295 - 10.03.06


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I lettori ci scrivono
 

Da: Luciana
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: sabato 18 febbraio 2006 8.28
Oggetto: Le vignette della discordia



Sì, sono per la libertà di opinione e di diffusione. Gli atteggiamenti di buon gusto (che attengono strettamente all'intelligenza) sono comunque da preferire alle sciocche divulgazioni, che certo non arricchiscono culturalmente, anzi stimolano quel che vediamo (leggi: Calderoli, quelli come lui e gli integralisti intolleranti di tutte le razze e religioni).
Mi domando: che Dio è quel Dio che si offende per qualche disegnino, anche se di cattivo gusto?
Saluti Luciana



Da: Paolo Solimeno
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: giovedì 9 febbraio 2006 11.26
Oggetto: Le vignette della discordia

Caro Caffeeuropa,
trovo questo foro sempre illuminato, meditato e stimolante. E perciò confortante rispetto alle risposte incivili che da più parti vengono alle sfide di questi anni.
Il confronto fra religioni, ammettiamolo, non è confronto fra opinioni: ogni fede è tenuta come verità dal credente. E le fedi che sono cresciute a fianco di una cultura illuminata (non solo occidentale: anche la fede-filosofia buddista lo è, come alcune confessioni minori dei continenti poveri) e del processo di formazione della democrazia hanno qualche possibilità in più di accettare critiche, discutere, elaborare risposte nuove. Anche solo per sopravvivere.
Bidussa invoca il diritto di critica e il rifiuto del linguaggio della violenza impolitica. Ma la conseguenza verso chi si ostina ad adoperare quel linguaggio sarebbe l’esclusione dal consesso internazionale? Con quali esiti?
Galimberti scriveva del difficile confronto con sensibilità pre-razionali: verso di esse, se non vogliamo il conflitto, dobbiamo usare un livello di rispetto che spesso sacrifica la libertà di espressione.
Usiamo le stesse cautele (autocensure) verso individui affetti da paranoie aggressive, ipersuscettibilità, manie di persecuzione.
E’ triste riconoscerlo. Offensivo e presuntuoso, forse. Ma non vedo altra via nei luoghi estremi dello scontro.
Saluti e grazie per il vostro lavoro
Paolo solimeno
Firenze



Da: Sylvain Rivet
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: mercoledì 8 febbraio 2006 9.21
Oggetto: Le vignette della discordia

Buongiorno,
non sono italiano, quindi mi scuserete per la lingua distorta.
Ma c'è ancora bisogno di scrivere su questo argomento? Ma tutto non è già stato detto? Mi sembra che domenica scorsa, Umberto Eco ne ha fatto un riassunto semplice, può esser visto come un problema di maleducazione (ma perché andare ad offendere qualcuno?) oppure nelle sue conseguenze come un simbolo, le violenze nei paesi musulmani sono perpetrate da persone che non aspettano altro che un pretesto. Però, di libertà di parola o di stampa non ha parlato!
La possiamo mettere come vogliamo, ma la Danimarca con o senza le vignette è lo stesso paese dal punto di vista della libertà della stampa, in Danimarca, alcune vignette su Maometto non sono un fatto politico, ma di semplice maleducazione. Non bisogna essere un gran esperto di politica estera o di sociologia delle religioni per sapere che in questo periodo storico i musulmani nel mondo vivono un momento di enorme suscettibilità, non era opportuno farlo, ma non c'entra la libertà della stampa o del pensiero. Secondo me, non si tratta di Voltaire ma di Rivarol (il giornale...).
Saluti.
Sylvain Rivet, Firenze.


Da: Gilles Pansu
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: mercoledì 8 febbraio 2006 0.45
Oggetto: Le vignette della discordia

“E' lecito pubblicare, in nome della libertà di stampa e di espressione, delle caricature che possono generare tensioni così forti tra popoli e civiltà diverse?”
Tutto questo è manipolazione mediatica. Tutti i musulmani del mondo hanno altro da fare che occuparsi di quattro caricature provocatrice.
Sappiamo che questa tempesta mediatica serve l'interesse degli estremisti, sia l'amministrazione americana che il governo israeliano, sia Bin Laden che il governo iraniano, e tanti altri.
Poi il tempo farà la sua parte.
Gilles Pansu
Parigi

 

Da: Leo Piacentini
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: martedì 7 febbraio 2006 17.07
Oggetto: Le vignette della discordia

