Caffe' Europa  
 

 



Subject: network computer (virtual, 96)

R. S.

 

 

 


[prologo]
Proposta indecente. «Cambiereste il vostro PC per un Internet box da 500 dollari?» ha chiesto la Ziff Davis ai membri della propria ZD Net. Si, ha risposto il 9% degli scrutinati, No ha urlato con sdegno il 91%. Eppure, molti sono pronti a giurarlo e stanno scommettendo su questa previsione lunghe carriere senza errori: il mercato per quei gingilli magici che potrebbero costituire per molti versi un’alternativa al Personal Computer e' enorme e crescera' senza sosta. Chiamatelo come vi pare – Network computer, Web PC, Internet appliance, net-top box e via discorrendo – la scatolina nera economica, semplice da usare e che si rifornira' dalla Rete per i programmi di cui avra' bisogno, nel momento in cui ne avra' bisogno, usando spesso come schermo il vostro vecchio televisore, ha davvero le carte in regola per occupare la scena tecnologica per gli anni a venire (a cominciare dal prossimo)?
«La meta del Network Computer – aveva spiegato il suo cantore, Larry Ellison, fondatore e CEO di Oracle – e' un servizio universale che ognuno possa permettersi e che ognuno riesca a maneggiare. Sin dalle sue fondamenta, NC e' disegnato per essere un’applicazione di rete come la tv o il telefono». Applicazione di rete destinata ad assumere i sembianti piu' diversi, dal Personal Digital Assistant al set-top box e chi piu' ne ha piu' ne metta.

[I risparmi.]
Oracle dice che ogni anno un’azienda spende dai 5000 agli 8000 dollari per la manutenzione di un PC (la maggior parte di questi soldi essendo dovuta a risolvere problemi di compatibilita' fra applicazioni diverse che, in un’ottica NC scomparirebbe, essendo le applicazioni immagazzinate sui server). Con gli NC il risparmio potrebbe essere nell’ordine del 70%. John Thompson , senior vice president della software division IBM, da' numeri ancora piu' pesanti: cita stime sui 12.000 dollari di costi annui e assicura che il «NC potrebbe largamente ridurre questi costi». Sulla falsariga di questa convinzione, un recente studio di re-ingegnerizzazione di Information technology pubblicato dalla Seton Hall University del New Jersey mostra che usando la tecnologia NC il costo per riconvertire le 42 workstation dei laboratori dell’universita' sarebbe straordinariamente inferiore a quello di aggiornarli a Windows 95, per esempio. «La migliore cosa della tecnologia NC – ha detto Edward Roche, il leader della ricerca – e' proprio che le organizzazioni possono sfuggire alla “trappola dell’upgrade”». Inoltre lo studio indica come si verificherebbe anche una significativa riduzione nei costi del personale da 1 milione e 96 mila dollari l’anno a 458 mila dollari (costi destinati ad abbassarsi ulteriormente con il tempo, fino ad arrivare intorno a 292 mila dollari).

Gli scettici pero' hanno la risposta pronta e l’argomento non e' di quelli da prendere sotto gamba: «Se si risparmia sull’hardware e sul software, aumentano drammaticamente i costi per la connessione». All’obiezione, prevedibilissima, Larry Ellison si era attrezzato da tempo e ha annunciato ai primi di giugno che aziende di telecomunicazioni internazionali renderanno noti i termini dei loro accordi con la Oracle per fornire servizi di connessione a prezzi speciali: «Interessate sono gia' la British Telecom, la France Telecom [vedi box], la NTT nipponica e la Bell Atlantic». E Telecom Italia? Nonostante non fosse ancora nel gruppo delle precorritrici, la telco nostrana aveva di fatto realizzato proprio con tecnologia Oracle il proprio, sontuoso sito Tol, indicazione utile a intuirne le mosse successive.
Altri potenziali costi nascosti di cui si sarebbe dovuto tener conto riguardavano l’assenza del disco fisso: i dati avrebbero dovuto essere immagazzinati sul server ed e' verosimile credere che per quello spazio il provider chiedera' un prezzo. Sulle soluzioni alternative invece, in locale, stanno lavorando, ad esempio, Oracle (con una sorta di PC Card) e Bandai (che pensa a un drive Zip Iomega per il suo tipo di Pippin).

