Caffe' Europa  
 

 



Subject: valutando la webtv (corsera, 981214*)

R. S.

 

 

 


"Indovinello: ha un grande schermo per mostrare informazioni e intrattenimento, degli altoparlanti e una cosa da tenere in mano per scegliere, schiacciando dei tasti, tra diverse fonti di contenuti. Di quale scatola stiamo parlando: quella con troppi canali e niente che valga la pena di guardare o quella che dice Http/1.1 Server too busy?". La risposta non e' per niente chiara, concede James Gleick, editorialista del "New York Times" oltre che inventore di Mindspring, uno dei fornitori di accesso a Internet di maggior successo negli Stati Uniti. In un articolo settembrino dal titolo inappellabile - "Perche' i Pc e la televisione non si incontreranno mai" - Gleick spiegava che tutte quelle imprese che stanno scommettendo sulla convergenza di computer e tv in un unico apparecchio potrebbero essere vittime di un colossale abbaglio. Tra i vari argomenti, il pc e' attivo e si usa a distanza ravvicinata, sporgendosi in avanti, concentrati; la tv e' passiva e si guarda da lontano, appoggiandosi all'indietro, rilassati.

L'articolo pessimista usciva un mese dopo che Microsoft aveva rilevato, per 425 milioni di dollari, WebTv, la produttrice dell'apparecchio che, collegando il televisore al telefono, da' accesso a Internet anche a chi non ha un computer. Sul successo di questi ircocervi informatici, con corpo di televisore e cervello di computer, moltissimi giurano (nonostante le vendite relativamente modeste di WebTv: 500 mila in due anni). Il loro mercato globale sarebbe destinato a passare dai 6 milioni di unita' del 1998 a oltre 55 milioni del 2002, con una crescita annuale del 76 per cento, stando a uno studio recente della International Data Corporation.
La crescita, negli Stati Uniti, e' facilitata dal fatto che un numero enorme di set-top box - quelli per vedere la tv via cavo - gia' affolla i salotti dei cinquanta stati. Quelle scatole diventeranno solo un po' piu' intelligenti e forniranno anche accesso a Internet, alla velocita' ben piu' sostenuta che il cavo consente.
Dalla febbre della convergenza e' stata contagiata anche Telecom Italia, distributrice per il nostro paese di una versione della WebTv ribattezzata "PlayWeb". Gemella monozigote delle edizioni americane, presenta rispetto a quelle almeno due vantaggi: non obbliga l'acquirente a fare l'abbonamento a Internet presso un fornitore determinato (in questo caso Tin) e supporta Javascript, il linguaggio di programmazione sempre piu' diffuso sul Web che Microsoft ha scelto di boicottare con il suo set-top box. Nei negozi Insip a 500 mila lire, il tutto viene, di serie, con un telecomando sedicente "intelligente" con il quale ci si dovrebbe muovere nell'intrico ipertestuale e sbrigare la corrispondenza elettronica (e' praticamente indispensabile l'acquisto della tastiera a raggi infrarossi per 70 mila lire in piu'), un modem a 33.6 bps e una porta per collegare l'apparecchio a una stampante.

Eppure, con tutte le sue furbe funzionalita', pochi - aldila' di portavoce Telecom che parlano gia' di decine di migliaia di ordinativi dai negozianti a fronte di un'enorme aspettativa di vendite - sono disposti a identificare nel PlayWeb la gioiosa macchina da guerra che polverizzera' le residue resistenze del Popolo Off-line. "Sono media ben diversi - fa notare il professor Peppino Ortoleva, storico dei mezzi di comunicazione - : la convinzione schematica per cui, per trasformare il Web in un medium di massa basti renderlo piu' simile, esteriormente, alla tv, e' sbagliata. La tv e' un flusso, un'organizzazione del tempo in cui il palinsesto copre come una pellicola la vita della gente; il Web e' un ipertesto, non organizzato sulla base del tempo. Detto questo se lo scopo di PlayWeb e' quello piu' modesto di aumentare un po' il pubblico nostrano della rete, benvenuto...".
L'ergonomia, la modalita' di fruizione ritorna anche nello scetticismo di Enrico Menduni, docente di comunicazioni di massa alla Sapienza di Roma: "La tv e' couch viewing, visione da divano mentre il web e' desk viewing, visione da scrivania. Tutti gli sforzi di televisione interattiva non hanno dato, sino ad oggi, grandi risultati, per aver sottovalutato questa componente psicologica determinante". E' l'uso sociale, non la scritta "Rai" o "www" sullo schermo, a distanziare le due "scatole".


