Caffe' Europa  
 

 





Subject: esther dyson, papessa di internet (virtual, 9712*)

R. S.

 

 

 


Sul tavolino basso nella sala d'attesa dell'EDventure Holdings ci sono, sparpagliati, tutti i pezzi di un'autobiografia della fondatrice e presidentessa: una pila di The New Yorker, raffinatissimo settimanale di humanities, altrettante copie di Forbes, breviario del capitalista moderno e vari numeri di riviste specializzate sulle nuove tecnologie. Esther Dyson, miliardaria imprenditrice, consulente e scrittrice di cose digitali, passa accanto veloce, scalza e con jeans imbottiti che recano da piu' parti grosse macchie di inchiostro. Guarda l'orologio e avverte il cronista: "Bene, ho ancora tre minuti" rispetto al momento fissato per l'intervista che si svolgera' in taxi, nei tre quarti d'ora che separano l'ufficio al ventesimo piano della Quinta strada di Manhattan dall'aeroporto John Fitzgerald Kennedy. La minuta e ipercinetica quarantaseienne racconta di come questa sia una delle poche occasioni di incontrare giornalisti F2F, face to face. Sta andando in Svizzera per un paio di conferenze, poi sara' a Kiev per discutere alcuni suoi affari, dal 17 al 19 a Londra, dal 19 al 20 mattina ancora a New York per ripartire, nel pomeriggio, alla volta della California, dove continuera' la presentazione del suo libro appena uscito: "Release 2.0 - A Design for Living in the Digital Age", 307 pagine di un'opera prima per cui la Broadway Books ha versato un anticipo da un milione di dollari.

L'ultima notizia in tema di privacy sembra quella riguardante i protocolli per etichettare i contenuti disponibili online, il Pics e le sue evoluzioni. Qualcuno ha gia' detto che potrebbero essere piu' pericolosi, a fini di censura, del Communications Decency Act: lei che ne pensa?
Bisogna distinguere. Adesso c'e' una nuova versione del Pics, il P3 (Platform for Privacy Preferences) che puo' essere usato per etichettare i contenuti. Questo puo' essere utile per regolare le transazioni tra i privati e i siti, dando agli utenti la possibilita' di controllare quali loro informazioni personali passeranno. E' uno scambio: qualcuno ti da' un servizio e tu gli dai qualcosa di tuo. Mi sembra giusto.

Tecnologie simili possono essere usate anche dalle autorita' per decidere cosa far vedere e cosa no ai cittadini. La vita e' fatta di trade off, certo: vedo i pericoli, ma i vantaggi collegati questa tecnologia sono piu' degli svantaggi. In generale non mi fido di una regolamentazione generale su queste materie, salvo per tutelare i bambini. Le leggi generali sono inefficienti, e poi la gente non ha le stesse preferenze

In paesi come la Cina, Singapore, Vietnam e altri ancora pero' questa tecnologia potra' essere un'arma pericolosa contro la liberta' di espressione? Farete qualcosa al proposito come Electronic Frontier Foundation (di cui Dyson e' presidente, ndr)?

E' molto triste: non dovrebbe essere cosi', ma in quei paesi il governo usa i carri armati per mettere fine ai dissensi. Per la maggior parte la tecnologia e' neutra (a parte le pistole, che servono sempre per distruggere), l'etichettatura e' neutra.
Come EFF non stiamo facendo molto a questo riguardo perche' siamo principalmente un'organizzazione americana e ogni nostra mossa sarebbe vista come una prova di imperialismo. Non siamo l'Onu dell'Internet. Daremo consigli a chiunque ma non possiamo entrare nelle vicende interne di un altro paese.

Una delle sue idee piu' provocatorie riguarda la sorte della proprieta' intellettuale: "i contenuti - ha scritto - potranno essere gratis" e chi li produrra' potraa' fare soldi con servizi accessori. Questo ricorda l'"economia della celebrita'" di cui parla l'economista del Mit Paul Krugman, o mi sbaglio?
Il costo dei prodotti dell'ingegno in formato digitale diminuira' tanto da poter essere considerati gratuiti. Molte cose potranno essere date via per niente per cercare di far soldi con servizi collegati. Ci saranno diversi modelli di business: qualcuno vendera', altri regaleranno. Netscape l'ha fatto e adesso fa pagare per la pubblicita', per le versioni aggiornate e altri plug-in. Chi scrive un bel libro e lo mette a disposizione gratis per esempio potra' monetizzare quella fama diventando docente di quella materia o facendo consulenze a riguardo, o cominciare a scrivere per riviste che lo pagheranno oppure scoprira' che il suo contenuto non e' vendibile.

Mi sembra che lei, pero', non segua questo schema?

No, faccio pagare il libro perche' questo modello funziona e anche Release 1.0 e' a pagamento. Pero' facciamo piu' soldi con l'organizzazione del convegno che con il resto. Release 1.0 e' diventato un marchio credibile (1800 abbonati per 700 dollari l'anno, ndr). Ma le cose potrebbero cambiare presto.

Il critico del "New York Times" ha detto del suo libro che "le risposte che da' sono dolorosamente inadeguate", l'accusa di ottimismo naïf?

Lo so. Per come la vedo io la situazione della rete mi sembra come quella della Russia, paese con cui faccio affari e dove vado spesso. Se fosse suicuro che le cose andranno bene, che senso avrebbe parlarne cosi' tanto; se viceversa fosse sicuro che si disintegrera', non avrebbe senso spenderci delle energie. Ma se io e altri andiamo la e ci impegniamo a far migliorare le cose, c'e' una chance. Sulla rete e' lo stesso: se la brava gente ha la meglio i criminali andranno via, la pornografia diminuira' etc etc Non ho scritto il libro per i soldi: l'editore ha speso 150.000 dollari per la promozione. Ogni volta che vado in tv e la gente vede una donna che non fa paura come Bill Gates, che sembra umana anche se non e' sposata e ha una faccia ragionevolmente intelligente, probabilmente un po' di persone si convinceranno che vale la pena di andare a vedere cosa c'e' di cosi' bello in rete. Questo mi fa essere ottimista.

Visto che ha citato Bill Gates e che lo conosce bene, crede che sia - come molti sostengono - un pericolo per la democrazia?

Credo che ci siano dei rischi che Microsoft possa avere in futuro troppo potere ma per questo c'e' l'Antitrust e altri organismi preposti, ma non credo che abbia ancora il monopolio dei contenuti. Il giorno in cui avro' quell'impressione ci saro' anch'io a denunciarlo, mi creda. Per quanto riguarda le accuse di aver ricattato certi produttori, mi sembra un abuso di potere da punire. Ho piu' fiducia nelle imprese che nel governo perche' vivono nella competizione, ma se questa finisce allora finisce anche la mia fiducia.

Il calendario degli appuntamenti, che non la fanno stare piu' di tre giorni da nessuna parte, prosegue a tappe forzate almeno sino a marzo (Lione, Kansas City, Phoenix per il Pc Forum, probabilmente il piu' esclusivo appuntamento per gli strateghi dell'information technology che lei organizza da anni). Nella valigia preparata alla bell'e meglio nell'ultimo quarto d'ora la signorina Dyson ha messo anche un barattolino di melatonina per attuttire l'instupidimento da jet lag. "Quante ne prende: 3 o 6 milligrammi?" chiediamo all'esperta. "Non so: due pillole... funziona".
.



Copyright © Riccardo Stagliano' 1999

 

Home | Corso 1999 | Letture | Links | Caffe' Europa