[I mercati.]
Ma a quali clienti pensava Ellison e gli altri partners nel loro sogno rivoluzionario? I mercati chiave per il successo della loro creatura sono presto detti: i sistemi informatici aziendali, i sistemi di registrazione (prenotazioni aeree, etc), i network mainframe/terminal, le scuole e le famiglie. Insomma, quasi tutti. In dettaglio Oracle ha aggiunto che i NC potranno rimpiazzare sino al 50-70% degli esistenti Personal Computer aziendali. Il potenziale e' enorme quando uno consideri il parco-macchine di 30 milioni di terminali stupidi (non programmabili) oggi esistente. Ed e' proprio a questo massiccio segmento che IBM guarda con particolare interesse, con almeno 6 progetti pilota per clienti dei settori automobilistici, delle aerolinee e delle banche.
Nonostante la base attuale di zero NC installati, la International Data stima che un totale di 34,8 milioni di apparecchi che daranno accesso a Internet saranno venduti entro il 1996. Di questi 380.000, ovvero poco piu' dell’1%, potrebbero essere non-PC. Nell’anno 2000 circa 103 milioni di macchine per l’accesso in Rete saranno stati venduti, dei quali 22 milioni, ossia il 21%, sara' costituito da non-PC. Questo sulla carta, ma i critici rimangono, come quell’analista che – chiedendo di non essere nominato – giocando sul termine «network computer» l’ha malignamente storpiato in «nitwit computer», computer stolto, per stolti. «Non riesco a capire perche' della gente dovrebbe pagare 700 dollari per un aggeggio che vi da' poco piu' dell’accesso a Internet quando un PC Pentium sta scendendo verso i 1000 dollari».

Eppure, nonostante che il NC sia ancora, per molti versi, un serpente d’acqua, sono gia' una settantina le imprese che hanno stretto accordi per commercializare la sua tecnologia. Tante case, non tutte notissime, che con questa scommessa potrebbero saltare improvvisamente alla ribalta della scena informatico-telematica mondiale. Un’ampia mappatura (di cui trovate traccia nel pezzo di Michel Falconieri) comprende Oracle – naturalmente –, Sun, Acorn (la ditta di Cambridge, Inghilterra, di proprieta' della Olivetti; vedi box 2), ViewCall America, Apple con la giapponese Bandai, IBM con il suo “InterPersonal PC”, Wyse, IDT, TransPhone, Philips/Magnavox, Sony e Sega, tanto per citare quelli di cui si e' parlato di piu'. .

[le opinioni]
E sull’utilita' di questo semplificato calcolatore della discordia si sono accese nuove guerre di religione che vedono sul versante dei difensori delle posizioni acquisite il cartello Microsoft-Intel contro uno squadrone eterogeneo di sfidanti che sperano, attraverso questo cavallo di Troia, di scalzare un predominio sinora indiscutibile. Bill Gates (Microsoft) per esempio, ha commentato caustico: «Quando qualcuno parla di un terminale a basso costo, chiedetegli cosa hanno tolto dal PC. Hanno tolto la navigazione tridimensionale? Hanno tolto il video in movimento? Hanno tolto la memoria fissa? Il prezzo dei PC deve diminuire ma devono anche aumentare le loro capacita'». Pero' poi, pur non dando molta importanza alla notizia, la Microsoft si e' messa a lavorare sul “Simply Interactive PC” che ai piu' sembra proprio la risposta di Redmond all’odiato NC. Alla Hewlett Packard Italia l’imbarazzo dell’ufficio stampa che si occupa del settore MicroInformatica e' probabilmente gia' risposta eloquente delle intenzioni dell’azienda: «Non ne ho ancora sentito parlare» risponde alla descrizione dell’«oggetto informatico non identificato».

