Caffe' Europa

Arte/El Greco

 

“La cacciata dei mercanti dal Tempio”; 1570 ca.; olio su tela; cm 65 x 83; Washington D.C., National Gallery of Art.

Se è giusta la datazione proposta per questo dipinto, significa che El Greco lo realizzò a Venezia, dove era giunto dopo il 1566 per raggiungere il fratello Manusso, che era doganiere della Serenissima, ma prima del viaggio che lo condusse a Roma. Nel novembre del 1570 Giulio Clovio scrive al cardinal Farnese che “è giunto a Roma un giovane Candiotto, discepolo di Tiziano, che a mio giudizio parmi raro nella pittura”. Un contatto con la bottega di Tiziano Vecellio ci fu quasi sicuramente, anche se mancano documenti certi che lo comprovino e sebbene, sul piano stilistico, El Greco risentì soprattutto dell’acerrimo concorrente del Vecellio, Jacopo Tintoretto. L’episodio dell’“Espulsione dei mercanti dal Tempio”, tema favorito dai papi della Controriforma che vi volevano vedere allegorizzato il ripulisti da essi stessi portavano avanti nei confronti degli eretici luterani, venne in seguito replicato da El Greco: sia negli ultimi anni di vita sia in una versione probabilmente di poco successiva al dipinto di Washington. Tuttavia, nella tela conservata all’Institute of Arts di Minneapolis, sempre negli Stati Uniti, nell’angolo inferiore destro troviamo un inedito quartetto di artisti a mezzo busto composto da Raffaello, Giulio Clovio, Michelangelo e, primo della lista, poiché più vicino al centro del quadro, proprio Tiziano Vecellio. I quattro sono del resto ampiamente citati nelle due versioni del quadro; ed insieme al loro stile e alle loro opere, El Greco rende anche omaggio al lavoro di altri due veneziani, Veronese e Tintoretto: nell’oscillazione tra Roma e Venezia l’ago della bilancia pende, insomma, dalla parte del colore lagunare.


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