Caffe' Europa  
 

 





Subject: il pianeta hotwired (net, 9806)

R. S.

 

 

 


E', per i maniaci della rete, qualcosa di assai piu' simile a un mito che a una rivista. E quelli che l'hanno creato/a (il mito, la rivista), consci di questa ammirazione, scrivono sotto il titolo "Defining the Web since 1994". Quattro anni, secondo il calendario di Internet, sono gia' un'era geologica, un'intervallo di tempo che testimonia una lunga tradizione e ispira fiducia. HotWired (http://www.hotwired.com) e' la gemella elettronica del mensile Wired ed e' uno straordinario ambiente online dedicato ai temi della cultura cyber. La lista dei premi che ha ricevuto per l'eccellenza piu' volte dimostrata e' interminabile. A partire dal 6 marzo 1995, a solo un anno dalla nascita (ottobre '94), quando riceve il premio "Online Magazine of 1994" oltre al "Best look of the year" per poi aggiudicarsi anche il "Best digital magazine", strappando lo scettro alla versione on-line di Time. E da allora non si e' fermata un attimo.

A chi la segue dall'inizio la fisionomia del sito e' ormai irriconoscibile. A cadenze piu' o meno regolari, infatti, la struttura e la grafica generali cambiano radicalmente, mantenendo immutati solo la voglia di stupire i lettori con un giornalismo innovativo di qualita'. Oggi la rete di contenuti che si dipanano sotto lo stesso tetto di HotWired e' formata da 6 sezioni principali. Webmonkey (build the Web) e' il quartiere per gli smanettoni, quelli che hanno l'ambizione di dominare praticamente l'html, padroneggiare le ultime sofisticazioni di Java e quant'altro, imparando a usare Photoshop, PageMill e altri programmi del genere. Dream Jobs (work the Web), invece, e' il reparto collocamento del sito: qui i visitatori potranno sfogliare svariate offerte di lavoro, prevalentemente in ambito scientifico-tecnologico-multimediale. Synapse (think the Web) e' l'erede sotto altro nome della celebre sezione Packet: qui si affrontano le grosse questioni teoriche che interessano l'era digitale e tutto quanto ha a che fare con la cultura di questo nuovo, largamente inesplorato mondo. Member Central (meet the Web) e' il luogo di raccolta della comunita' degli utenti che fissano qui la loro dimora, sotto forma di home-pages in cui si presentano agli altri, raccontando le loro aspirazioni e i loro passatempi. Web 101 (learn the Web) e' l'ambiente didattico, la scuola in cui imparare l'abc delle nuove sapienze tecniche dell'online (nelle universita' americane i corsi "101" sono, appunto, i corsi introduttivi, quelli che il primo anno contengono i fondamentali della materia). RGB (clear your cache), per finire, e' l'esibizione permanente del sito: qui artisti noti e meno noti espongono le loro creazioni che spaziano dalla video-arte ai fumetti tridimensionali, il tutto concepito in funzione del Web.

Sin dai suoi esordi l'originalita' dei contenuti ha fatto di Hotwired una localita' unica del Web. Per la sua prima uscita in rete, ricorda Rick Boyce, responsabile della raccolta pubblicitaria, "abbiamo dovuto chiudere la porta in faccia a molti clienti: non riuscivamo ad avere abbastanza testi per ospitarli tutti". Tra gli sponsor anche IBM, AT&T, Volvo e il ClubMed. Tutto cio' messo su da una squadra di tecnici capitanati dall'allora ventunenne Brian Behlendorf. La costante stilistica che da allora permane e' quella di coniugare autorevolezza e provocazione, standard giornalistici di qualita' con un linguaggio assolutamente irriverente e anticonvenzionale. Un binomio teorizzato a chiare lettere in un libriccino sulle regole di stile secondo "Wired": "Mantenere ogni strana virgola e associazione di idee casuale cosi' come sgorgano dal flusso di coscienza di chi scrive", vi si legge. Lunga vita ai refusi: dell'ortografia il new journalism di Wired non ne vuol sapere. Sono ben altre le sue priorita'. Nell’aprire il suo primo editoriale dalle colonne del giornale di carta che semino' lo sconcerto nei quieti ranghi delle edicole americane il 26 gennaio 1993, il direttore Louis Rossetto riportava un estratto da "Il medium e' il messaggio" di Marshall McLuhan, datato 1967: "La tecnologia elettrica sta rimodellando e ristrutturando le intelaiature dell’interdipendenza sociale e ogni aspetto della nostra vita personale… Ogni cosa sta cambiando: voi, la vostra famiglia, la vostra istruzione, il vostro quartiere, il vostro lavoro, il vostro governo, le vostre relazioni con gli altri. E sta cambiando drammaticamente". E, rispondendo alla domanda inevitabile sul perche' ci fosse bisogno di una rivista come Wired rispondeva senza incertezze: "Perche' la Rivoluzione Digitale sta investendo le nostre vite con la forza di un tifone del Bengala, mentre i media tradizionali stanno ancora almanaccando per spegnere la sveglia che essa sta suonando… Ci sono molte riviste che si occupano di tecnologia. Wired non e' una di loro. Wired tratta del popolo piu' potente del pianeta al giorno d’oggi: la Generazione Digitale. Quindi perche' adesso? Perche' nell’era dell’inflazione di informazione, il lusso estremo e' il significato e il contesto".

Ma ritorniamo a oggi. Quando l'abbiamo visitata per scrivere questa recensione, la sezione Webmonkey metteva a disposizione del suo pubblico un sistema per verificare la conformita' delle proprie pagine html con gli standard ufficiali. Le altre parti fisse del sito erano dedicate al Web design, all'html in generale e a quello dinamico in particolare, ai fogli di stile, alla grafica e ai font, alle applicazioni multimediali, ai browser a Java e Javascript, al linguaggio Perl, alle soluzioni migliori per il commercio elettronico.

