245 - 17.01.04


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Tra azione e riflessione
Giovanni Sartori


Questo intervento ² apparso nelle pagine culturali de "Il Corriere della Sera" di mercoledÒ 9 luglio 1997 ed ² parte della raccolta Bobbio ad uso di amici e nemici edito da Marsilio nella collana I libri di Reset.

Il recensore - mi ² stato insegnato - non dovrebbe leggere troppo, dovrebbe solo scorrere. Ma nel leggere la Autobiografia di Bobbio uscita da Laterza ho violato la regola: ho letto troppo, non sono riuscito a saltare nulla. Forse anche perch³ io appartengo alla generazione che viene subito dopo, e quindi perch³ le vicende vissute da Bobbio sono in gran parte anche le mie, perch³ le persone ricordate da Bobbio sono persone che ricordo anche io. Ma ² soprattutto perch³ Bobbio ² il maÓtre ö penser (va detto in francese visto che in italiano non si dice, probabilmente per scarsitö di esemplari) che pið ammiro e rispetto.

Di Bobbio credevo di sapere tutto, di avere letto quasi tutto. Ma dalle pagine della Autobiografia emerge in nuovo risalto lo straordinario impegno civile di un autore che sente e soffre tutti i temi del nostro tempo. S'intende che l'impegno di Bobbio ² culturale, e anche non ² mai enrag³ (anzi). Bobbio ha anche partecipato a battaglie politiche, ma ne ² rimasto scottato. In politica - confessa - "mi ² accaduto di farmi qualche illusione non pið di tre o quattro volte, ma sono stati autoinganni di breve durata". Autoinganni perch³ Bobbio si colloca nel "Paese ideale", un Paese che sta agli antipodi dell'Italia reale; "un'Italia segnata da prepotenze in alto e servilismo in bassoƒ astuzie come suprema arte di governo e furberia come povera arte di sopravvivere, il grande intrigo e il piccolo sotterfugio". Sono parole del 1986; ma da ripetere tal quali, senza cambiare un iota, nel 1997 (come adesso, ndr). Ahim³.

Impegno culturale, dicevo. Ma stimolato dalla politica. La sua prima esperienza di politica attiva, e quella che lo ha pið segnato, fu nel Partito d'Azione. Ma anche "in azione" Bobbio si ferma a riflettere, e avverte: "Affermare teoricamente che liberismo e socialismo non sono incompatibili non dice ancora nulla sulle forme e sui modi della loro possibile 'sintesi', cosÒ avvertendo le difficoltö di trasformare una dottrina filosofica in prassi politica". Quello del Partito d'Azione fu un "fiasco incredibile"; e Bobbio disse allora a se stesso, nel giugno del 1946, "basta, la mia vita politica ² finita". Non fu del tutto cosÒ (² stato anche nominato nel 1984 senatore a vita). Ma ² certo che da allora la via perseguita da Bobbio ² stata la via della politica della cultura.

Politica e Cultura ² proprio il titolo di una memorabile raccolta di saggi del 1955. Quel libro ² tra i libri che mi hanno pið influenzato. E in quel testo Bobbio indicava la via che avrebbe seguito in tutto il percorso della sua vita, una via intermedia tra i due estremi della cultura politicizzata "che obbedisce a direttive, programmi, imposizioni che vengono dai politici" e, all'altro estremo, della cultura apolitica "staccata dalla societö in cui vive e dai problemi che in questa societö si discutono".

Tra i problemi che si discutevano nella societö italiana negli anni Cinquanta primeggiava quello del rapporto tra liberaldemocrazia e comunismo. Bobbio non ² mai caduto nell'abbaglio dei tanti pellegrini a Mosca che ne tornavano folgorati e convertiti. A Mosca Bobbio non ² mai andato; ma credeva ed ha sempre creduto nel dialogo. "Gli articoli raccolti in Politica e Cultura rappresentano il tentativo di aprire una breccia nel muro che ci divideva. Dimostravano che il colloquio era possibile". Un colloquio nel quale Bobbio combatteva la "pretesa del marxismo di essere l'unica vera scienza della societö". Pretesa che gli appariva inficiata da tre vizi: utopismo, determinismo storico, economicismo. E il punto centrale sul quale Bobbio torna a pið riprese ² che "manca alla teoria politica marxista una dottrina dell'esercizio del potere".