Ma c’e' chi la vede in maniera diversa. Marty Clague e' il direttore generale dell’elaborazione Client/Server a livello mondiale per IBM. Ottimista, a “Virtual” ha detto pero' che «l’attuale stato dell’arte per quanto riguarda i costi dei monitor fa si' che sara' difficile rimanere sotto la soglia dei 500 dollari. La buona qualita' dei monitor, d’altronde, in un apparecchio con una vocazione entertainment come il NC, e' una cosa importante sulla quale non si puo' transigere». Nella sua personale visione, inoltre la gente non usera' il computer attaccato al televisore e l’annunciata metamorfosi del NC come intelligente set-top box non avverra': «C’e' una differenza nei modi di fruizione: tv e computer stanno in stanze diverse, quella del relax e quella dello studio, al massimo si potranno vedere i giochi sulla tv. Piuttosto il set-top box diventera' il grande interruttore di quello che entra nelle case via cavo». «Ma molte persone non potranno mai fare a meno di un PC tradizionale: se un modello multimedia adesso costa 3000 dollari, e' un prezzo destinato a scendere in fretta. Fra tutti i destinatari vedo un buon pubblico nelle scuole e nei loro laboratori» ha concluso con una magistrale interpretazione di “cerchiobottismo”.
Mauro Righetti, amministratore delegato di Oracle Italia (e sud europa), presentando gli ottimi dati economici della compagnia, ha annunciato sempre a “Virtual” le prime scadenze dei prodotti costruiti secondo le proprie specifiche: «Acorn e' il primo evento, e verra' presentato il 18 ottobre, quindi il NC costruito grazie a un accordo con Intel (nonostante tutte le resistenze e i distinguo del gigante dei processori, vedi il box 1, NdR), entro la fine dell’anno». Per quanto riguarda l’utilizzo da set-top box del NC non ha dubbi: «Quella da set-top box e' sicuramente una delle configurazioni: gia' quelli che Stream usa nei progetti pilota per il “video on demand” sono costruiti con una nostra tecnologia». Tutto quessto dipendere dalla Rete non aumenta i rischi di Big Brother? «Prima di tutto molte applicazioni lavoreranno anche disconnesse: quello che ci interessa fare e' togliere l’incombenza all’utente di dover acquistare gestire mega-computer da 1 Giga di memoria... e comunque sarebbe come dire che le automobili dipendono dalla benzina».

[epilogo.]
Una condizione per il successo di questa scatola della discordia sta nel prezzo e nella politica commerciale che i produttori praticheranno. «Nel nuovo ordine – ha scritto Sean Kelly su “Computer Life” – il prezzo del computer non sara' importante perche' voi spenderete i veri soldi sui servizi e il software – i “contenuti” come dicono i mogul – ai quali il vostro net-box vi dara' accesso. Pensate al telefono cellulare, che oggi potete comprare a prezzi stracciati perche' comprare l’hardware e' soltanto il prerequisito per spendere dei bei dollari per i servizi connessi ai cellulari; o il set-top box per la tv via cavo, che potete affittare per pochi dollari al mese cosi' che la compagnia che gestisce il cavo possa vendervi i suoi contenuti. Applicate l’uno o l’altro di questi modelli a un net box e capirete perche' una compagnia come l’AT&T – per ipotesi – potrebbe darvi gratis l’hardware al fine di farvi accedere ai servizi online della sua WorldNet». Elementare, Watson! 500 dollari sembreranno, tra poco tempo, una cifra esosa: c’e' gia' chi parla di «Penny PC».

BOX INTEL
Ma come, anche Intel, dopo aver dileggiato l’idea del NC, si arrende al nuovo paradigma e costruisce insieme a Oracle un marchingegno di questo genere che uscira' entro la fine dell’anno? Abbiamo chiesto conferma all’ingegnere Leonardo Mincuzzi, responsabile delle relazioni esterne di Intel Italia, che risponde come Gates a proposito del suo interesse per l’editoria («E' uno delle migliaia di progetti in cui sono impegnate si e no sette persone cui stiamo lavorando»): «Rimaniamo molto scettici per quanto riguarda il NC: per andare veramente in Rete ci vuole della potenza. Si incontrano sempre piu' applicazioni ricche sul Web e, per vederle, per ascoltarle, ci vogliono calcolatori con buoni motori. Il NC potra' avere qualche successo solo su certe nicchie: puo' servire per prendere confidenza con la Rete come chi prende confidenza con il mare andando a largo con una barca a remi, ma poi vuole provare un’imbarcazione piu' performante e confortevole o come un bambino che va al Luna Park e inizia a guardare le giostre ma presto vuole montarci su, altrimenti che divertimento e'». «Per non citare l’altro handicap grave ovvero che la necessita di essere sempre collegati, in Europa e in Italia particolarmente, comporterebbe delle bollette astronomiche… Tutto questo detto, gia' adesso alcuni prototipi di NC tilizzano alcuni microcontrollori di fabbricazione Intel: non c’e' niente di strano quindi se qualcuno, all’interno del nostro gruppo, stia lavorando a qualche progetto in questo senso, ma la nostra strategia resta quella che si basa sul PC».

