236 - 19.09.03


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I lettori ci scrivono


Da: Paolo Zanoni
A:
Data: Giovedì, 24 luglio 2003
Oggetto:"Ecco come sappiamo essere europei"
Dalil Boubakeur con Giancarlo Bosetti e Nina Furstenberg

Non sono del tutto d'accordo con quello che scrivete. Il fatto preoccupante è che, come riporta Le Figaro il 17 giugno, l'Islam diventa sempre più politicizzato e secondo lo stesso Dalil Boubakeur, l'Islam radicale avanza di moschea in moschea dopo aver vinto le elezioni per il primo concilio nazionale dei Musulmani Francesi. Egli non esclude affatto che gli islamici più radicali intendano creare partito islamico quando il numero dei musulmani con diritto di voto sarà più alto. Il presidente del gruppo dei fratelli Musulmani, Thami Breze, che ha vinto queste elezioni, afferma candidamente che il Corano è la loro costituzione.

Certamente la cosa più sbagliata sarebbe da parte nostra generalizzare (ogni islamico è un estremista), ma non si può neanche chiudere gli occhi di fronte ai pericoli rappresentati dalla popolarità dell'Islam radicale fra i giovani musulmani che vivono in occidente (almeno per quanto riguarda la Francia). Questo è specialmente vero per i Nord Africani di etnia Araba mentre i Nord Africani di origine berbera (gli abitanti originari del Nord Africa) tendono ad essere generalmente più moderati avendo spesso rapporti conflittuali con gli Arabi nei loro paesi di origine.

Sono le stesse donne di origine magrebina appartenenti all'organizzazione "Ni putes, ni soumises" (Né prostitute, né sottomesse - organizzazione sorta per combattere la violenza contro le donne nelle banlieues di periferia) a denunciare sul Figaro sempre il 17 giugno come gli islamisti usino i loro programmi di aiuto alle famiglie musulmane finanziati dai paesi arabi più radicali per promuovere le loro idee nelle periferie abitate prevalentemente dai Francesi di fede musulmana.

Il risultato è che oggigiorno molte giovani musulmane trovano innaturale passeggiare indossando una gonna, flirtare apertamente e quelle che non portano il velo si sentono obbligate a giustificarsi. I movimenti fondamentalisti sono così riusciti a inculcare complessi di colpa alle giovani musulmane se non seguono comportamenti islamici. E' anche capitato che donne musulmane vestite all'occidentale vengano prese di mira nei quartieri ad alta presenza islamica.

Si assiste quindi non ad una maggiore integrazione, ma all'affermazione nei giovani musulmani della propria identità islamica, proprio il fine che i movimenti islamici di stampo radicale si prefiggono. Con la pressione del gruppo i fondamentalisti tentano di imporre le loro regole all'insieme dei musulmani francesi e chi si oppone apertamente rischia di ricevere minacce di morte.

Come spiega nello stesso articolo del Figaro l'islamologo Malek Chebel i responsabili di questi movimenti non attaccano in modo frontale lo stato francese, ma imponendo delle norme morali di derivazione islamica portano i giovani musulmani ad una serie di rivendicazioni che di fatto mettono a rischio la laicità dello stato francese. E' chiaro che le loro richieste aumenteranno man mano che il numero dei musulmani crescerà.

Mi stupisco del poco risalto che viene dato in Italia ai tentativi dell'Islam fondamentalista di cambiare la Francia nonostante questo aspetto sia molto dibattuto su giornali come Le Figaro. Ora mi chiedo se già l'Italia non è in grado di far rispettare gli orari di legge alle macellerie islamiche che stanno aperte quanto vogliono, mentre nessuno ha il coraggio di dire che celare la propria identità è un reato a quelle donne completamente velate che ogni tanto si vedono in giro. Come saprà l'Italia far fronte alle richieste di una minoranza agguerrita in continua crescita numerica?

Siamo sicuri che la situazione sarà gestibile in futuro quando il numero di immigrati in Italia (soprattutto il numero degli immigrati di fede musulmana) sarà molto maggiore di quello odierno e l'Islam di stampo più radicale grazie ai cospicui finanziamenti di cui gode tenterà di imporre le proprie idee ai musulmani che vivono in Italia? Bisogna anche considerare che mentre lo stato francese è uno stato forte la stessa cosa non si può dire dell'Italia, più incline ai compromessi per il quieto vivere.

Cordialmente,
Paolo Zanoni, Francia.





Da: Maria Malaponte
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: Giovedì, 17 luglio 2003
Oggetto: Speciale Euroislam

Gli articoli sono molto interessanti. Ne distibuirò le fotocopie ai miei alunni, li leggerò e commenterò in classe. Credo ancora che la scuola possa fare molto. Io comunque devo fare quello che posso.





Da: Antonio Sciolè
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: Mercoledì, 16 luglio 2003 14:28
Oggetto: Espressione di una opinione

L'Islam, voltiamo la testa indietro facciamo camminare a ritroso il cervello, mi riferisco alle persone intelligenti. Io non lo sono ma stando alla stampa del tempo ho imparato che questa religione nei tempi indietro atteggiava in maniera morbida e laboriosa, in questo tempo trascorso si è modificata con gli avvenimenti pericolosi della nostra epoca, i cambiamenti politici, i confini degli stati e via dicendo. In questa religione, e con la scusa di essa, è subentrata una frangia di terroristi che la rende pericolosa per l'avvenire dell'umanità, se essa sarà incalzata ossia esaudita, accolta in vari paesi di occidente e altrove diventerà come la gramigna, e quindi nell'era prossima dei nostri figli e nipoti, daremo loro un mondo pericoloso perché questo tipo di religione e il covo in una parte di essa, di invasione, di agressività, di illegalità, e via dicendo, e quindi diventerà per anni ed anni a venire una bomba ad orologeria per il nostro mondo.