Caffe' Europa

IL TEMPO DELL'AMORE

La sceneggiatura

 

Torno da Napoli consapevole di aver fatto un altro grande passo verso il mio film. Con la sensazione di seguire un percorso in cui tutto torna. Infatti, oltre al mito di Eros e Psiche, pochi mesi prima avevo letto e riletto quello di Orfeo ed Euridice, cercando di immaginare in tutti i modi come potesse entrare nel film. Ed ecco che adesso mi arrivava tra le braccia questa storia, di una ragazzina che va tutti i giorni in un reparto di terapia intensiva, a strappare il suo amore impossibile dal regno delle ombre, con la forza della sua semplicita' e la musica della sua voce.

E’ questa voce che Giuseppe riconosce alla fine della storia, come e' successo a Peter con Martha, chiudendo cosi' senza soluzione l’eterno cerchio dell’amore.

Ho quindi cercato di realizzare nel film questa idea dell’ospedale come regno delle ombre. Quando Naty entra nell'edificio per la prima volta e' come se scendesse agli inferi; avanza coraggiosa nel lungo corridoio di vetri opachi dietro cui si muovono figure senza forma.

 

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