BOX OLIVETTI
Chi invece nel NC ci crede e, probabilmente, tagliera' per prima il traguardo di mettere il prodotto sul mercato e' Olivetti. Attraverso la britannica Acorn, di cui e' azionista di riferimento, ha annunciato le specifiche del prodotto gia' il 18 giugno, anticipando la disponibilita' dell’apparecchio «a partire dall’11 ottobre» come ci conferma l’ingegner Luciano Del Vecchio, che e' responsabile a Milano del settore network computing del gruppo di Ivrea. A proposito dell’obiezione ricorrente sui proibitivi costi delle connessioni telefoniche che annullerebbero ogni risparmio legato al NC, Del Vecchio distingue: «L’argomento tiene ancora – ma la tendenza inevitabile e' ad abbassare le tariffe telefoniche, anche sull’esempio dei paesi europei piu' vicini a noi – per quanto riguarda l’uso del NC connesso a Internet, non piu' quando si pensa di connetterlo a reti locali, aziendali, dove questo problema semplicemente non esiste». «Nessuno pensa a un sostituto del PC ma ad un’apparecchiatura che usa un microprocessore che renda meno “spaventoso” possibile, anche per quelli che non hanno alcuna dimestichezza con l’informatica ne' avrebbero intenzione di spendere i soldi necessari per un PC tradizionale, entrare in Internet». Per quanto riguarda la convergenza di NC e set-top box, gia' ventilata da molti, Del Vecchio traccia due fasi: «Per il NC usato essenzialmente come browser esiste gia' un’infrastruttura e un parco utenti sempre piu' ampio; per l’affermarsi del set-top box invece c’e' bisogno dello sviluppo delle reti a banda larga, che ancora non ci sono. Non e' un caso pero' che alla Acorn stiamo effettuando dei trial anche con i set-top box, per i quali abbiamo utilizzato in linea di massima la stessa tecnologia per i NC in senso classico».

BOX APPLE
A Cupertino hanno deciso da subito di far parte da subito della allegra brigata che si e' formata intorno a Oracle. Mark Orr, il Pippin Business Development Manager, ha gentilmente risposto alle nostre domande.
«L'idea che sta dietro al concetto del NC e' di abbassare significativamente il costo informatico negli ambienti dove esistono reti. Negli Stati Uniti, per esempio, il gruppo Gartner (un'organizzazione di consulenza per le industrie) stima che costi piu' di 3.200 dollari l'anno mantenere ogni PC collegato a una rete. L'iniziativa del NC e' basata sulla convinzione che le macchine che possono fare affidamento sulla rete per un software basilare e un set standard di applicazioni indipendenti dal processore usato (scritte in Java, per esempio) abbasserranno drasticamente i costi di manutenzione. Non dimenticate che il "N|C Reference Profile" si concentra il minimo necessario sui protocolli software. Sotto questa definizione, quasi ogni macchina Macintosh esistente, o Unix o Intel diventa compatibile con i requisiti N|C. E come probabilmente saprete la Apple sta cedendo le licenze della sua tecnologia Pippin a un'ampia varieta' di compagnie ma non stiamo, direttamente, costruendo alcun prodotto Pippin per il momento». Crede che il "net PC" convergera' infine in una sorta di set-top box, diventando il vero cervello del terminale televisivo? «L’attuale definizione di N|C e' rivolta molto chiaramente al mercato delle aziende dove reti ad alta velocita' sono molto comuni. Sino a quando la maggior parte delle famiglie non avra' accesso a simili reti ad alte prestazioni noi non vedremo affatto nelle case apparecchi N|C, fatti salvi forse quelli integrati nei set-top box. Ma visto il fallimento di molti esperimenti pilota nel settore della tv interattiva negli Stati Uniti e in Europa, ci vorranno alcuni anni prima che si arrivi a reti ad alta velocita', mentre all’interno della maggior parte delle famiglie sara' prevalente la connettivita' a basso livello». Non crede che la dipendenza totale dalla Rete potra' accrescere i problemi di privacy e security? «Quelle della privacy e security sono istanze indipendenti dalla presenza di una rete. La maggior parte degli utenti di computer hanno gia' accesso a una varieta' di tecnologie per la protezione dei dati, la maggior parte delle quali sono sufficientemente robuste per assicurare un livello molto alto di protezione. Se non altro, il N|C Reference Profile, raccomandando l’uso di smart cards, aumenta il livello di privacy e integrita' dei dati».