A DreamJobs si trovava una lista delle compagnie in crescita dell'information technology e non solo, con le caratteristiche professionali richieste per trovarvi lavoro. Inoltre una serie di annunci specifici promettono posti da ingegnere alla Sonic Solutions o di studio artist alla Wieden & Kennedy oppure di programmatore alla Plumb Design di New York o, infine, una borsa di studio in informatica al Molecular Sciences Institute.
A Synapse, il curatore del sito e critico dei media John Katz si interroga se "La lobby a favore del porto libero delle armi - in America - sia cosi' potente da mettere a tacere i commentatori e i giornalisti circa il boom delle mortali sparatorie nelle scuole". Una parte molto interessante e' HotSeat, dove e' possibile ascoltare interviste in RealAudio (per chi preferisce leggerle o archiviarle e' fornita anche la trascrizione) ai protagonisti della "rivoluzione digitale", con personaggi del calibro di Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, Esther Dyson, influent guru americana e organizzatrice dell'esclusivo e annuale Pc Forum di Tucson, Arizona e infiniti altri.

A Member Central ognuno ha diritto a metter su casa: il monolocale telematico che HotWired offre e' una paginetta facilissima da comporre, con un editor che vi segue passo passo. Alla fine si ha una sorta di biglietto da visita elettronico, con i colori di sfondo tipici di Wired, nella quale ci si presenta con generalita', aspirazioni e hobby. La redazione elegge, settimanalmente, il Geek of the Week, il "supersmanettone".

Nelle classi di Web 101 invece, e' quasi impossibile annoiarsi: i "maestri" di HotWired tengono corsi di html, dai rudimenti alle sofisticazioni dell'ultim'ora; altri insegnamenti su come utilizzare al meglio i motori di ricerca o su come gestire siti per il commericio elettronico o quant'altro.

Nella RGB Gallery (sta per Red Green Blue, i colori essenziali) si puo' assistere allo show telematico di Ole Luetjens e Leo Neumann: "Qual e' il suono di un'immagine?" si chiede la presentazione. I due artisti tedeschi usano Java per esplorare le relazioni tra il rumore, le immagini e una storia. Oppure c'e' la mostra di Ed Stastny, "Impulse Freak", dove - sotto la chiara influenza delle riviste elettroniche, l'arte collaborativa e le comunita' online - l'autore ha messo insieme 28 atisti per una storia imprevedibile di un avventuroso uomo scimmia. O ancora Yoshi Sodeoka, direttore artistico della rivista Word (http://www.word.com) e molti altri ancora.

Nell'anello piu' ampio che corre intorno al pianeta HotWired si trovano anche i corpi celesti Wired News, HotBot, Wired Mag, LiveWired e Suck.com. Il primo (http://www.wired.com/news/) e' il produttore principale dell'informazione quotidiana di tutta la costellazione: ogni giorno macina notizie, nelle varie categorie della cultura, del business, della tecnologia, della politica e dell'attualita' in generale. HotBot (http://www.hotbot.com) e' l'ottimo motore di ricerca che ha ricevuto un sacco di premi e riconoscimenti vari per la pertinenza dei risultati che sa fornire. Molto intuitiva e' anche la sua interfaccia, assai personalizzabile utilizzando le varie opzioni che dicono alla macchina di circoscrivere la ricerca a file di testo, file audio, video o molto altro ancora. All'interno della divisione di ricerca e' anche il recente NewsBot (http://www.newsbot.com), un motore che punta solo su una larga serie di giornali e da questi estrae gli articoli che corrispondono ai vostri criteri. Si puo' limitare la ricerca alle ultime ore, al giorno in questione, all'ultima settimana o in qualsiasi data. In piu' - fastidiosamente solo per gli utenti di Windows, per il momento - si puo' scaricare un "agente di ricerca" che e' possibile configurare per ricevere periodicamente informazioni su misura. C'e' quindi la trasposizione online del mensile cartaceo (http://www.wired.com/wired/), che non si puo' consultare, pero', che alla fine del mese in cui il numero e' in edicola (anche l'archivio e', gratuitamente, a disposizione). LiveWired (http://live.wired.com/) e', probabilmente, l'unico spazio scarsamente convincente: ci sono animazioni, immagini e scritte che si materializzano sotto gli occhi ma dell'utilita' concreta di questa pirotecnia c'e' piu' di un motivo per dubitare. Le anticipazioni di scenari futuri, infatti (il 2005, si legge, sara' l'anno della chirurgia a distanza, telecomandata, da utilizzarsi "soprattutto nelle situazioni di emergenza e con l'assistenza di un tecnico presente sul posto"; nello stesso anno la mappatura del genoma umano sara' completata e il 76% di tutti i dati genetici brevettati saranno di proprieta' privata") si susseguono automaticamente sullo schermo, senza che l'utente debba far niente per scorrere i diversi fotogrammi. Infine si arriva a Suck.com (http://www.suck.com), ovvero il supplemento satirico di tutta la galassia Wired in cui ci si fa beffe di certi eventi dell'attualita', si massacrano certi nonsense della politica, e si accumulano pensierini molto arguti sui piu' diversi aspetti della societa'. D'altronde il titolo e' programmatico: "It sucks!", espressione gergale dell'inglese-americano significa "e' una noia mortale", "e' una rottura intollerabile" e su tutte le fonti di scocciature che la vita offre la rivista si concentra, mettendole alla berlina.
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Copyright © Riccardo Stagliano' 1999

 

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