Caffe' Europa  
 

 





Subject: pics: tutela o censura online? (corsera, 971208*)

R. S.

 

 

 


La nuova Inquisizione cinese ringrazia. Ma anche amorevoli e democratici genitori occidentali si sono rallegrati per la notizia. Il Pics (Platform for Internet Content Selection), e' un sistema che permettera' agli uni e agli altri di filtrare i contenuti del World Wide Web ritenuti sconvenienti, rendendoli inaccessibili ai browser dei loro cittadini o dei loro figli. C'e' da temere la gioia della censura di Pechino o partecipare al sollievo dei papa' e delle mamme preoccupati per gli attentati elettronici alla moralita' dei loro bambini? La vicenda e' piuttosto complicata e lascia spazio a valutazioni ambivalenti.

Gli autori di questo protocollo, Paul Resnick e James Miller che hanno lavorato sotto l'egida del World Wide Web Consortium, massima istituzione per lo sviluppo degli standard concernenti la zona ipermediale di Internet, non hanno dubbi circa la bonta' della loro creazione. In un lungo e dettagliato articolo dal titolo esplicito "PICS: Internet Access Controls Without Censorship" dichiarano che il loro e' l'unico, serio antidoto contro legislazioni che volessero emulare le intenzioni censorie del Communications Decency Act, bocciato dalla Corte Suprema nell'estate di quest'anno perche' incostituzionale. I loro argomenti suonano ragionevoli: non tutti i materiali sono appropriati per ogni pubblico; a differenza degli altri media, in quello elettronico e' molto piu' efficace il controllo sulla ricezione piuttosto che sulla distribuzione; il Pics dice soltanto come, tecnicamente, etichettare i contenuti ma e' assolutamente neutrale sulle scelte in base alle quali operare l'eventuale etichettatura. Insomma, concludono, quello che abbiamo fatto "E' analogo a specificare dove, su un pacco, un'etichetta dovrebbe apparire e quale caratteri grafici dovrebbe impiegare, senza specificare cosa dovrebbe esserci scritto". In verita' pero', mettendo in risalto che la scelta di cosa escludere e' nelle mani dell'utente finale, dimenticano di dare l'adeguata rilevanza al fatto che un intermediario come un service provider, il gestore di una rete aziendale o un'agenzia governativa potrebbero facilmente usare la medesima tecnica per rendere invisibili ai propri clienti, dipendenti o cittadini delle parti cospicue della rete, in base a una valutazione arbitraria di cosa e' "bene" per loro. Lawrence Lessig, professore alla facolta' di giurisprudenza di Harvard e specialista di tematiche cyber e' stato tra i primi a denunciare i nuovi rischi: "Con questa apparentemente inoffensiva tecnologia la rete potrebbe diventare presto, da un posto di grande liberta' e apertura, uno spazio di massima regolabilita'".

Microsoft ha immediatamente implementato il marchingegno nel suo Internet Explorer: nelle configurazioni c'e' anche il modo di indicare cosa il computer, navigando la rete, dovra' escludere (in base alle parole chiave che descrivono il contenuto della pagina html e che il browser ricevera' appena tenta di scaricarla). Ma affinche' il Pics funzioni e le pagine proibite siano tenute lontane dalla portata degli utenti ci deve essere qualcuno che abbia valutato i contenuti dei siti e li abbia recensiti di conseguenza, marchiando - dove il sistema dice di fare - il tipo di categoria alla quale quel contenuto appartiene. Le societa' che fanno questo lavoro, al novembre '97, sono tre. Le statunitensi RSACi (Recreational Software Advisory Council on the Internet) che al settembre di quest'anno sosteneva di aver catalogato ben 43 mila siti e SafeSurf si basano sull'auto-certificazione dei realizzatori dei siti che descrivono quali contenuti vi sono al suo interno e presto chi non fornira' questa presentazione non sara' piu' riconosciuto dai motori di ricerca, essendo condannato pertanto all'invisibilita'. La canadese NetShepherd invece procede direttamente alla recensione dei siti e sostiene di aver gia' provveduto a censirne 300 mila.