Il problema, come sempre in Bobbio, era centrato alla perfezione. CosÒ: "Nella teoria dell'esercizio del potere il capitolo pið importante ² quello dell'abuso di potere. Mentre la dottrina liberale fa di questo problema il centro della sua riflessione, la dottrina politica comunista generalmente lo ignora". Difatti, tornerö a ribadire a metö degli anni Settanta, una teoria marxista dello Stato non esiste.

A metö del libro Bobbio si riassume: "Se volgo lo sguardo al passato, come ² abitudine dei vecchi, non ho dubbi su quale sia stata la mia principale attivitö: l'insegnamento universitario". E ricorda che "i venti anni trascorsi tra l'inizio del mio insegnamento torinese e il 'turbine' del 1968" sono stati anni di "normale vita di un professore", inizialmente di Filosofia del diritto, poi anche di Scienza politica (tra il 1962 e il 1972), e infine di Filosofia politica. I pensatori che pið hanno segnato il percorso di studi di Bobbio sono stati Kelsen e Hobbes. Ma la raccolta del 1969, Saggi su la Scienza Politica in Italia (su Pareto, Mosca e l'elitismo) riepiloga un suo secondo filone di interessi (per il quale gli sono grande debitore). Interessi che convergono tutti nel Bobbio teorico della democrazia: il tema che pið di ogni altro ricorre nelle sue meditazioni.

Etica e procedura, compagne inseparabili

Riandando con i ricordi agli anni tra la Liberazione e la Costituente Bobbio scrive: "Della democrazia io avevo allora una concezione etica fondata sul riconoscimento dell'uomo come personaƒ Pið tardi mi avvicinai alla concezione procedurale della democrazia ispirata soprattutto a Kelsen". Ma la componente etica e la componente procedurale non si distinguono mai. In tutti i suoi numerosi scritti sulla democrazia Bobbio torna sul punto che i diritti di libertö devono essere affermati non soltanto "nei confronti dei pubblici poteri ma anche nei confronti dei poteri che continuano a chiamarsi privati". Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo del comunismo, alla domanda what is left of left, cosa resta della sinistra, Bobbio risponde: eguaglianza e giustizia. I due concetti portanti dell'etica nella politica.

Il pið recente impegno civile di Bobbio ², in occasione della guerra del Golfo, sul tema della "guerra giusta". Ma il pið ampio tema della guerra nell'etö termonucleare ² stato in Bobbio oggetto di ricorrenti, angosciate riflessioni. Ed ² proprio nel saggio del 1996 sul problema della guerra che Bobbio dispiega tutto il suo straordinario virtuosismo di scrittore nel puntualizzare il suo modo di intendere il mondo. Le tre possibili interpretazioni della storia sono riassumibili, scrive, in tre metafore: "La mosca nella bottiglia, il pesce nella rete, il labirinto. Per la prima (ƒ) il compito della filosofia ² insegnare alla mosca a uscire dalla bottiglia: questa metafora lascia intendere che una via di uscita esiste e che c'² uno spettatore, il filosofo, che sa dove questa uscita si trova. Diversa ² l'interpretazione se adottiamo la metafora del pesce nella rete, che si dibatte per trovare una via d'uscita, ma la via di uscita non c'², e lui non lo sa (ƒ) Noi uomini, mi domandavo, siamo mosche nella bottiglia o pesci nella rete? N³ l'uno n³ l'altro, rispondevo. La condizione umana pu÷ essere raffigurata meglio con una terza immagine, che io prediligo: quella del labirinto. Crediamo di sapere che una via d'uscita esista, ma non sappiamo dove sta. Non essendoci nessuno al di fuori di noi che possa indicarcela, dobbiamo cercarla da noi (ƒ) Ci÷ che insegna il labirinto non ² dove sia la via d'uscita, ma quali sono le vie che non portano da nessuna parte".

In questa recensione ho molto citato, violando cosÒ un'altra regola del buon riassumere. Ž per colpa del mio autore, ² perch³ Bobbio ² scrittore di un nitore da non sciupare. Franco Fortini lo ha ritratto e battezzato "Delle Carte": una maccheronizzazione di Descartes, di Cartesio. Ž molto bellina. Il rigore e la luciditö dello scrivere di Bobbio ² davvero cartesiano. I suoi testi, tutti e sempre, sono esattamente impostati, lucidamente ragionati, precisamente documentati. Come si dice tra iniziati, le bibliografie di Bobbio sono sempre in ordine. Qualche rara volta tra Bobbio e me c'² stato qualche dissenso (modesto). Ma quasi sempre mi ha convinto. Ž troppo bravo per potergli resistere. Resisto solo, caro Bobbio, al tuo congedo. Non se ne parla proprio.

 



 

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