323 - 21.06.07


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Guolo, Allievi, Campanini e le
sorprese dell’islam giudiziario

Giancarlo Bosetti


Il testo che segue è la seconda di cinque lettere scritte e lette dal direttore di Reset e Caffè Europa a Fahrenheit , trasmissione di Radio 3 Rai, dal 28 maggio al 1 giugno scorsi.

Leggi la prima lettera: Lo spin dei politici fuori tema

Cari ascoltatori di Fahrenheit,
parliamo di relazioni interculturali, un campo dove i conflitti sono sempre in agguato e anche la violenza è dietro l’angolo. Per la mia rivista, Reset, mi capita spesso di promuovere iniziative in questo campo e ci sono persone con cui collaboro che sono preziose, per le loro doti e i loro studi.
Parliamo oggi di tre di loro, tre italiani che stanno insegnando a un paese che non ne sapeva niente, l’abc della cultura musulmana e che meritano tutta la nostra attenzione e la nostra simpatia: uno è Renzo Guolo, sociologo della religione, eccellente editorialista della Repubblica, e autore di libri sul fondamentalismo islamico. E’ stato querelato e portato in giudizio da Adel Smith, un personaggio che viene ospitato in varie trasmissioni televisive e che si è ritenuto offeso per le valutazioni critiche che Guolo gli ha rivolto in un suo bel libro “Xenofobi xenofili”.

Erano valutazioni di merito e probabilmente la sentenza chiuderà il caso riducendolo a quel nulla di fatto che è. Ma qualche apprensione è legittima, anche perché l’altro, il secondo, studioso di Islam di cui voglio parlarvi, Stefano Allievi, specialista in tema di immigrazione musulmana in Europa, in una situazione analoga ha inaspettatamente subito una condanna per diffamazione, anche qui dopo una denuncia da parte dello stesso Smith.
E’ da notare il dato curioso, sconcertante – e indicativo della natura tutta “giudiziaria” dell’islam di Adel Smith – che queste iniziative si accaniscono proprio nei confronti di intellettuali che sostengono da anni una linea di dialogo e che sono spesso il bersaglio polemico degli intransigenti, di quelli che non sostengono per niente il dialogo, lo rifiutano e irrigidiscono il loro giudizio nei confronti del mondo islamico, dandone una rappresentazione in blocco come di una cultura insalvabile, non redimibile dal punto di vista della modernità, della democrazia, della libertà di uomini e donne.
Parlo di intransigenti come la somala Ayaan Hirsi Ali, di cui ha già detto Shirin Ebadi (in una intervista concessa in Italia a Daniele Castellani Perelli che questa posizione nuoce alle donne nel mondo islamico, che hanno bisogno invece di combattere la causa dei loro diritti dentro e non contro la cultura islamica. Per questo genere di rigidità si è parlato di “fondamentalismo illuminista”, senza che con questo debba venir meno il sostegno a una donna minacciata dagli stessi terroristi assassini che hanno ucciso il regista Theo Van Ghog. L’espressione è piuttosto dura se riferita al caso di Hirsi Ali, ma certo eufemistica se riferita alle campagne xenofobe della Lega di Calderoli e Bossi e affini.

Il terzo dei tre studiosi di cui voglio parlarvi, dopo Guolo e Allievi, è Massimo Campanini, autore di una storia dell’Egitto e di moltissime pubblicazioni sull’Islam. Contro di lui non si è mossa per fortuna la magistratura, ma soltanto Magdi Allam, il commentatore e vicedirettore del Corriere, che ha ricevuto minacce da parte dei fondamentalisti.
Vale per Magdi lo stesso ragionamento che per Hirsi Ali. Ha ragione quando chiede il nostro appoggio contro il terrorismo e ce lo avrà sempre, ma sbaglia quando scrive che il prof. Campanini è uno di quelli di cui “L'Università italiana pullula” e cioè “professori cresciuti all'ombra delle moschee dell'Ucoii, simpatizzanti coi Fratelli Musulmani, inconsapevolmente o irresponsabilmente collusi con la loro ideologia di morte”.
Campanini si difenderà con gli argomenti e, mi auguro, senza ricorrere anche lui alla giustizia, parlando per esempio di personaggi importanti del mondo musulmano europeo come Tariq Ramadan, che è il bersaglio frequente delle condanne senza appello dello stesso Magdi Allam. Personaggio dalla cultura e identità controversa, che cerca di radicare nella sua interpretazione dei testi sacri la possibile convivenza, già cominciata in Europa, tra democrazia e Islam.
Con tanti cecchini appostati sui tetti sembra difficile riflettere, discutere e liberamente confrontarsi. Eppure non abbiamo alternative se vogliamo addentrarci nel complicato mondo che ci aspetta, di diversità, diversità che vogliamo destinate a convivere e non a massacrarsi.
Con i miei più cari saluti, sinceramente vostro
Giancarlo Bosetti
Direttore di Reset

 



 

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