Una cosa mi pare chiara in tutta questa faccenda, ed è che le tre religioni monoteiste sono sempre state, e temo che saranno sempre, un enorme guaio per l'umanità. Ebraismo, cristianesimo (soprattutto quello cattolico) ed islamismo sono portatori di assolutismo, di violenza, di discriminazioni di vario genere oltre che sostenitori dogmatici di ridicolezze di ogni tipo. E' più caricaturale il Maometto delle barzellette che dice ai "martiri" che stanno arrivando in paradiso: "Ferma tutto, non ci sono più vergini", o il Maometto che promette ai "martiri" (se questa promessa è davvero di Maometto) che hanno ammazzato quanti più infedeli possibile di poter godere nel paradiso di 72 vergini (che tra l'altro pare ridiventino vergini dopo l'uso)? Se i fedeli delle varie chiese si rendessero conto di quanto sono ridicoli i loro dogmi, i loro precetti, le loro usanze... sarebbero i primi a riderci sopra e a farci della satira (come, ma solo in parte, riescono a fare gli ebrei). Ma temo che questo non si realizzerà così presto che anch'io possa goderne.
Scusate lo sfogo, ma non ne posso più.
Un saluto
Leo Piacentini


Da: Enzo Salomone
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: martedì 7 febbraio 2006 15.56
Oggetto: Le vignette della discordia

La libertà di pubblicare vignette satiriche sul "profeta" nella situazione che si è venuta a creare all'indomani della reazione per l'attacco alle Twin Towers è del tipo di quelle esercitate dalla sedicente Casa Delle Libertà ...
O se volete ...
Conoscevo un tipo che per un "Bon Mot" metteva in discussione un'antica amicizia…
Enzo Salomone
Napoli


Da: M.P.
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: : martedì 7 febbraio 2006 15.54
Oggetto: Le vignette della discordia

“E' lecito pubblicare, in nome della libertà di stampa e di espressione, delle caricature che possono generare tensioni così forti tra popoli e civiltà diverse?”

Certo che é lecito; né il codice penale, né quello civile lo vietano.
E' lecito come mancare di sensibilità e comprensione verso il prossimo,
seminare zizzania o provocare risse senza partecipravi direttamente, come
sputare nel piatto, ruttare rumorosamente; o come far bilanci falsi in
Italia, votare per Berlusconi e così via.
m.p.

 

Da: V.B.
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: : martedì 7 febbraio 2006 15.54
Oggetto: Le vignette della discordia

In nome della libertà di opinione e di espressione, è giusto esprimere le
proprie idee, ma bisogna ponderare bene quali possano essere le conseguenze
a cui si può incorrere.
La satira è un modo per esprimere questa libertà, ma bisogna fare
attenzione, quando si rivolge ad una religione che è modo di vita e
gestione di nazioni, come quelle islamiche. Lo scontro tra due mondi cosi
diversi potrebbe non essere evitato.
L'uomo a differenza degli animali, possiede un cervello, e dovrebbe
usarlo in modo intelligente.
Distinti saluti,
V.B.


Da: Francesco Villano
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: : martedì 7 febbraio 2006 13.54
Oggetto: Le vignette della discordia

Credo che il problema nasca dal non avere alcuna conoscenza dell'universo del sacro e, nel caso specifico, di quello islamico. Solo un incosciente può pensare di avvicinarsi a tali dimensioni dell'esistere senza tener conto delle dinamiche che si possono attivare, e che una volta innescatesi possono sfuggire completamente a qualsiasi controllo razionale. Per non dire poi dell'uso strumentale e criminale che ne viene fatto da coloro che cercano a tutti i costi di scatenare uno scontro di civiltà. Come si fa ad intraprendere delle iniziative che anche in tempi sereni sarebbero state viste come oltraggiose e blasfeme, e che con quello che stiamo vivendo dall'11 settembre in poi possono solo essere causa di altre tragedie e orrori? Non si può esercitare la propria libertà come se fosse un assoluto;ci vuole la responsabilità in questo esercizio. Ciò che nel mondo occidentale (cristiano e non) può essere accettato o tollerato non è detto che lo sia altrove e viceversa. Non si può pensare o dire: per noi è lecito fare la tal cosa e se voi non siete d'accordo pazienza; accada quel che accada. L'incontro e il dialogo con l'altro devono avvenire in profondità. Bisogna capire e rispettare il sentire dell'altro. Il rispetto può anche comportare che io rinunci a qualcosa della mia libertà in nome di un qualcosa di più grande. Ora non ci resta altro che sperare o pregare affinché il tutto si plachi il più presto possibile.
Francesco Villano


Da: Maria Di Vincenzo
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: : martedì 7 febbraio 2006 13.54
Oggetto: Le vignette della discordia

La libertà di stampa si fonda (o dovrebbe fondarsi) sul rispetto delle diversità, siano esse etniche o religiose.
Il rispetto delle diversità è il presupposto di una società globale veramente libera ed integrata, in cui le specificità sono il seme di un'unica, grande realtà: il mondo.
Senza il rispetto della singolarità dell'individuo in tutte le sue manifestazioni (pensiero, parola, fede religiosa, credo politico) non esiste libertà ma una pallida immagine scolorata in nome della quale si pensa di poter parlare di libertà.
Maria Di Vincenzo



 

 

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