Da: Paolo Zanoni
A:
Data: Giovedì, 24 luglio 2003
Oggetto:"Ecco
come sappiamo essere europei"
Dalil Boubakeur con Giancarlo
Bosetti e Nina Furstenberg
Non sono del tutto d'accordo con quello che scrivete.
Il fatto preoccupante è che, come riporta Le
Figaro il 17 giugno, l'Islam diventa sempre più
politicizzato e secondo lo stesso Dalil Boubakeur,
l'Islam radicale avanza di moschea in moschea dopo
aver vinto le elezioni per il primo concilio nazionale
dei Musulmani Francesi. Egli non esclude affatto che
gli islamici più radicali intendano creare
partito islamico quando il numero dei musulmani con
diritto di voto sarà più alto. Il presidente
del gruppo dei fratelli Musulmani, Thami Breze, che
ha vinto queste elezioni, afferma candidamente che
il Corano è la loro costituzione.
Certamente la cosa più sbagliata sarebbe da
parte nostra generalizzare (ogni islamico è
un estremista), ma non si può neanche chiudere
gli occhi di fronte ai pericoli rappresentati dalla
popolarità dell'Islam radicale fra i giovani
musulmani che vivono in occidente (almeno per quanto
riguarda la Francia). Questo è specialmente
vero per i Nord Africani di etnia Araba mentre i Nord
Africani di origine berbera (gli abitanti originari
del Nord Africa) tendono ad essere generalmente più
moderati avendo spesso rapporti conflittuali con gli
Arabi nei loro paesi di origine.
Sono le stesse donne di origine magrebina appartenenti
all'organizzazione "Ni putes, ni soumises"
(Né prostitute, né sottomesse - organizzazione
sorta per combattere la violenza contro le donne nelle
banlieues di periferia) a denunciare sul Figaro
sempre il 17 giugno come gli islamisti usino i loro
programmi di aiuto alle famiglie musulmane finanziati
dai paesi arabi più radicali per promuovere
le loro idee nelle periferie abitate prevalentemente
dai Francesi di fede musulmana.
Il risultato è che oggigiorno molte giovani
musulmane trovano innaturale passeggiare indossando
una gonna, flirtare apertamente e quelle che non portano
il velo si sentono obbligate a giustificarsi. I movimenti
fondamentalisti sono così riusciti a inculcare
complessi di colpa alle giovani musulmane se non seguono
comportamenti islamici. E' anche capitato che donne
musulmane vestite all'occidentale vengano prese di
mira nei quartieri ad alta presenza islamica.
Si assiste quindi non ad una maggiore integrazione,
ma all'affermazione nei giovani musulmani della propria
identità islamica, proprio il fine che i movimenti
islamici di stampo radicale si prefiggono. Con la
pressione del gruppo i fondamentalisti tentano di
imporre le loro regole all'insieme dei musulmani francesi
e chi si oppone apertamente rischia di ricevere minacce
di morte.
Come spiega nello stesso articolo del Figaro
l'islamologo Malek Chebel i responsabili di questi
movimenti non attaccano in modo frontale lo stato
francese, ma imponendo delle norme morali di derivazione
islamica portano i giovani musulmani ad una serie
di rivendicazioni che di fatto mettono a rischio la
laicità dello stato francese. E' chiaro che
le loro richieste aumenteranno man mano che il numero
dei musulmani crescerà.
Mi stupisco del poco risalto che viene dato in Italia
ai tentativi dell'Islam fondamentalista di cambiare
la Francia nonostante questo aspetto sia molto dibattuto
su giornali come Le Figaro. Ora mi chiedo se già
l'Italia non è in grado di far rispettare gli
orari di legge alle macellerie islamiche che stanno
aperte quanto vogliono, mentre nessuno ha il coraggio
di dire che celare la propria identità è
un reato a quelle donne completamente velate che ogni
tanto si vedono in giro. Come saprà l'Italia
far fronte alle richieste di una minoranza agguerrita
in continua crescita numerica?
Siamo sicuri che la situazione sarà gestibile
in futuro quando il numero di immigrati in Italia
(soprattutto il numero degli immigrati di fede musulmana)
sarà molto maggiore di quello odierno e l'Islam
di stampo più radicale grazie ai cospicui finanziamenti
di cui gode tenterà di imporre le proprie idee
ai musulmani che vivono in Italia? Bisogna anche considerare
che mentre lo stato francese è uno stato forte
la stessa cosa non si può dire dell'Italia,
più incline ai compromessi per il quieto vivere.
Cordialmente,
Paolo Zanoni, Francia.
Da: Maria Malaponte
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: Giovedì, 17 luglio 2003
Oggetto: Speciale
Euroislam
Gli articoli sono molto interessanti. Ne
distibuirò le fotocopie ai miei alunni, li
leggerò e commenterò in classe. Credo
ancora che la scuola possa fare molto. Io comunque
devo fare quello che posso.
Da: Antonio Sciolè
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: Mercoledì, 16 luglio 2003 14:28
Oggetto: Espressione di una opinione
L'Islam, voltiamo la testa indietro facciamo
camminare a ritroso il cervello, mi riferisco alle
persone intelligenti. Io non lo sono ma stando alla
stampa del tempo ho imparato che questa religione
nei tempi indietro atteggiava in maniera morbida e
laboriosa, in questo tempo trascorso si è modificata
con gli avvenimenti pericolosi della nostra epoca,
i cambiamenti politici, i confini degli stati e via
dicendo. In questa religione, e con la scusa di essa,
è subentrata una frangia di terroristi che
la rende pericolosa per l'avvenire dell'umanità,
se essa sarà incalzata ossia esaudita, accolta
in vari paesi di occidente e altrove diventerà
come la gramigna, e quindi nell'era prossima dei nostri
figli e nipoti, daremo loro un mondo pericoloso perché
questo tipo di religione e il covo in una parte di
essa, di invasione, di agressività, di illegalità,
e via dicendo, e quindi diventerà per anni
ed anni a venire una bomba ad orologeria per il nostro
mondo.