Tuttavia i pericoli alla liberta' di espressione in rete non vengono da queste organizzazioni ma dalla circostanza in cui, a fare il loro lavoro, sara' una squadra di burocrati zelanti di un regime autoritario. Delle attitudini oscurantiste di paesi come l'Arabia Saudita, il Vietnam, Singapore, l'Iran e molti altri nei confronti della rete si ha riscontro nella cronaca. Le autorita' cinesi, per esempio, con una legge del febbraio 1996, hanno gia' fissato innumerevoli ostacoli allo sviluppo locale della rete imponendo un canone che si aggira sui 40 dollari al mese (circa meta' del salario di un laureato alla sua prima occupazione). Senza contare i gia' occhiuti controlli del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni sui fornitori d'accesso; la registrazione presso la polizia in tripla copia e l'impegno scritto a non farne mai un uso che "minacci la sicurezza dello stato" o che coinvolga la lettura di materiale osceno o pornografico". Ciononostante, per l'opportunita' di avere accesso a migliaia di giornali occidentali, contatti con gli esiliati all'estero e una inimmaginabile finestra sul mondo, gia' 150 mila cinesi (in una nazione in cui l'86 % della popolazione non ha mai toccato un computer) hanno accettato la trafila. Nelle riserve della cultura unica, che tacciavano di "inquinatori spirituali" tutti quelli che offrivano una visione del mondo diversa da quella dell'ortodossia, il contagio di Internet rischia di essere il disastro ecologico" piu' importante da molto tempo a questa parte. Pics permettendo.

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Il Pics piace all'Europa. La Commissione ha infatti espresso, con la Comunicazione al Parlamento Europeo del 16 ottobre '96 ("Informazioni di contenuto illegale e nocivo su Internet"), il suo auspicio che si costituisca uno o piu' sistemi di classificazione europei basati sull'etichettatura dei contenuti. "La risposta alla sfida (dei contenuti nocivi su Internet, ndr) sara' una combinazione di self-control da parte del fornitore di servizio, nuove soluzioni tecniche tipo sistemi di rating e software per il filtraggio, azioni per la sensibilizzazione di genitori e insegnanti, informazione sui rischi e le possibilita' di limitare questi rischi attraverso la cooperazione internazionale".
Il record della solerzia va, questa volta, al nostro paese. Il Corso di Laurea in Scienze dell'Informazione dell'Universita' di Bologna (sede di Cesena) in collaborazione con la lista Genitori della associazione telematica Citta' Invisibile ha avviato un progetto per la realizzazione di IT-RA, un'agenzia di rating che si prefigge lo scopo di fornire agli utenti di Internet uno strumento per selezionare i contenuti della rete attraverso etichette associate alle pagine.

"In particolare - si legge nella presentazione dell'iniziativa - l'agenzia permette ai genitori di regolamentare l'accesso da parte dei figli ai documenti disponibili su Internet, sulla base del proprio metro di giudizio. Essi decidono autonomamente quali siano i contenuti adeguati per i loro figli. Per i creatori di pagine web viene messo a disposizione un facile metodo per associare ai documenti una indicazione di contenuto, al fine di selezionare la tipologia dell'utente a cui il documento e' indirizzato (ad esempio "solo per adulti")".
IT-RA e' la prima agenzia per il rilascio di etichette Pics in Europa.


Link

Introduzione allo standard PICS
www.csr.unibo.it/ra/pics.htm

World Wide Web Consortium
www.w3.org

PICS: Internet Access Controls Without Censorship
www.w3.org/PICS/iacwcv2.htm

RSACi
www.rsac.org

SafeSurf
www.safesurf.com

NetShepherd
www.sheperd.net

La censura on-line nel mondo (Human Right Watch)
gopher://gopher.igc.apc.org:5000/00/int/hrw/expression/7

Il quadro europeo
www.leeds.ac.uk/law/pgs/yaman/watchmen.htm

IT-RA
www.csr.unibo.it/ra/
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