Caffe' Europa  
 

 



Subject: tendenze: il web personalizzato (corsera, 981019*)

R. S.

 

 

 


La quinta legge della "Webonomics" l'aveva detto subito: "Non e' la quantita' di persone che attirate nel vostro sito la cosa che conta di piu', ma la qualita' dell'esperienza che vi fanno". Cosi' scriveva Evan I. Schwartz, nel numero del febbraio 1996 di "Wired", completando le tavole fondamentali della cosiddetta "economia del Web". Gia' prima di lui il visionario George Gilder, in "La vita dopo la televisione", aveva precocemente decretato la fine del piu' tipico dei mass-media tradizionali: goodbye "broadcasting", la comunicazione indifferenziata "uno a molti" della tv, hello "narrowcasting", la comunicazione mirata "uno a uno" o "molti a molti", quella propria di Internet, insomma.
Oggi, in molti avanzati pensatoi dell'era digitale, si riprende a predicare lo stesso credo: e' lungo la strada della "personalizzazione" che il Web incontrera' il suo futuro. Nella debordante offerta della rete, infatti, bisogna mettere il visitatore a proprio agio, facendolo sentire a casa, in un ambiente familiare e ritagliato sui suoi gusti e sulle sue aspettative. Invece di scodellargli davanti l'abbondanza stucchevole di tutto un menu a prezzo fisso, un buon sito dovra' presentare al proprio avventore una lista a' la carte: Dopo la prima volta una home-page non lo accogliera' piu' come uno sconosciuto, ma mettera' in prima fila le notizie cui tiene di piu', gli ricordera' appuntamenti personali e via di seguito.
Dare accesso a un ambiente "a propria immagine e somiglianza" e' tutto meno che una cortesia fine a se stessa. Da una ricerca di mercato della newyorkese Jupiter Communications si apprende che, dei 25 principali siti di commercio elettronico statunitensi, il 40% dice di aver gia' iniziato a fornire funzionalita' di personalizzazione, mentre il 93% dice che lo fara' entro un anno. Gli investimenti per attrezzare i siti con il software necessario sono stati onerosi, variando da 50 mila a 3 milioni di dollari ma, con il 47% di nuovi clienti in piu' e gli introiti dalle vendite aumentati del 52% solo nel primo anno, il costo e' presto ammortizzato. E non si tratta tanto di quantita' quanto di attitudine dei clienti: la "customizzazione" (da "customer", cliente appunto) li fidelizza e li fa tornare spesso. Da Amazon (www.amazon.com), per esempio, gli acquisti dei compratori "abituali" hanno costituito il 60% dei 203 milioni di dollari del venduto nel primo semestre 1998. I responsabili di Excite (www.excite.com) confermano la tendenza: i visitatori che usano le loro home-page personalizzate vi ritornano 5 volte piu' spesso degli altri e vedono, in totale, un numero di pagine doppio.
In Italia si cominciano a registrare i primi esperimenti simili. Il sito di Omnitel (www.omnitel.it), recentemente ridisegnato, ha tenuto conto della tendenza, allestendo un'interfaccia personalizzabile (con i vostri bookmark, dieci date da ricordare e un paio di servizi specifici per utenti Omnitel) che vi accoglie anteponendo un cordiale "Buongiorno" al vostro nome.
Ma c'e' anche Amico (amico.iol.it), un servizio di Italia On Line che mette in pratica l'idea del "daily me" consentendo al lettore di confezionarsi un giornale tarato esattamente sui suoi interessi. Basta infatti impostare le sezioni preferite e Amico andra' a pescare, da innumerevoli quotidiani e agenzie in rete, le notizie per riempirle. "Abbiamo 25 mila persone registrate, ovvero una media di 30/40 mila pagine viste al giorno - dichiarano dall'ufficio stampa - e gli argomenti che vanno piu' forte sono il lavoro, l'economia e lo sport". Sempre in casa Iol Invest OnLine (invest.iol.it) trova nella personalizzazione la sua forza: voi gli dite il tipo e la quantita' delle azioni che possedete e lui ve le "valorizza" in tempo reale, aggiornandovi su quanto vale il vostro patrimonio in quel momento.
Attenzione pero' a non scambiare l'ultima moda per una panacea buona ad attrarre il grande pubblico online, avverte Andreina Mandelli, dell'Osservatorio Marketing Bocconi: "Un ambiente pensato solo per noi e' comodo ma rischia, dopo un po', di diventare noioso, precludendoci tutte quelle possibilita' che un territorio sconosciuto potrebbe regalarci". E' il fattore "serendipity" che viene meno: in rete, come nella vita, e' spesso proprio lo sgambetto del caso che ci porta alle scoperte piu' esaltanti.


Copyright © Riccardo Stagliano' 1999

 

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