BOX IDT
Fra i “piccoli” che stanno giocando una grande puntata sul cavallo N|C c’e' la IDT, che produce microprocessori RISC, proprio quelli che fanno funzionare uno WebTV dove convergono le funzionalita' di navigatore Internet e l’home entertainment, intersecandosi sulla tv. Phil Bourekas e' lo Strategic Marketing Manager del gruppo e ci spiega che «Esistono due visioni del NetPC. Una e' la quella che lo vede come un’estensione del vecchio X-terminal, un apparecchio riprogrammabile senza una memoria fissa, forse con una minima capacita' di calcolo locale, che utilizza un server ad alta performance e un sistema operativo appropriato per rimpiazzare il PC. La seconda visione e' quella di un PC inteso come elettrodomestico per funzioni del tipo NetBrowsing. L’abilita' nel conquistare il mercato della navigazione Internet privata e/o le funzioni multimediali a un prezzo appropriato e' la sua meta. Se il prezzo sara' davvero appropriato potrebbe trattarsi di un mercato esplosivo. Tuttavia le prestazioni non potranno essere ciecamente sacrificate per raggiungere il basso prezzo, altrimmenti l’esperienza non sara' avvincente. Noi crediamo che il WebTV, che sara' presto venduto da Philips e Sony negli Stati Uniti, attinga molti di questi scopi. Le prestazioni e il set di possibilita' fornite sono molto attraenti, mentre il sistema di pricing e' realistico e abbordabile per i consumatori. E' piu' semplice da usare di un PC, ha un costo inferiore, con molte trovate pirotecniche. Tecnologie rivoluzionarie come queste creeranno un mercato sostanzioso per il "NetPC". Il fatto che questo prodotto sia venduto da compagnie di elettronica di consumo, piuttosto che da produttori tradizionali di PC, la dice lunga sulle specifiche, i prezzi e le funzioni incorporate in questo prodotto. Naturalmente, un prodotto del genere richiede anche le alte prestazioni a basso costo offerte dai microprocessori IDT, come l’R4640».
Ma la strada per il successo del N|C passa per la tv? «Si, credo che affinche' il Net PC raggiunga una classe di nuovi utenti sia necessario che li peschi in un ambiente nel quale si trovano gia' a loro agio, quello della tv. Ma per questo deve anche essere facile da usare come la tv stessa: d’altra parte pensate a quanti pochi utenti di videoregistratori tentano effettivamente di programmarli per registrare trasmissioni contro quanti di loro lo usano esclusivamente per riprodurre film pre-registrati...»

BOX FRANCE TELECOM
«Ce n’est pas un accord...» puntualizza immediatamente da Parigi l’ufficio stampa di France Telecom. «Esiste un consorzio intorno a Oracle per il N|C e noi siamo endorser, sostenitori, simpatizzanti di questa idea che ricorda per certi aspetti la vicenda del Minitel, ma non esiste alcun accordo commerciale o contrattuale di sorta. Quando anche il prodotto avra' una fisionomia piu' dettagliata, allora vedremo. Per ora siamo solo partner potenziali». Non sono previste neppure tariffe scontate per Internet, anche se France Telecom garantisce gia' su tutto il territorio l’accesso con tariffa urbana, che non e' male. E sull’eventualita' di regalare i N|C agli abbonati come fu fatto a suo tempo per i Minitel? «E' presto per dire: nessuno sa ancora esattamente che forma prendera' questo apparecchio e c’e' anche da ricordare che se il modello base di Minitel adesso costa 1000 franchi, poco piu' di 200 dollari, per il N|C si parla di 500 ma anche di cifre maggiori. E' presto per dire...».

BOX SONY
«Se sara', non sara' prima dell’anno prossimo» rimanda Maurizio Ghislandi, di Sony Italia, dicendo di non essere a conoscenza di tutti i progetti della casa madre sul terreno incandescente del Network PC. «Siamo stati i primi in Italia a esporre allo Smau come compagnie non informatica ma rivolta all’elettronica di consumo. Se adesso Sony intende entrare in questo mercato con nuove generazioni di computer con un profilo piu' basso lo fa proprio perche' le applicazioni tipiche del suo mercato sono quelle audio/video. E' certo che la tv e' e rimarra a lungo il centro di riferimento dell’intrattenimento domestico e una via per renderla piu' intelligente potrebbe essere proprio quella del N|C. Abbiamo gia' incorporato su certi nostri modelli, come l’F2, software che fanno apparire sullo schermo menu a icone per il set-up del televisore stesso e funzioni diverse in avvenire. L’ambiente 3D VAIO (Video Auto Integrated Operations) permette di gestire registrazioni di trasmissione, gestire CD e molto altro ancora». La metamorfosi per l’elettrodomestico piu' odiato/amato degli italiani e' iniziata e nella trasformazione da crisalide a farfalla, l’enzima N|C potrebbe aiutare non poco.


Copyright © Riccardo Stagliano' 1999

 

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