322 - 07.06.07


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Lo spin dei politici “fuori tema”

Giancarlo Bosetti


Il testo che segue è la prima cinque lettere scritte e lette dal direttore di Reset e Caffè Europa a Fahrenheit, trasmissione di Radio 3 Rai, dal 28 maggio al 1 giugno scorsi.

Cari ascoltatori di Fahrenheit,
dopo avere analizzato, per il libro in cui mi occupo di spin e spin doctors e di trucchi della politica (Spin. Trucchi e tele-imbrogli della politica, Marsilio), i testi dei discorsi dei politici e soprattutto i famosi pastoni dei telegiornali, mi sono reso conto che il trucco principale, il numero uno, è quello di “cambiare discorso”.

Allora con questa prima lettera vi voglio raccomandare una cosa, specialmente se siete insegnanti di italiano: date un brutto voto agli studenti che al compito in classe vanno “fuori tema”.
Vi ricordate quando il prof annotava sul foglio protocollo del compito: brillante ma sei andato “fuori tema” (non parliamo del caso di chi va fuori tema e per di più scrive male, “sciatto e fuori tema” – questi sono meno pericolosi).
Se non siete insegnanti di italiano, ma cittadini che fanno qualunque altra attività, come me, io dico: “impariamo a dare un brutto voto ai politici che vanno fuori tema”. Il fuori tema può essere geniale nel grande musicista o scrittore (ma a ben guardare se è geniale non è più veramente un fuori tema).

Insomma prendiamoli da piccoli quelli che vanno fuori tema, perché poi se diventano dei politici importanti, siamo spacciati.
Con il "fuori tema" si premia la pigrizia, l’ignoranza, il nulla fare. Per ottenere una bella figura con il “fuori tema” basta sapere una cosa sola per tutta la vita: usi sempre quella e non devi imparare neanche la seconda. Poi magari impari anche a scusarti con eleganza e ci campi sopra indefinitamente.

La parola fuori tema del momento è “antipolitica”. Parliamone senza timori, dell’antipolitica, (del qualunquismo, del populismo, che sono degli ottimi argomenti, quando sono in tema) ma se questi temi vengono fuori quando si solleva il problema della riduzione del numero dei ministri e dei sottosegretari da 104 a 60 (come ha proposto Mario Pirani), della riduzione del 30% dei consiglieri regionali, del controllo e del limite da mettere alle spese del Parlamento (che non va bene che costi come la somma dei Parlamenti francese e tedesco più metà di quello inglese), dell’abolizione dello spoil-system nella sanità o della lottizzazione della Rai, allora son fuori tema e c’è il pericolo che sia un trucco, uno degli infiniti stratagemmi del potere per sottrarsi alla critica, uno dei tantissimi effetti dello spin insomma di quel lavoro da illusionisti che consiste nel dare l’effetto, dare il giro alla palla, in modo che al rimbalzo o alla presa l’avversario sia ingannato e perda il punto.

La parola antipolitica può facilmente diventare una di queste palle con l’effetto.
E’ un trucco per evitare di rispondere all’argomento. E’ un fuori tema.
Parliamo di come e perché si possono ridurre i costi e gli sprechi, i privilegi un po’ troppo vistosi e sostanziosi dei politici, parliamo del fatto che i politici in carica producono troppo poco dal punto di vista delle soluzioni che andiamo cercando. Oppure parliamo del conflitto di interesse con i berlusconiani, o del perché il Partito democratico non riesce a rappresentare i giovani nel suo comitato costituente?

Argomenti dolorosi? Ma si capisce che stare al tema è più difficile, in tutti i casi e specialmente in questo. Dire che si tratta di un attacco contro la democrazia rappresentativa, o di manovre persecutorie, o di giudizi semplicistici è più comodo.
Prendiamo questi inganni alla radice, insegnamo a non andare fuori tema, insegnamo a riconoscere l’argomento pertinente.
Ho scoperto che in alcune scuole americane (ne hanno bisogno anche più di noi) si tengono dei corsi elementari di logica contro le fallacie argomentative, il che vuol dire che si imparano i trucchi più comuni della retorica con cui la gente cerca di ingannare il prossimo. Propongo di inaugurare un corso alla radio. Si prende un discorso politico, il testo di un tg e lo si analizza elencando le fallacie che contiene. Intanto, in attesa che ci insegnino tutti i trucchi, facciamo questo esercizio mentale: quando ascoltiamo una dichiarazione di un politico alla radio o alla tv, stiamo bene attenti e poi chiediamoci: è in tema o fuori tema? E se è fuori mettiamolo sulla lista nera, da non votare più.
Con i miei più cari saluti, sinceramente vostro
Giancarlo Bosetti
Direttore di Reset

 

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