Caffe' Europa  
Rassegna Internazionale

Newsweek / Affari e ipocrisie nella guerra alle mine

 

Edoardo Buffoni

 

Newsweek, 1-8 marzo 1999

L'incubo delle mine è lungi dallo scomparire. Dopo la morte di Lady Diana, la più famosa testimonial della campagna per il bando di queste armi micidiali, si sperava in un rapido smantellamento. Ma nel mondo migliaia di persone ancora muoiono o restano mutilate dalle mine. Nel '97, la campagna anti-mine, e la sua leader, Jody Williams, vinsero il premio Nobel, e la convention di Ottawa segno' un decisivo passo avanti. Ma i 500 milioni di dollari che furono stanziati allora, si sono persi nei rivoli, delle inerzie burocratiche, dai veti dei governi e dalle divisioni interne ad alcune organizzazioni non governative. In particolare la Williams è accusata di sperperare denaro e pensare solo alle conferenze. Dal dicembre '97 il problema mine sembra essere peggiorato anziche' risolto.

Il problema è che le mine sono difficili da trovare, e costose da smantellare. In piu', in molte zone a rischio sono in corso guerre che rendono impossibile l'intervento degli specialisti. L'Angola, il paese delle mine, ne ha ancora sei milioni da disinnescare, ma altre vengono piazzate. Così la Cambogia. Disinnescare costa, in più comporta l'uso di esplosivi, che molti paesi donatori non vogliono dare a governi come quello cambogiano. Molti staff militari che smantellano mine sono accusati di perseguire doppi fini. Le donazioni dei paesi ricchi seguono molto logiche di business, e privilegiano piuttosto la ricerca in patria, il che non è precisamente una soluzione ad un'emergenza umanitaria. La bonifica delle mine e' un affare per molte industrie, che si sono gettate a capo fitto nel settore. Alcune aziende, come la svedese Bofors, produce macchine antimine, ma continua a sfornare ordigni anticarro. Infine, 50 paesi, tra cui gli Stati Uniti, non hanno firmato l'accordo di Ottawa. C'e' ancora molto lavoro da fare. La sfida inglese al mercato globale dell'information technology passa per i videogiochi. Le aziende inglesi hanno fatto boom nel '98, producendo successi planetari come "Tomb Raider" e "Goldeneye". L'industria dei videogiochi ha sorpassato per utili quella del cinema e della televisione, con incrementi strabilianti. Tuttavia, la Gran Bretagna resta un nano nel settore dell'informatica, essendo priva di industrie significative nell'hardware, nel software, nella telefonia e nei microprocessori. Sono una miriade di piccole aziende, che finiscono sempre con l'appoggiarsi ai giganti esteri. I giochi, infatti, sono poi diffusi da Sony, Nintendo o GT Interactive. E i sempre maggiori investimenti richiesti per produrre giochi sempre piu' raffinati, potrebbero finire per soffocare il settore. Lo stile di Donatella. Newsweek dedica un articolo, e molte foto, alla nuova regina della moda internazionale, Donatella Versace, e si chiede se la sorella dello stilista scomparso sapra' ripetere i fasti di Gianni. I cambiamenti nello stile sono stati molti, e forse il fratello, morto diciotto mesi fa, non riconoscerebbe piu' i vestiti che portano la sua firma. La vivacita' e gli eccessi di Gianni, si sono trasformati in una moda piu' sobria e conformista. Decine di assistenti sono stati rimpiazzati con nomi nuovi, il fotografo ufficiale non e' piu' Avedon, ma Meisel. Gli affari non vanno molto bene, in gran parte per via della crisi asiatica, che ha falcidiato i grandi clienti orientali. Di certo pero' Donatella ha un carattere molto forte. Litigava sempre col fratello sulle scelte stilistiche, ora e' tutto in mano sua, e puo' imporre la linea.

 

 

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