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Ufficialmente e' il progetto "Distribuzione telematica di servizi a domicilio e commercio elettronico" (http://www.comune.bologna.it/e-com_webtv/) ma la realta' che descrive non ha niente della polvere burocratica che offusca la denominazione. Tutt'altro. L'idea di far entrare Internet nella vita di 1700 famiglie bolognesi, facendo la spesa online, stampandosi i certificati anagrafici e pagando le imposte comunali da casa propria, via rete, e' l'esperimento piu' interessante di cui si abbia notizia, in Italia.
Nato dalla collaborazione tra il comune emiliano e Telecom Italia, il test prendera' il via dalla fine di gennaio per terminare 18 mesi dopo. Bologna e' stata scelta perche' presentava l'humus digitale piu' adatto: l'attenzione diffusa ai temi delle nuove tecnologie, catalizzata da 4 anni di attivita' della rete civica, hanno fatto si' che circa il 25 per cento della popolazione abbia accesso a Internet, di cui il 10 per cento attraverso il fornitore pubblico Iperbole e il restante via uno dei 33 provider privati che si spartiscono il mercato cittadino.
Ma la caratteristica che rende ancora piu' innovativa l'esperienza e' che 700 tra le famiglie-campione (i cui rapprresentanti devono avere tra i 30 e i 50 anni, ma anche i single possono partecipare) avranno accesso alla rete non tramite un computer collegato al telefono bensi' attraverso il televisore equipaggiato di un set-top box concesso in uso gratuito da Telecom per tutta la durata del progetto.
Al momento l'unica azienda privata che ha assicurato la vendita online delle proprie merci e' la Coop ma e' probabile che altre si aggiungeranno in corso d'opera. Ogni pagamento sara' effettuato con carta di credito. Per non precludere l'opportunita' di partecipare a chi non ne avesse gia' una, il Comune ha fatto un accordo con la Cassa di Risparmio di Bologna che - senza imporre il cambiamento di conto corrente ad alcuno - fornira' gratuitamente una carta di credito "a termine", abilitata soltanto agli acquisti online, a tutti i cittadini aggiudicatari che ne faranno richiesta.
"L'idea della cosidetta webtv - spiega Leda Guidi, responsabile della rete civica bolognese - e' venuta dal fatto che uno scoglio tecnologio comunque esiste e un apparecchio che non necessita della competenza tipica del pc poteva aiutare a superarlo: chi non ha una tv o un telefono?" "Il nostro obiettivo principale, come amministrazione comunale - prosegue - e' di utilizzare tutti i canali a disposizione per facilitare la vita ai cittadini. Se uno ha tempo di chiedere un certificato solo di notte, per esempio, o pagare le bollette dell'acqua o del gas all'azienda municipalizzata, adesso potra' farlo comodamente da casa sua. Con la "firma digitale" poi si potranno richiedere varie licenze e si potra' scoprire a che punto e' lo stato di una pratica".
L'unico impegno che i collaudatori si sono presi e' di effettuare almeno una transazione nei primi 3 mesi e di riempire qualche questionario di quando in quando. Un prezzo piu' che accettabile per l'acquisto dello status altisonante della "cittadinanza digitale".


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L'ultima frontiera, per la convergenza tra tv e Internet, e' offrire la connessione online attraverso i classici set-top box per la televisione via cavo, onnimpresenti nelle famiglie statunitensi. Il primo vantaggio e' evidente: con uno stesso apparecchio si riceverebbero i canali cable e i siti web. Il secondo sta nella velocita' di scaricamento, decine di volte superiore al piu' rapido modem analogico tradizionale.
In questa direzione va l'accordo firmato agli inizi di dicembre tra Microsoft, proprietaria di WebTv, e Scientific-Atlanta (www.scientific-atlanta.com), uno dei due maggiori produttori di set-top box del mercato nordamericano. Utilizzando l'Explorer 2000 di S-A gli abbonati potranno avere accesso anche al servizio WebTv, pur senza possedere lo specifico armamentario sino a oggi indispensabile. D'altra parte la compagnia si impegna a sviluppare in futuro set-top box che utilizzeranno, come sistema operativo, Windows CE.


Copyright © Riccardo Stagliano' 1999

 

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