”. “Comunque – continua - è un momento particolare per i rapporti Italia-Libia”. Funzionano gli accordi per l’immigrazione clandestina, ma Tripoli non invia il Console in Italia. Molto critico Seif, figlio di Gheddafi.

 

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