Caffe' Europa

Arte/Per Roma sulla tracce del Bernini

 

Baldacchino

I grandi mecenati della Chiesa, ed Urbano VIII indubbiamente lo è stato, non si buttavano allo sbaraglio nel momento in cui decidevano di fare grande la capitale del cattolicesimo e, con essa, la loro stessa persona. Papa Barberini sapeva che non buttava i soldi della Chiesa dalla finestra (l’enorme cifra di 200.000 mila scudi) quando decise di affidare ad un artista poco più che ventenne l’incarico di costruire un baldacchino che proteggesse ed esaltasse i sottostanti sepolcro di Pietro e altare papale; e che si inserisse nello schiacciante vuoto creato dalla mirabile cupola vaticana costruita da Michelangelo. Gian Lorenzo Bernini ricevette l’incarico del «Baldacchino» da porsi nella basilica di S. Pietro nel 1624. E, dopo 9 anni di inteso lavoro, inaugurò l’opera. Le quattro colonne bronzee attorcigliate, e cariche di decorazioni dai rimandi simbolici, si ergono come titani nel cuore della basilica vaticana. Oltre la trabeazione i costoloni si piegano per sorreggere, all’apice della macchina, il globo e la croce del Cristo vittorioso. Colore, plastica e architettura definiscono la forma e il significato di un’opera destinata a divenire il fulcro visivo della basilica.


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